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La settimana scorsa, nel salone Estense di Lugo, Cichino Zoli, dichiarando il suo sviscerato amore per il ciclismo, ci ha detto che lui, in bici, l’argine del fiume lo percorre anche col “canarello” alto un metro.

Il fatto è che quello spirito pionieristico a cui si deve la bellezza e la fortuna della bici, va scomparendo. Se si vuole che i percorsi ciclabili siano frequentati in modo significativo, la sede deve consentire un adeguato drenaggio una buona scorrevolezza. E’ questo uno dei temi che abbiamo posto come Associazioni promotrici, pensando al possibile sviluppo di percorsi ciclo-pedonali lungo gli argini dei fiumi.

Ma andiamo con ordine. Nella sostanza i temi che abbiamo toccato come contributo ai contenuti della legge sono stati questi:

  • fare in modo che ispiri misure per la riorganizzazione del traffico nelle città (ampliamento aree pedonali e Ztl, zone 30, sensi unici;
  • l’incentivazione dell’uso della bici promosso dalla contrattazione sindacale;
  • favorire l’azione di raccordo degli attuali percorsi esistenti e la garanzia di adeguata manutenzione;
  • prevedere l’utilizzo degli argini di fiumi come sedi di possibile sviluppo della ciclabilità;
  • che la legge risolva i temi della proprietà degli argini e del loro libero accesso, rimuovendo ogni condizione ostativa tutt’ora presente.

Al Convegno, in una sala con una folta partecipazione di pubblico, erano presenti tre sindaci (Alfonsine, Fusignano, Castel Bolognese) e molti assessori e consiglieri comunali, particolarmente della Bassa Romagna. Oltre che a diversi rappresentati di associazioni sportive ed economiche.  Sono stati parte integrante del convegno stesso i consiglieri regionali Mirco Bagnari – relatore della legge – e Manuela Rontini – presidente della commissione regionale Territorio, Ambiente e Mobilità.

In generale il dibattito ha apprezzato l’iniziativa della Regione che metterà in tre-quattro anni 25 milioni per la ciclabilità. Cinque per il percorso Bologna – Verona; dieci per le città capoluogo; gli altri dieci per il resto. Lugo ha fatto presente cose fatte e un progetto concordato con Faenza nell’ambito delle città capoluogo. Fusignano ci ha detto di come abbia promosso il declassamento a favore delle bici di strade minori che lo collegano ad Alfonsine. L’Unione della Bassa Romagna ha poi proposto un metodo di lavoro che possa consentire di sfalciare gli argini del Senio alcune volte l’anno.

Molti interventi del pubblico hanno contribuito ad arricchire il dibattito e le proposte, dimostrando attenzione e disponibilità. In particolare si è fatta rilevare la valenza turistica dello sviluppo dei percorsi ciclopedonali e quindi l’interesse economico del mondo della produzione e dei servizi. Mirco Bagnari – che aveva illustrato i contenuti della proposta di legge – e Manuela Rontini che ha chiuso il dibattito, dopo avere chiarito i vari punti, si sono impegnati ad elaborare alcune delle proposte avanzate e a sostenerle nel prossimo dibattito nell’aula del Consiglio Regionale.

Che dire? Entro giugno averemo la legge e dopo il re sarà nudo. Avremo amministrazioni comunali già pronte con i progetti che avranno maggiori probabilità di ottenere finanziamenti; altre che si daranno da fare celermente per andare a punto in occasione dei prossimi bandi. Altre ancora che resteranno al palo. La cosa certa è che se, come si prevede, la legge riconoscerà gli argini dei fiumi come sedi da potere percorrere a piedi e in bici, la nostra proposta di ciclopedonale sull’argine del Senio (e Lamone, se si vorrà), che così tanti consensi ha suscitato, potrà allora essere effettivamente realizzata. Dipenderà dalle volontà e dalle condizioni che le Amministrazioni comunali sapranno/vorranno realizzare.