Sistemare gli argini è urgente, ma non basta
Abbiamo detto a più riprese che sistemare gli argini del Senio lungo tutto il suo percorso sia necessario, ma dobbiamo ribadire con forza che non basta. Sappiamo che se cade nuovamente tant’acqua, o anche meno – e prima o poi accadrà – il fiume così come organizzato non riuscirà a contenerla e saranno nuovamente tracimazioni e rotte. Allora occorre decidere in fretta come governare la possibile acqua in eccesso.
I tecnici l’hanno detto e oramai la consapevolezza è comune.
Occorre ampliare gli spazi entro cui l’acqua possa defluire in modo controllato. Nella sostanza servono, da monte a valle, l’individuazione di aree esondabili, di casse di espansione, realizzate tramite convenzioni specifiche con i privati che prevedano le adeguate compensazioni per gli eventuali futuri danni.
Al momento su questo tema si conoscono alcune ipotesi di lavoro.
Le due casse sopra Tebano da completare; la proposta di alcuni anni fa dell’Autorità del fiume per una cassa in località Chiusaccia – prima di Cotignola; l’ipotesi avanzata dalla stessa Autorità di abbassare tratti di golene di proprietà del demanio nel tratto fra Ponte del Castello e ponte di Felisio. Null’altro.
Non basta.
Probabilmente questi interventi, ammesso che vengano realizzati in fretta – per le casse sopra Tebano sono almeno 20 anni che si sono iniziati i lavori – non bastano. Occorrerà coinvolgere altri territori, lungo tutta l’asta del Senio, sia a destra che a sinistra. Saranno i tecnici a dover valutare e a proporre. L’importante è che si faccia in fretta. A noi, Associazioni e società civile, spetta il compito di proporre, premere e ottenere risposte che dovranno tradursi in certezze. Ed è quello che faremo.
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