Il tratto del fiume Senio che, a Isola di Riolo Terme, nel settembre 2024 aveva nuovamente esondato, è stato oggetto di un intervento, crediamo appropriato, da parte dell’Autorità del fiume. Ora pensiamo che quei cittadini si sentano un poco più tranquilli. Avevano manifestato il loro disagio anche alla nostra Associazione.

Antefatto. A seguito di una breve visita segnalammo e documentammo una situazione che ci pareva fuori di norma A Isola tratto di argine bucherellato dai topi . Ricevemmo una risposta che negava la pericolosità di quanto segnalato Risposta alle segnalazioni a Isola .

Ieri abbiamo constatato che in quel punto – oggetto della segnalazione – il lavoro è stato fatto. Possiamo dire che “tutto è bene quel che finisce bene”, ma non basta. Atteggiamenti così contradditori dovranno essere valutati da chi di dovere. Per scongiurare che debbano ripetersi. Queste le foto che ci dicono com’era e come è oggi, dopo i lavori svolti (le foto non sono esattamente comparabili perchè una è stata scattata da nord e l’altra da sud, ma il luogo è esattamente quello).

Continuando nella nostra azione di collaborazione volontaria per la sicurezza del nostro fiume, preso atto della positiva soluzione di alcuni problemi della frazione di Riolo Terme, segnaliamo che tutto il tratto di Senio che va da Borgo Rivola a Riolo Terme è ancora in pesante sofferenza e che, quindi, si attendono progetti e opere per la loro soluzione.

I problemi che segnaliamo sono:

  • la presenza di tanta legna ai bordi dell’alveo, fra cui alcuni alberi di almeno 20 metri spiaggiati nel letto del fiume;
  • l’erosione consistente delle rive che richiama l’opportunità di intervenire almeno in alcuni punti;
  • la presenza di tanta, troppa, plastica e tessuto che conferisce al fiume un aspetto orribile e purtroppo comune solo a situazioni di altri Continenti. Occorrerà che chi di dovere stabilisca da dove quella roba è arrivata (speriamo che questo lavoro sia già stato fatto) e che siano adottate misure per la sua rimozione. Pensiamo che sia il minimo che si deve ad una città come Riolo Terme che per buona parte vive sul “bello” e ad una zona prospiciente ad un Parco tutelato dall’Unesco. Ecco alcune foto che ci dicono di più di tante parole;
  • considerato che alcune aree abitate di Riolo Terme sono state ripetutamente allagate, forse si pone anche per questo tratto di fiume il tema del governo delle esondazioni a cui dovranno dare risposta i Progetti Speciali che attendiamo da tempo.

Ieri, in Regione, il presidente De Pascale ha incontrato i Comitati Alluvionati. L’incontro è stato interlocutorio. E’ servito per riannodare i rapporti, per conoscerci meglio, per delineare la cornice del quadro dei tanti problemi esistenti e a noi per capire la linea che il Presidente vuole percorrere.

Riporto in breve le cose essenziali dette, sia dal Presidente che dai Comitati.

De Pascale, che era accompagnato dalla sottosegretaria Manuela Rontini, esordendo ha detto di volersi battere per un deciso cambio di passo. Per questo chiederà a tutte le strutture coinvolte – dal Governo, ai Sindaci, passando per la Regione, i Consorzi di Bonifica e le varie autorità – un grande sforzo per fare di più e meglio. (In questo pare a me di cogliere il segno di una doverosa critica e autocritica).

Entrando nel merito, il Presidente si muoverà lungo due filoni: gli indennizzi e la messa in sicurezza dei territori.

Circa gli indennizzi ha detto che lavorerà perché le procedure siano semplificate. Ha poi annunciato che saranno aumentati gli stanziamenti del capitolo “paratie”.

Più complesso il tema della messa in sicurezza dei territori. I temi sono due: la manutenzione e i progetti che guardano al futuro.

Circa la manutenzione – capitolo a carico della Regione – ha detto che deve essere completata nel più breve tempo possibile e che deve essere mantenuta nel tempo. Si è tenuto in proprio la delega e che quindi “ci mette la faccia”.

Riguardo i progetti Speciali per il governo dell’acqua e dei fiumi a fronte degli effetti delle maggiori piogge (casse di espansione, aree di laminazione, ponti, ecc.) ha ribadito come questa tematica sia in capo al Commissario e alla sua struttura. Il nuovo commissario sarà l’ingegner Curcio. E’ un tecnico, proviene dalla Protezione Civile ed entrerà in carica fra pochi giorni. Il suo vice sarà De Pascale.

Sarà definito un piano di opere per ogni fiume, ma manca il personale per realizzare i progetti che si pensa di recuperare da altre strutture con un percorso di mobilità temporanea. Se si vuone fare in fretta servono poteri di deroga per i quali occorrono interventi sulla legislazione vigente.

Poi i costi. Ieri non se ne è parlato. Si ipotizza che il costo complessivo possa superare i quattro miliardi. Che per le progettazioni servano almeno 90 milioni. Tutte risorse che il Governo dovrà reperire.

Il Presidente ha detto di considerare utile il confronto con i Comitati, che ce ne saranno altri e che quanto prime esporrà un cronoprogramma delle attività. Manterrà un rapporto costante con i territori, aperto alla partecipazione dei Comitati.

Ha poi detto di volere lavorare con spirito costruttivo con tutti e che considera l’unità degli intenti un obiettivo da perseguire. Ha speso buone parole per coinvolgimento e partecipazione.

I Comitati hanno avuto ampio spazio per i loro interventi. La rappresentazione che ho colto è quella purtroppo dell’ordine sparso.

Parte degli interventi hanno seguito l’impostazione del Presidente, esercitando stimoli su determinati aspetti. Altri hanno continuato sulla linea della ricerca del nemico individuandolo, talvolta con cattiveria, negli “ambientalisti”. Tutti hanno posto l’accento sull’esigenza di fare presto.

Molti hanno denunciato come a loro parere i lavori, a volte, siano stati fatti male, denunciando una palese carenza di controlli da parte di chi mette le risorse. Diverse critiche sono state rivolte alla struttura tecnica che decide e dispone i lavori. Altre ai tanti Sindaci e Assessori che “non ascoltano”.

E’ uscito da parte di diversi Comitati, in specifico il tema della montagna e delle frane, paventando il rischio della “morte” di diversi paesi. Aspetto questo denunciato anche nei riguradi di piccoli comuni invasi dalle acque che, proprio per le loro ridotte dimensioni, non riescono a corrispondere alle esigenze minime vitali della popolazione. A questo proposito è stata evidenziata la realtà di Sant’Agata sul Santerno.

Devo dire che alcuni temi che tanti di noi considerano oggettivamente importanti non hanno nemmeno fatto capolino nella riunione: sono il consumo di suolo e la questione del riscaldamento globale. Non il Presidente e tantomeno i Comitati hanno ritenuto di citarli. Quando invece, a mio parere, dovrebbero essere sempre posti in premessa.

In definitiva penso sia stata una riunione utile, anche se interlocutoria. Attenderemo i fatti. Personalmente penso sia opportuno cogliere il tema della partecipazione. A questo proposito lavoreremo per produrre una “relazione sul Senio e i suoi affluenti”, con l’intento di offrire analisi, conoscenze e idee. Per aiutare chi dovrà progettare il futuro. (Domenico Sportelli)

NdR – Ero presente a questa riunione come portavoce del Comitato Alluvionati di Castel Bolognese di cui faccio parte come alluvionato della prim’ora. Penso che la nostra Associazione, Amici del fiume Senio, possa e debba chiedere di essere associata a tutti i tavoli istituzionali di confronto. Essendo che sul tema della sicurezza può vantare un’esperienza importante, di almeno un decennio.

Uno dei tanti problemi che provocano le alluvioni è il trasporto a valle dei detriti. Si tratta di un problema irrisolvibile, ma che può essere mitigato tramite una gestione più oculata, quando si tratta del legname. Più difficile quando il tema è legato alle attività antropiche che nei decenni e secoli scorsi si sono sviluppate nelle adiacenze degli alvei dei fiumi, dove questi non sono arginati.

Si tratta spesso di zone storicamente alluvionali, trasformate dall’uomo in aree produttive, quando questo pareva un obbiettivo importante da realizzare. Per tante ragioni. Oggi la realtà è cambiata. Col surriscaldamento del clima e le piogge che cadono in maniere sempre più impetuosa, occorre ridare maggiore spazio ai fiumi che devono potere essere liberi di esondare in modo controllato, ove opportuno.

Se queste sono le problematiche del domani, oggi dobbiamo fare i conti con i problemi che le esondazioni degli scorsi anni hanno provocato. Cittadini attenti segnalano diverse problematiche di cui è opportuno tenere conto. Ultimamente ci è stata segnalata con alcune foto che potete vedere la situazione del Senio nei pressi di Isola, frazione del comune di Riolo Terme. Una rilevante quantità di plastica e/o materiale similare, raccolta dall’acqua in aree coltivate dall’uomo, si è inceppata nella vegetazione lungo il corso del fiume.

Non si tratta solo di un brutto vedere, e questo per una zona del ben vivere come Riolo Terme è già un problema. Si tratta anche del fatto che questa plastica, se non raccolta, finirà nel mare, con gli effetti sulla fauna marina e sulle spiagge che tutti ben conosciamo. Il problema non è tanto stabilire a chi tocca raccogliere quella plastica, bensì quello di unire le forze, fare un piano e attuarlo. Le tematiche legate all’ambiente e al paesaggio sono di tutti, non richiamano competenze di parte o settoriali.

Segnaleremo questa questione all’Autorità del fiume e ai Sindaci dei territori maggiormente interessati. Dichiarandoci disponibili a fare la nostra parte, se si dovesse ritenere utile l’apporto del volontariato organizzato.

 

Recentemente abbiamo appreso da “il Piccolo” di Faenza che i comuni dell’Unione faentina hanno chiesto a Deputati e Senatori della Romagna di impegnarsi per aggiornare la normativa sui fiumi e in particolare per superare il Regio Decreto n. 523 del 1904 – Testo Unico delle disposizioni di legge in vigore. Riporto di seguito brani della lettera dei sindaci estrapolata dal Piccolo (che ringraziamo e a cui chiedo scusa se non ho seguito una procedura corretta).

Il problema che i nostri Sindaci pongono è sacrosanto. La lettera dice che “Dopo quanto successo a partire dal 2 e 3 maggio 2023, non è più pensabile affrontare la complessità del sistema di tutela territoriale e le attività che interessano i corsi d’acqua attraverso norme risalenti addirittura all’inizio del secolo scorso, non più in grado di individuare con chiarezza competenze e responsabilità”.

Rilevano come il cambiamento climatico e le sue tragiche conseguenze vadano più veloci rispetto alla capacità delle istituzioni nell’intervenire efficacemente per rendere più sicuro il territorio.

Per questo, affermano che “sono indispensabili azioni immediate e coordinate che superino l’evidenza di diversi impedimenti burocratici e ambiguità normative che hanno impedito di intervenire tempestivamente sia nella gestione ordinaria della tutela del territorio, sia durante le emergenze.”

Tra questi ostacoli, appunto, il Decreto Regio del 1904 a tutt’oggi fonte normativa primaria di riferimento.

Prova ne sono – proseguono i sindaci – le contraddittorietà sulla costruzione e manutenzione delle opere a difesa del territorio causa di continui contenziosi tra enti e proprietari di fondi latistanti ai corsi d’acqua torrentizi, oggetto anche di diverse recenti sentenze da parte della Corte di cassazione.

Si tratta di diversità interpretative usate spesso come alibi per un rimpallo di responsabilità che determina l’impossibilità di attribuire precise competenze. Una situazione del tutto insostenibile che ha impedito, e tuttora impedisce nonostante l’emergenza, di realizzare celermente diversi interventi fondamentali a protezione del territorio. Per questo motivo – concludono i sindaci – ci appelliamo a Voi affinché tali distorsioni possano essere velocemente superate tramite un non più rinviabile aggiornamento legislativo delle norme di riferimento”.

Nel corso della nostra decennale attività abbiamo a più riprese sollevato questo tema, avendo a riferimento la situazione degli argini del Senio che vanno dal Ponte del Castello a Tebano. Argini che mentre dovevano e debbono proteggere l’abitato di Castel Bolognese e quelli verso valle lungo l’asta del fiume e che quindi sono della massima importanza per la sicurezza, sono stati e sono tutt’ora senza “padrone”. Nel senso che per ragioni interpretative della legge di cui sopra, non si è mai saputo e tutt’ora non si sa chi avrebbe dovuto e debba occuparsi della manutenzione ordinaria che serviva, che serve e che è mancata.

Questione quindi, quella posta, della massima importanza, ma con un limite. La platea che si è mossa è meritevole, autorevole, ma limitata. Il campo andrebbe esteso. Potrebbe essere la Provincia, ad esempio, a coordinare tutti i suoi comuni, a coinvolgere Forlì-Cesena e Rimini e portare almeno a livello della Romagna la richiesta.

Poi dovrebbero muoversi i Partiti, sarebbe lavoro loro, quello di tradurre in iniziativa politica la condizione e le richieste che vengono dai cittadini. Solo uno schieramento ampio di forze può avere la possibilità di incidere. Allora, bene la presa di posizione dell’Unione Faentina, ma purtroppo non basta. Occorrerebbe andare oltre.

Concludo con una punta di amarezza. La nostra Associazione è uno di quelli che vengono definiti corpi intermedi – portatori di interessi – della società. Da oltre dieci anni ci occupiamo di valorizzazione e di sicurezza di un fiume, nel nostro caso del Senio. Migliaia di persone ci conoscono e in qualche modo ci seguono. Se siamo questi, una iniziativa importante come quella trattata, tema che abbiamo posto tante volte, veniamo a conoscerla da un articolo di giornale che ci ha passato un amico. Ma è proprio questa la partecipazione che il nostro governo istituzionale vorrebbe?

 

E’ stato bello accogliere tante persone lunedì scorso a Tebano per l’avvio del Tesseramento 2025 all’Associazione Amici del fiume Senio. La scena è stata quella oramai consolidata della ex pesa, dove facciamo Acque e Miracoli. Sotto il “sole con i baffi”, riscaldati dal braciere di Mario con le sue castagne “bruciate” e dalla “canina” del Senio, decine di cittadini hanno rinnovato l’adesione, dimostrando affetto per l’Associazione e consenso per le iniziative che da oltre dieci anni svolge per la valorizzazione del Senio.

Incontrarsi è sempre piacevole. Le persone hanno modo di dire la loro guardandosi in faccia e questo è positivo. Dimostra che non tutti siamo definitivamente arresi alla potenza del nulla e del troppo dei cosi detti social. Ha destato in tutti molto interesse la visita alle casse di espansione, quelle famose di cui si parla da oltre venti anni e non ancora concluse.

Ad dire il vero quella bassa, in territorio di Faenza, nel corso delle piogge di settembre, ha funzionato. Nel senso che ha contenuto tanta acqua portata dal fiume, dopo che nei mesi precedenti l’Autorità di bacino aveva ricostruito il percorso del fiume i cui argini erano stati spazzati via dagli eventi del maggio 2023. La risagomatura dell’argine con sfioro di uscita verso la cassa ha laminato il culmine della piena togliendo pressione all’argine i prossimità di Castel Bolognese, che questa volta ha retto l’urto.

Con la visita i partecipanti hanno potuto constatare come la prima cassa, quella in territorio di Cuffiano, pronta da circa un decennio e mai collegata col fiume, per potere essere riempita per la cubatura prevista nei momenti del passaggio delle fiumane, occorra un’opera idraulica/meccanica che spinga l’acqua verso l’alto. Limitarsi ad abbassare l’argine della cassa come è stato fatto, ci dispiace dirlo, serve a poco.

Nel corso del pomeriggio ha preso corpo l’idea di riattivare la vecchia fontanella di fronte alla Chiesa, ristoro per molti decenni di ciclisti e camminatori di passaggio da Tebano. Bell’idea, ci proveremo.

Atre persone hanno suggerito di sistemare a nostre spese con lavoro volontario una piccola pertinenza di servizio della Chiesa per adibirla a magazzino per i nostri beni mobili. Bell’idea anche questa, ne parleremo col socio don Marco.

L’11 ottobre scorso avevamo segnalato all’Autorità del fiume alcuni problemi in località Isola di Riolo Terme A Isola tratto di argine diga visibilmente bucherellato dai topi.

Oggi è giunta la risposta, assieme a tante altre riferite ad altre segnalazioni. Per quanto riguarda Isola, si dice: “Una menzione a parte va fatta su via Fiume, dove l’abbassamento spondale segnalato non è stato ravvisato dai sopralluoghi, e le tane di fossori si sono rivelate tane di talpe, quindi non pericolose. Ad ogni buon conto, è stato garantito da questo Ufficio un presidio a scopo cautelativo durante gli eventi di ottobre.”

Prendiamo atto della risposta, ringraziamo per la celerità con cui è stata fornita, ma ribadiamo che in quel luogo l’acqua è esondata e decine di abitazioni sono state allagate. Rileviamo quindi una contraddizione in termini.

Ci viene poi detto che le tane delle talpe non sono pericolose. Non abbiamo motivo di dubitare. Rilevo solo che le talpe che attraversano il mio orto scavano cunicoli rettilinei di 6-8 cm di diametro e lunghi almeno 8 metri.

Siccome non vogliamo insistere con lettere che, se reiterate, possono anche disturbare chi è fortemente impegnato nei lavori concreti, abbiamo segnalato le nostre perplessità alla sindaca di Riolo Terme. Vedrà lei cosa fare. Il nostro parere è che, a tempo debito, quel tratto di “argine diga” per l’abitato di Isola, vada rinforzato.

Va detto che la settimana scorsa è stato definitivamente rimosso il ponte Bailey travolto dall’acqua. E’ stato eliminato un pericolo, resta il problema dei ponti da ricostruire.

Ad un mese di distanza da quando abbiamo parlato della Sintria e della frazione di Zattaglia, siamo tornati a vedere quale è la situazione. Ricordo che la Sintria è il torrente maggiore tributario del Senio e che l’abitato di Zattaglia è nella storia della seconda guerra mondiale e della Liberazione dal nazi-fascismo. Sede del monumento ai Caduti del gruppo di combattimento Friuli nel corso della Liberazione sul fronte del Senio (1944-1945) e a quelli della “divisione Friuli” caduti in questi anni nelle operazioni internazionali (cit. Vito Paticchia).

Purtroppo è cambiato quasi nulla. Gli unici interventi visibili hanno riguardato la rimozione del legname. E’ stato tolto quello che si era incagliato nel ponte di Zattaglia. Visto un piccolo cantiere attivo qualche chilometro più a nord. Va detto che la rimozione del legno faceva parte di un finanziamento deliberato ancora dopo l’evento del maggio 2023.

Abbiamo chiesto ai cittadini del bar cosa fosse cambiato nell’ultimo mese, la risposta è stata: niente. Poi ci hanno raccontato come un tempo l’acqua fosse guidata, i rii e i fossi fossero curati, la vegetazione fosse coltivata. Lo stato d’animo che abbiamo colto in queste persone è lo scoramento. Ci sono apparsi, delusi, sfiduciati e, da buoni montanari, silenziosamente arrabbiati.

All’uscita del bar un cartello che non avevamo visto in entrata: VENDESI. A Zattaglia il bar è parte di un locale unico con dentro di tutto, un supermercato in miniatura dove ci sono i prodotti indispensabili alla vita della minuscola comunità. La vista del cartello ci ha lasciati di ghiaccio. Ci siamo chiesti chi potrà investire, pensando che se quel bellissimo locale chiude, è proprio il caso di dire che chiude Zattaglia.

Nel breve colloquio è uscito il tema dell’abbandono della montagna. Cosa faranno in futuro – si sono chiesti – le tante persone che hanno acquistato e ristrutturato casa, sistemato la strada verso l’abitazione a proprie spese, acquisito e coltivato terreno, se non vengono consolidate le frane e se non si riattivano le strade? Il tema dell’ulteriore spopolamento è drammaticamente presente e occorrerà tenerne conto.

Riguardo al fiume l’idea dei popolani di Zattaglia è che occorra mettere mano e ridare funzionalità al sistema delle briglie, diverse delle quali sono state spazzate via. Poi a loro parere occorrerà una manutenzione costante. Cosa vorrà fare l’Autorità del fiume? Speriamo che presto vengano alla luce i nuovi progetti di regimazione delle acque per la collina e la montagna e che la popolazione sia coinvolta attivamente.

Aggiungo il tema dei sensori che vanno collocati lungo la Sintria. Avendo visto la notevole portata di quel torrente, è opportuno che l’acqua quando scende sia segnalata a tempo. Che non costituisca la sorpresa dell’ultimo momento per chi deve controllarne le dinamiche.

Una parola andrebbe poi spesa per la foce della Sintria. Il torrente arriva perpendicolare al corso del Senio. Non sono un tecnico, ma credo che questo non sia la condizione ottimale. Cosa dicono gli esperti?

 

 

 

Cari Amici del Senio, alla fine di ottobre termina il Tesseramento 2024. Al momento gli associati sono 131, lo scorso anno abbiamo chiuso a 135. Sarebbe un bel segnale se chiudessimo a 150.

Oggi ci rivolgiamo a voi che non avete ancora rinnovato l’adesione per il 2024 per chiedervi di pensarci. Aderire vuole dire darci più forza nell’azione che svolgiamo circa il tema della sicurezza e della valorizzazione del nostro fiume.

Oggi parlare di fiumi vuole dire toccare un nervo scoperto, ma dobbiamo farlo. Tacere e fare finta di nulla, o semplicemente protestare, non risolve i problemi.

La nostra Associazione da quando dieci anni fa è sorta ha parlato di sicurezza. Basta scorrere le pagine di questo sito per rendersene conto. Spesso inascoltata dal potere, a volte presa in giro. Anche i cittadini nel loro insieme hanno sottovalutato il problema. Basti pensare che quando all’inizio dello scorso anno promuovemmo un flash mob sui ponti del Senio per le casse di espansione, facemmo fatica a coinvolgere da Alfonsine a Casola quaranta persone.

L’intenzione è di continuare lungo la nostra strada. Ascoltare, chiedere di essere ascoltati, segnalare i problemi, avanzare idee e proposte. Avendo come fine il bene comune.

Dateci la forza per farlo. Il primo e più importante segnale è quello di aderire all’Associazione. Non tanto per l’aiuto economico, pure necessario, quanto per il significato di natura politica – intesa nel senso buono del termine – che assume.

Associarsi per il 2024 costa 5 euro. Potete farlo con Satispay – cercando in Negozi: Amici del fiume Senio oppure segnalandoci l’intenzione e sarà nostra cura contattarvi. Pensateci e dateci la forza per continuare.

Il 28 ottobre prossimo dovrebbero venire alla luce i Piani speciali per la ristrutturazione dei fiumi, visti come soluzioni di prospettiva. Al momento la bozza preliminare è al vaglio della consultazione dei territori interessati.

Per quanto riguarda il fiume Senio, il tema principale sono le casse di espansione e le aree di laminazione. Ma qual’è la differenza fra le une e le altre? Se ho ben capito in questi anni di attenzione al problema, le casse di espansione prendono acqua in caso di piena che poi viene rilasciata quando l’uomo decide. Vuol dire che debbono prevedere delle saracinesche meccaniche che funzionano a comando. E’ per questo che si dice e si pensa che queste siano una risposta anche al tema della siccità in estate.

Mentre le aree di laminazione sono porzioni di terreno delimitate o meno che quando l’acqua del fiume si alza si allagano. Quando il livello si abbassa quest’acqua va in coda e l’area torna ad essere asciutta. Aree di laminazione da non confondere con le casse di laminazione che invece letteralmente sono vasche in cemento o plastica, prefabbricate dall’uomo e collocate in punti strategici. A Castel Bolognese, che io sappia ce n’è una interrata in via del Donatore nelle adiacenze del parcheggio al servizio della Stazione.

Come oramai tutti affermano, la scelta per il futuro è di dare spazio ai fiumi. Uno dei tratti di Senio maggiormente attenzionato è quello che va da Tebano al ponte sulla via Emilia. In quel tratto il fiume disegna diverse anse, molto strette, che creano forti tensioni sugli argine e un forte accumulo a monte, al livello della diga steccaia.

Lungo questo tratto il Piano prevede la creazione di 5 aree di laminazione, 3 sul lato Faenza delimitate dalle colline e 2 verso Castel Bolognese circoscritte da nuovi argini. Il piano prevederà i punti in argine dove il fiume potrà esondare, una volta che l’acqua avrà raggiunto l’altezza stabilita.

Le case che dovranno/potranno essere delocalizzate pare essere 2, entrambe sul lato Faenza.

Sempre per quanto ne sappiamo noi, un’altra grande area di laminazione sarà attivata nella zona di San Severo/Cassanigo di Cotignola/Faenza.

A monte di queste aree di laminazione, ai piedi della collina, dovranno essere completate le programmate casse di espansione situate al confine fra i comuni di Riolo Terme e di Faenza, di cui da decenni si parla. Quella sita sul lato sinistro del fiume, a Cuffiano e pronta da diversi anni, attende di essere collegata la fiume. Essendo su un livello superiore, se la si vuole colmare, l’acqua dovrà esservi spinta meccanicamente, come previsto da sempre, se non erro.

La seconda, a valle lato Faenza, nel corso delle due alluvioni di quest’anno ha funzionato. Certo, relativamente alla sua attuale portata. Portata che aumenterà quando avranno terminato gli scavi per delimitarla. Ha funzionato però come cassa di laminazione, l’acqua è entrata dallo sfioro predisposto dopo gli ultimi lavori ed è tornata al fiume per mezzo di un tubo, quando la fiumana è passata. Se si vorrà trattenere acqua per l’estate anche qui occorrerà fare un sistema a saracinesca.

Resta un ultimo aspetto di cui non abbiamo notizia. Non siamo riusciti a captare nulla. Il Senio, fra il ponte sulla via Emilia e il ponte di Felisio dispone di decine di ettari (oltre 20) di golena, area già demaniale, che, se opportunamente abbassata, potrà contenere una buona quantità di acqua. Di questo ce ne parlarono già anni fa le persone allora responsabili della gestione del fiume. Ci chiediamo che fine abbia fatto questa idea ed eventualmente, perchè non riesumarla?

Concludo dicendo che è un errore da rimediare quello di non coinvolgere i corpi intermedi della nostra comunità, nella gestione dei fiumi. Salvo qualche eccezione, è ciò che sta avvenendo. Occorre che il mondo della politica sappia che così facendo le persone comuni, non informate e non coinvolte, saranno sempre più arrabbiate. A beneficio di chi e di cosa?

Il punto dove è stato creato lo sfioro per mandare l’acqua nella cassa di espansione a valle.

Quello che vedete nella foto è il piccolo argine che deve proteggere l’abitato della frazione di Isola, nel comune di Riolo Terme, quando scende la fiumana. Neanche a dirlo, con l’acqua del 18 e 19 settembre scorso, in quel punto il Senio ha nuovamente tracimato allagando l’abitato e mettendo nello sconforto gli abitanti che si sono rivisti mezzo metro di acqua melmosa in casa.

Sapendo che gli Amici del Senio da anni trattano il tema della sicurezza, alcuni cittadini ci hanno interpellato e posto le loro preoccupazioni. Sentendolo un dovere di corpo intermedio della società, siamo andati a vedere e a parlare con le persone. Abbiamo visto cose che non vanno e che legittimano l’angoscia della popolazione e le abbiamo segnalate alle Autorità competenti. Come spesso abbiamo fatto negli ultimi tempi.

Cosa abbiamo segnalato?

  • Esondazione e tane di fossori. In fondo a via Fiume, l’argine che protegge l’abitato ha nuovamente esondato allagando decine di abitazioni. Alla vista, proprio nel punto in cui ha esondato, oltre ai segni evidenti di un suo indebolimento, l’argine è bucherellato da tane di fossori, non meglio identificati (foto in fondo). Tane che si protraggono in diversi punti dell’argine.
  • Quel tratto di argine è in palese sofferenza. In attesa di un intervento sostanziale di rafforzamento, la popolazione del luogo chiede che siano almeno messi teloni protettivi come fu fatto a suo tempo – dopo l’evento del 2023 – nell’argine dopo il ponte, a Riolo Terme.
  • Abbiamo segnalato che dopo l’evento del 2023, la golena di sinistra, nel tratto immediatamente successivo a quello in cui stavolta il fiume è esondato, fu oggetto di un intervento – si pensa in somma urgenza – che si tradusse in un suo innalzamento; si pensa che quell’innalzamento possa avere aiutato l’esondazione. Si chiederebbero in merito delucidazioni.

Va detto che a Isola non è ancora stato rimosso il ponte bailey che la forza dell’acqua ha disancorato. Al momento si trova longitudinalmente al corso dell’acqua a ridosso della riva di sinistra, in un punto non troppo pericoloso – dicono le autorità – ma però da spostare in fretta. Cosa che non è ancora stata fatta.

Oltre a una puntuale risposta alla segnalazione ci aspettiamo che quell’argine diga per Isola sia rafforzato adeguatamente e con procedura di somma urgenza, come crediamo sia giusto. Poi, siccome in questo fine settimana piove e non si sa ancora quanto, i cittadini di Isola si aspettano che la Protezione Civile ponga almeno due teloni sull’argine a parziale tutela nel punto bucherellato dai topi. Cosa ne difficile, ne troppo costosa. Vedremo come andrà.