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Il Passo di Donegallia, detto in dialetto “e pas Dungaia” o ” d’lungaia”, che ha trasmesso il nome alla strada proveniente da via Gaiano Casanola, si trova circa a metà fra i ponti di Felisio e Ponte del Castello. Siamo nel comune di Solarolo.

Il toponimo, che non ha a che fare con Galli o Celti. come talvolta si trova scritto, deriva dal latino medievale “dominicalia”, ciò terreni gestitit direttamente dal “dominus”, cioè un possidente che aveva beni in quella zona.

Trattasi di un guado per l’attraversamento del Senio, come ve n’erano tanti quando i fiumi non erano dotati di alti argini e i ponti erano davvero pochi: si consideri che tra la via Emilia e Cotignola l’unico ponte fu costruito, in legno, nel 1807, in località Felisio.

Prima della fine del Settecento dal Ponte del Castello in giù il Senio era dotato in certi tratti di argini, ma in corrispondenza dei guadi ovviamente mancavano, per cui le arginature ben poco proteggevano dalle alluvioni.

Il “Passo di Donegallia” è citato fin dal 1530, quando gli abitanti di Castel Bolognese avrebbero voluto, come talvolta accadeva, posizionare dei carri agricoli nel letto del fiume per realizzare un ponte provvisorio, ma i solarolesi si opposero al progetto.

Tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento il Passo di Donegallia era dotato di “nave”, cioè di zattera manovrata da una barcaiolo o “passatore” (qui era un esponente del casato Martini di Casanola).

Nel Novecento fu allestita a più riprese una “passerella” in legno, l’ultima delle quali è stata smantellata pochi decenni or sono, su ordine delle autorità preposte al fiume Senio.

Aprile, 2018

Lucio Donati

Camminando lungo il Senio della memoria, sabato 21 aprile ci incontreremo al passo di Donegallia – d’lungaia, in dialetto. Andremo a piedi, per ricordare la Liberazione e per un pomeriggio a contatto con la nostra campagna, in queste settimane particolarmente bella ed accogliente. Leggete il programma e, se vi soddisfa, venite con noi.

Partiremo dalla rinnovata piazza di Castel Bolognese e dalla chiesa di Felisio. Chi vorrà, potrà andare anche in bici. Prima di arrivare al passo, sosteremo nel luogo dove l’11 ottobre del 1944, l’aereo dell’americano Victor Phelps, colpito dalla contraerea tedesca cadde. Un’ala, sulla riva del fiume, la fusoliera in mezzo al campo di una casa colonica ancora presente, il pilota – che si era paracadutato – preso dai tedesci e rinchiuso nello “stalletto” dei maiali della casa colonica di fronte alla chiesa di Gaiano. Finirà in un campo di prigionia in Germania.

E il passo di Donegallia? A vedere adesso si penserebbe ad uno scherzo, ma fino agli ultimi anni settanta, una “ponticella” ha consentito ai cittadini di Solarolo di puntare direttamente per vie brevi su Faenza. Parrà uno scherzo, ma di quel passo l’amico ricercatore Lucio Donati ne trova traccia fin dal 1530. Oggetto di disfida fra Castel Bolognese e Solarolo, nel Seicento venne dotato di “nave”, cioè di zattera manovrata da un barcaiolo del posto. Ma penso sarà Donati stesso a raccontarci tutto sul luogo.

Non è finita. Noi sosteniamo come gli argini e le golene che seguono l’incedere tortuoso del corso d’acqua, siano il proscenio di una grande teatro naturale lungo 90 chilometri. Allora sabato nel teatro naturale del passo di Donegallia, EnRico Faernedi, giovane cantautore cesenate, si esibirà con un repertorio che parla di gioia di vivere, di paesaggio, ma anche di Liberazione e di Resistenza.

Poi ci saremo noi, gli Amici del Senio, con un piccolo rinfresco, con la raccolta delle firme alla nostra petizione per la valorizzazione del Senio, con le tessere per l’adesione all’Associazione (5 euro). Se la giornata vi sarà piaciuta, potrete donarci una piccola offerta per consentirci di fare fronte alle spese sostenute.

Vi aspettiamo: ore 14,30 in punto in piazza Bernardi a Castel Bolognese e ore 14,45 nel cortile della chiesa di Felisio.