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Camminando lungo il Senio della memoria, sabato 21 aprile ci incontreremo al passo di Donegallia – d’lungaia, in dialetto. Andremo a piedi, per ricordare la Liberazione e per un pomeriggio a contatto con la nostra campagna, in queste settimane particolarmente bella ed accogliente. Leggete il programma e, se vi soddisfa, venite con noi.

Partiremo dalla rinnovata piazza di Castel Bolognese e dalla chiesa di Felisio. Chi vorrà, potrà andare anche in bici. Prima di arrivare al passo, sosteremo nel luogo dove l’11 ottobre del 1944, l’aereo dell’americano Victor Phelps, colpito dalla contraerea tedesca cadde. Un’ala, sulla riva del fiume, la fusoliera in mezzo al campo di una casa colonica ancora presente, il pilota – che si era paracadutato – preso dai tedesci e rinchiuso nello “stalletto” dei maiali della casa colonica di fronte alla chiesa di Gaiano. Finirà in un campo di prigionia in Germania.

E il passo di Donegallia? A vedere adesso si penserebbe ad uno scherzo, ma fino agli ultimi anni settanta, una “ponticella” ha consentito ai cittadini di Solarolo di puntare direttamente per vie brevi su Faenza. Parrà uno scherzo, ma di quel passo l’amico ricercatore Lucio Donati ne trova traccia fin dal 1530. Oggetto di disfida fra Castel Bolognese e Solarolo, nel Seicento venne dotato di “nave”, cioè di zattera manovrata da un barcaiolo del posto. Ma penso sarà Donati stesso a raccontarci tutto sul luogo.

Non è finita. Noi sosteniamo come gli argini e le golene che seguono l’incedere tortuoso del corso d’acqua, siano il proscenio di una grande teatro naturale lungo 90 chilometri. Allora sabato nel teatro naturale del passo di Donegallia, EnRico Faernedi, giovane cantautore cesenate, si esibirà con un repertorio che parla di gioia di vivere, di paesaggio, ma anche di Liberazione e di Resistenza.

Poi ci saremo noi, gli Amici del Senio, con un piccolo rinfresco, con la raccolta delle firme alla nostra petizione per la valorizzazione del Senio, con le tessere per l’adesione all’Associazione (5 euro). Se la giornata vi sarà piaciuta, potrete donarci una piccola offerta per consentirci di fare fronte alle spese sostenute.

Vi aspettiamo: ore 14,30 in punto in piazza Bernardi a Castel Bolognese e ore 14,45 nel cortile della chiesa di Felisio.

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Si concretizza mercoledì 22 aprile la terza iniziativa proposta dagli Amici del Senio per Cotignola, assieme a Primola e all’Amministrazione comunale. Dopo la Mostra del Senio esposta durante la sagra della Segavecchia, dopo “Andare per erbe e pic nic lungo il Senio”, ora la proiezione del documentario “Al di qua del fiume: Castel Bolognese nella bufera della guerra 1944/45”.

Non appaia strano che si proietti a Cotignola un film che parla di Castel Bolognese. Il film è si dedicato a Castel Bolognese durante la seconda guerra mondiale, ma in realtà la chiave di lettura è rivolta alle immani tragedie provocate dalla grande guerra e da tutte le guerre, di tutti i tempi e in ogni luogo.

Penso sia molto positivo che le diverse comunità si incontrino e che i sentimenti si mescolino. Un motivo, come in questo caso, può essere la celebrazione della fine di una guerra atroce. Un domani questo potrà certamente avvenire anche per altri scopi comuni come, ad esempio, la valorizzazione del fiume che le unisce. A questo gli Amici del Senio puntano, per questo continueranno a battersi.

Ricordo infine che, quasi a consolidare un rapporto di stima reciproca e di collaborazione fattiva, il 15 maggio sarà proiettato a Castel Bolognese il film: Cotignola città dei Giusti.

Vi aspettiamo tutti il 22 aprile – alle ore 20,30 – alla chiesa del Suffragio di Cotignola.

 

Domenica 12 aprile, gli Amici del Senio offrono una bella camminata, distensiva e liberatrice dei brutti pensieri. Ammireremo dall’alto, ma con i piedi ben piantati in terra, il bel paesaggio delle nostre campagne.

Andremo alla scoperta del luogo dove settant’anni fa i soldati neo-zelandesi ruppero il fronte del Senio. Dopo pochi giorni l’Italia era liberata dal nazi-fascismo.

Con il supporto di un socio che di storia ne sa, potremo immaginare il debito di riconoscenza che portiamo a quei giovani soldati giunti dall’altra parte del mondo per liberarci dal fardello dei nostri storici errori.

Vi aspettiamo tutti.