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Parlando dei fiumi ci sono parole che paiono essere dimenticate e che invece è utile riscoprire anche nella discussione popolare, quella che potrebbe definirsi partecipativa.

Giorni fa abbiamo riproposto all’attenzione di chi ha la responsabilità di decidere del nostro futuro con riferimento ai fiumi le parole “corridoio ecologico” per richiamare l’attenzione sul tema della biodiversità legato ai fiumi. Oggi vorrei parlare di bacino idrografico. Il “bacino idrografico” è la porzione di territorio che convoglia l’acqua in un luogo che poi diventa corpo idrico (fiume, lago, palude). Il bacino idrografico del Senio parte dalle pendici della Sambuca e si può dire arrivi fino al Ponte del Castello dove riceve l’ultimo apporto, il rio Celle.

Ad ogni bacino idrografico corrisponde per legge un Piano di gestione della regimazione delle acque. Il bacino del Senio non credo abbia una sua configurazione normativa autonoma; penso invece sia inserito nel Piano di Bacino del Reno e a sua volta in quello del Po. Questo però nulla toglie al fatto che quando si parla del fiume Senio e della sua gestione sia non solo opportuno, ma obbligatorio avere a riferimento il “bacino del Senio” quindi tutti i corpi che gli portano acqua (torrenti, rii, canali, fossi).

Ecco quindi che occuparsi solo degli argini, non basta. La gestione deve essere complessiva e deve riguardare l’intero bacino, nel caso del Senio dalla Sambuca al Reno.

Ricordo che il Senio accoglie innumerevoli rii e fossi e alcuni torrenti di rilievo fra i quali, nel comune di Palazzuolo: a sx il Rio di Campanara, il Fosso di Mantigno, il Fosso di Visano, il Rio Granarolo e il Rio S.Apollinare; a dx il Fosso Lozzole, il Fosso di Salecchio; il Rio Cesari e il Rio Intirata. Dopo i Confini gli affluenti di maggior rilievo sono: a sx il rio Mercatale, il rio Cestina; a dx il torrente Sintria. L’ultimo tributo di acqua al Senio è il rio Celle che viene raccolto al Ponte del Castello.

Il comunicato della Regione e del comune di Castel Bolognese dell’1 giugno, parla di impegni relativi al tratto di fiume da Riolo Terme al Ponte del Castello. Azioni importanti che è opportuno svolgere in fretta. Ma dobbiamo dire che purtroppo non basta. Le foto che pubblico si riferiscono al Senio sopra Riolo – poco prima della frazione di Isola – e al torrente Sintria a nord di Zattaglia. Come potete vedere enormi quantità di alberi secchi e sradicati e frane piccole e grandi preannunciano futuri guai certi, quando pioverà forte su in montagna e in collina. E’ certo che il corso tumultuoso dell’acqua porterà a valle quei detriti, creando tappi, intasando ponti e favorendo le frane di riva, premessa delle rotte degli argini.

Da tutto questo deriva l’importanza di recuperare il termine bacino idrografico e di ragionare, quando si parla di gestione dei fiumi, a partire da quella dimensione.

 

La chiesa di Monte Mauro

La chiesa di Monte Mauro

Il torrente Sintria è il maggiore tributario d’acqua del fiume Senio. Scorre lungo l’omonima valle e, come il Senio, taglia la famosa vena carsica del gesso. Dopo il piccolo borgo di Zattaglia lambisce Monte Mauro, il punto più elevato del contrafforte.

Ieri mattina siamo saliti al Monte da quel versante. Il protrarsi dell’autunno – innaturale e denso di incognite – ci ha permesso di ammirare il paesaggio in tutto il suo sfarzo stagionale. Ci hanno fatto compagnia il sole, il tepore, i colori, ma anche – giunti in cima – l’orribile coltre di smog che sovrasta la pianura Padana.

Gli Itinerari del Senio

Salita a Monte Mauro (A e R)

Chilometri 9 ca. Dislivello in salita m. 350 ca. Tempo 3 ore – con comodo.

Si parte dallo stradello (lungo tratto asfaltato) che sale a destra circa un km prima di Zattaglia. Giunti quasi sul crinale, all’altezza dell’Agriturismo Rio Raggio, tenere la destra. Al bivio successivo ancora a destra e si arriva in breve alla chiesa dalla quale in cinque minuti si sale in cima al monte dal quale si domina un panorama che nelle giornate chiare consente di vedere la costa.

Alcune foto descrivono meglio delle parole il bel paesaggio che si può ammirare.

Mentre salivo riflettevo su quanto il fiume Senio sia intimamente connesso alla vena del gesso. Fra l’altro raccoglie le cristalline acque dei suoi torrentelli carsici. Ho letto che si vorrebbero promuovere gli amici del Parco della Vena del Gesso. Mi pare una buona idea. Amici della Vena del Gesso e Amici del Senio potrebbero essere buoni fratelli e, assieme, legare collina e Vena alla magnifica pianura della Bassa Romagna, uniti dal babbo Senio, a volte brontolone e minaccioso, ma solo perchè chiede quella cura e quel rispetto che da decenni gli vengono negati.