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Martedì scorso, presso il Municipio di Casola Valsenio, abbiamo incontrato, congiuntamente, i Sindaci dei comuni di Brisighella e Casola Valsenio per esaminare e discutere la situazione della vallata della Sintria, a seguito dei danni provocati dai negativi eventi atmosferici del 2023 e 2024.

Nel corso dell’incontro abbiamo esposto il nostro punto di vista sulla situazione della vallata e del torrente, maggiore tributario del fiume Senio. Ricordo che alcuni mesi fa ci siamo fatti carico di sensibilizzare i social e i giornali per fare sì che Zattaglia e la valle della Sintria entrassero maggiormente sotto i riflettori dell’attualità.

Abbiamo esposto questi punti:

  • Occorrerebbe un piano complessivo di difesa e rinascita, coordinato a livello di bacino fluviale.
  • Segnalato come in molti ritengano che la tecnica di alcuni interventi lungo l’asta del torrente, dopo gli eventi del 2023, forse non sia stata confacente alle caratteristiche del luogo.
  • Occorre difendere le case minacciate e la viabilità secondaria che garantisce alle famiglie che le abitano il loro accesso.
  • Serve un piano urgente per riattivare le tante briglie guastate dalla furia degli eventi e fare si che possano continuare ad esercitare la loro funzione di rallentamento del corso dell’acqua.
  • Occorre completare l’opera di rimozione del legname flottante e delle piante in condizione precaria e che possono incidere negativamente sulla stabilità delle rive e delle infrastrutture, evitando nel modo più assoluto, disboscamenti incontrollati.
  • Forse è opportuno anche per la Sintria un piano di esondazioni controllate. Dove già è avvenuto e dove fosse programmato per il futuro, si rende necessario aprire un confronto immediato con le proprietà confinanti per stabilire regole e indennizzi adeguati e certi.
  • E’ urgente istallare lungo la valle della Sintria alcuni sensori in rete che possano trasmettere l’andamento dell’acqua lungo la valle.
  • Infine abbiamo segnalato lo stato di ammaloramento del ponte lungo la strada Provinciale Lame e alcune situazioni di infiltrazione dell’acqua sotto il manto stradale.

Ringraziamo i Sindaci per averci ricevuti e ascoltati.

Foto, Zattaglia e valle della Sintria, del 26 settembre 2024.

Le violente precipitazioni del maggio ’23 e, particolarmente, del settembre ’24, hanno lasciato pesanti effetti anche nella valle della Sintria, maggiore tributario del fiume Senio. Con foto, diffuse su larga scala, e articoli di stampa, abbiamo contribuito a fare conoscere situazioni che abbiamo temuto rischiassero l’oblio.

Concretamente però la situazione non è cambiata di molto. Dopo maggio ’23, lavori ne sono stati fatti, ma in buona parte sono stati spazzati via dal settembre ’24. C’è chi li ha criticati, quei pochi lavori svolti, perchè giudicati non a regola d’arte. In generale si è provveduto ad un’azione di pulizia per rimuovere il tanto, troppo, legname inerte, ma anche ad un massiccio taglio di alberature che a volte è parso di dubbia efficacia, se non peggio.

A parte della popolazione pare che non si proceda nel verso giusto e ad adeguata velocità. Voglio ricordare che anche questa vallata è stata letteralmente distrutta dagli eventi. Nel fondovalle con la furia dell’acqua e nelle pendici per effetto delle centinaia di frane che si sono mosse.

Adesso si registra una viabilità non ancora efficientata e in pericolo nel futuro; abitazioni in stato precario ed esposte a nuovi possibili eventi; al corso delle acque che deve essere regimentato in qualche modo; all’economia locale in pesante dissesto. Ma soprattutto al crescere del disagio di famiglie che non vedono futuro, allo sconforto che sale, alla mancanza di qualsiasi prospettiva.

Occorre anche qui un cambio di passo, come dice spesso il Presidente della Regione. Cambio di passo vuol dire idee chiare, progetti, piani di intervento, risorse. E soprattutto fare più in fretta, prima che la rassegnazione abbia il sopravvento.

Servono informazioni ai cittadini e partecipazione. Per parte nostra, che da oltre dieci anni poniamo il tema della manutenzione del nostro fiume, abbiamo chiesto un incontro ai due Sindaci della vallata per sentire da loro come stanno esattamente le cose. Quali lavori in corso, quali progettati, tempi di realizzazione e cosa manca per dare anche a questa valle la certezza di un futuro accettabile. Ad incontro avvenuto, renderemo conto delle cose dette.

Per spingere nella giusta direzione pensiamo anche ad altre iniziative: una camminata dal ponte delle Caibane a Valfusa per consentire a chi parteciperà di rendersi conto della situazione e ad un flash mob sui ponti della Sintria per richiamare attenzione e soluzione rapida dei problemi. Il tutto dentro la visione unitaria del fiume Senio che va dalla Sambuca al Reno e del concetto di bacino fluviale che deve essere alla base di ogni scelta.

Foto – Vallata della Sintria

Ieri, come invitato, ho partecipato, nella veste di presidente dell’Associazione Amici del fiume Senio, a ad una riunione di cittadini di Zattaglia e dintorni. Il tema era collegato alle conseguenze provocate dalle recenti alluvioni. La situazione della vallata è molto difficile. Ai danni provocati dal corso dell’acqua nell’intero bacino si sommano quelli, drammatici, delle innumerevoli frane.

Gli abitanti e i frequentatori sono molto preoccupati, in considerazione del fatto che dopo gli eventi, troppo poco è stato fatto per porre rimedio ai danni causati e per offrire garanzie nel futuro. Denunciano l’assenza di interventi decisivi, se non un’azione – a volte dissennata – di taglio della vegetazione. Molti ritengono che nei pochi casi in cui si è intervenuti per controllare il corso delle acque, parte dei lavori non siano stati compiuti a regola d’arte.

La discussione è stata assai complicata, i cittadini di Zattaglia decideranno in autonomia come muoversi.

Per quanto riguarda l’Associazione Amici del fiume Senio, fiume di cui la Sintria è massimo tributario, ribadiamo che non avremo mai nulla a spartire con i negazionisti della questione climatica e con chi, con atteggiamento liquidatorio, nega l’importanza del giusto rapporto che va creato fra acqua, fiumi, torrenti, rii e la natura di cui fanno parte e che li circonda. Vegetazione compresa.

Per parte nostra continueremo a batterci per una sintesi ragionata delle misure da prendere che vada dalla sorgente alla foce del Senio e che abbracci la logica dell’intero bacino fluviale.

Continueremo a segnale a chi di competenza, con logica collaborativa, come abbiamo sempre fatto negli ultimi dieci anni, i problemi o supposti tali, di cui verremo a conoscenza e ci batteremo con le forze di cui disponiamo e disporremo, per la loro equa soluzione.

Per la Sintria e per Zattaglia siamo già intervenuti con diverse modalità, tutte rese pubbliche. Continueremo nei prossimi giorni. A partire dalla segnalazione dello stato di ammaloramento evidente (che naturalmente dovrà essere valutato e confermato in sede tecnica) del ponte Mironi-Lama (v. foto) e della situazione di degrado e di supposta grave pericolosità del torrente ad esso circostante.

Ad un mese di distanza da quando abbiamo parlato della Sintria e della frazione di Zattaglia, siamo tornati a vedere quale è la situazione. Ricordo che la Sintria è il torrente maggiore tributario del Senio e che l’abitato di Zattaglia è nella storia della seconda guerra mondiale e della Liberazione dal nazi-fascismo. Sede del monumento ai Caduti del gruppo di combattimento Friuli nel corso della Liberazione sul fronte del Senio (1944-1945) e a quelli della “divisione Friuli” caduti in questi anni nelle operazioni internazionali (cit. Vito Paticchia).

Purtroppo è cambiato quasi nulla. Gli unici interventi visibili hanno riguardato la rimozione del legname. E’ stato tolto quello che si era incagliato nel ponte di Zattaglia. Visto un piccolo cantiere attivo qualche chilometro più a nord. Va detto che la rimozione del legno faceva parte di un finanziamento deliberato ancora dopo l’evento del maggio 2023.

Abbiamo chiesto ai cittadini del bar cosa fosse cambiato nell’ultimo mese, la risposta è stata: niente. Poi ci hanno raccontato come un tempo l’acqua fosse guidata, i rii e i fossi fossero curati, la vegetazione fosse coltivata. Lo stato d’animo che abbiamo colto in queste persone è lo scoramento. Ci sono apparsi, delusi, sfiduciati e, da buoni montanari, silenziosamente arrabbiati.

All’uscita del bar un cartello che non avevamo visto in entrata: VENDESI. A Zattaglia il bar è parte di un locale unico con dentro di tutto, un supermercato in miniatura dove ci sono i prodotti indispensabili alla vita della minuscola comunità. La vista del cartello ci ha lasciati di ghiaccio. Ci siamo chiesti chi potrà investire, pensando che se quel bellissimo locale chiude, è proprio il caso di dire che chiude Zattaglia.

Nel breve colloquio è uscito il tema dell’abbandono della montagna. Cosa faranno in futuro – si sono chiesti – le tante persone che hanno acquistato e ristrutturato casa, sistemato la strada verso l’abitazione a proprie spese, acquisito e coltivato terreno, se non vengono consolidate le frane e se non si riattivano le strade? Il tema dell’ulteriore spopolamento è drammaticamente presente e occorrerà tenerne conto.

Riguardo al fiume l’idea dei popolani di Zattaglia è che occorra mettere mano e ridare funzionalità al sistema delle briglie, diverse delle quali sono state spazzate via. Poi a loro parere occorrerà una manutenzione costante. Cosa vorrà fare l’Autorità del fiume? Speriamo che presto vengano alla luce i nuovi progetti di regimazione delle acque per la collina e la montagna e che la popolazione sia coinvolta attivamente.

Aggiungo il tema dei sensori che vanno collocati lungo la Sintria. Avendo visto la notevole portata di quel torrente, è opportuno che l’acqua quando scende sia segnalata a tempo. Che non costituisca la sorpresa dell’ultimo momento per chi deve controllarne le dinamiche.

Una parola andrebbe poi spesa per la foce della Sintria. Il torrente arriva perpendicolare al corso del Senio. Non sono un tecnico, ma credo che questo non sia la condizione ottimale. Cosa dicono gli esperti?

 

 

 

Nei giorni scorsi ho messo su facebook una foto del torrente Sintria, a Zattaglia.  Quel post ha registrato fino ad ora 378 condivisioni. Mai capitato. Non so dire quante persone lo abbiano visto, ma certamente migliaia. A seguito di questi numeri la stampa locale ha parlato della Sintria e di Zattaglia. E’ quello che ci prefiggevamo mettendo quella foto.

A taluni è parso che il commento a corredo della foto ” … pare essere paese dimenticato da tutti. Non si vede nessuno al lavoro” sia stato ingeneroso. Mi è stato offerto di capire meglio la situazione e il colloquio con un dirigente del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale – che ringrazio – me lo ha permesso. Ho ricevuto informazione che mi pare utile condividere.

La Sintria è l’affluente più importante del fiume Senio. Nasce nell’Appennino toscano e scorre lungo un valle parallela a quella del fiume Senio, fino a Villa Vezzano dove si getta nel Senio. Fra mercoledì e giovedì 18 e 19 settembre – in circa 30 ore – a Zattaglia sono caduti 380 millimetri di pioggia. Una quantità enorme che, mescolata alla terra rimossa, è diventata fango ed ha travolto tutto, fino ad arrivare nel Senio.

Va detto che lungo la Sintria non c’è un sensore che avvisi di ciò che sta accadendo e questo è un problema a cui porre rimedio in fretta. Il Sindaco di Castel Bolognese l’ha giustamente rilevato.

La competenza sulla gestione dei rii è del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale. A questa struttura è stata estesa dalla Regione, con un accordo quadro, la competenza sui 206 rii che portano acqua a Lamone, Senio e Santerno. Circa il torrente Sintria la manutenzione è affidata al Consorzio fino a Zattaglia, dopo passa all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale che per brevità chiamerò Autorità del fiume. Per quanto riguarda il Senio la gestione della sua parte Toscana è stata anch’essa affidata al Consorzio con sede a Faenza, mentre da Misileo alla foce è posta in capo all’Autorità del fiume.

L’asta della Sintria e buona parte dei tanti rii affluenti è stata ripulita prima delle piogge della scorsa settimana in virtù di un progetto di manutenzione del 2023 – dopo la catastrofe di allora – i cui lavori dovranno terminare nel 2025. I lavori effettuati – si è trattato di centinaia di interventi – hanno riguardato l’asportazione della vegetazione fluttuante e la riapertura delle canalizzazioni minori. Nel corso dei lavori fatti ultimamente, sono stati asportati 50.000 quintali di legname.

Mentre era in fase di completamento il lavoro del piano 2023 – 2025, è intervenuta la pioggia in quantità enorme della scorsa settimana. Relativamente a questa, lungo la Sintria, sono stati fatti i lavori di massima urgenza. Va detto come la furia dell’acqua abbia “scoperto” altri problemi come gli abusi edilizi e la presenza di tanto amianto nel territorio.

Occorre riconoscere che molto lavoro è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare e che il disagio dei cittadini è palese, così come lo sono sfiducia e rassegnazione. E questo è un problema a cui occorre dare risposte celeri. Occorre completare il piano della catastrofe del 2023 a cui si aggiungono i danni della scorsa settimana. Questo per riportare la situazione al preesistente, diciamo alla normalità delle realtà consolidata.

Ma questo non basta. Oramai abbiamo visto che la dinamica delle piogge attuali fa dire a tutti che a fiumi, torrenti e rii va dato maggiore spazio, a scapito a volte, purtroppo, dell’uso agricolo di alcuni terreni, ovviamente facendo i “conti” con i proprietari. Per questo occorrono i Progetti speciali di Figliulo – che tardano a materializzarsi – e tanti, tanti finanziamenti, fin dalla prossima legge di Bilancio statale, quella legge che Giorgetti ha appena detto che dovrà prevedere “sacrifici per tutti”.

Al problema della gestione dell’acqua si aggiunge quello drammatico delle frane e della viabilità in collina e montagna. L’impressione è che occorra partire dalla riscoperta del lavoro di una volta dei Bacini Montani, ridisegnando il territorio in funzione della dinamica dei prevedibili eventi atmosferici. Sui temi della viabilità e delle frane combinate con le delocalizzazioni, non si può ancora ritardare, se si vogliono mantenere in vita colline e montagne.

Infine il tema più generale dell’aiuto alla popolazione colpita. Non credo alla promessa del 100 per cento. Ma quello che si è deciso e si deciderà di dare, occorre darlo, rimuovendo perciò le difficoltà normative che fino ad ora lo hanno purtroppo impedito.

Di seguito alcune foto della Sintria dopo l’evento del 18 e 19 settembre. Le prime due sono relative al ponte di Zattaglia, le altre al corso del torrente (e alla bellezza del paesaggio che lo circonda).

 

Parlando dei fiumi ci sono parole che paiono essere dimenticate e che invece è utile riscoprire anche nella discussione popolare, quella che potrebbe definirsi partecipativa.

Giorni fa abbiamo riproposto all’attenzione di chi ha la responsabilità di decidere del nostro futuro con riferimento ai fiumi le parole “corridoio ecologico” per richiamare l’attenzione sul tema della biodiversità legato ai fiumi. Oggi vorrei parlare di bacino idrografico. Il “bacino idrografico” è la porzione di territorio che convoglia l’acqua in un luogo che poi diventa corpo idrico (fiume, lago, palude). Il bacino idrografico del Senio parte dalle pendici della Sambuca e si può dire arrivi fino al Ponte del Castello dove riceve l’ultimo apporto, il rio Celle.

Ad ogni bacino idrografico corrisponde per legge un Piano di gestione della regimazione delle acque. Il bacino del Senio non credo abbia una sua configurazione normativa autonoma; penso invece sia inserito nel Piano di Bacino del Reno e a sua volta in quello del Po. Questo però nulla toglie al fatto che quando si parla del fiume Senio e della sua gestione sia non solo opportuno, ma obbligatorio avere a riferimento il “bacino del Senio” quindi tutti i corpi che gli portano acqua (torrenti, rii, canali, fossi).

Ecco quindi che occuparsi solo degli argini, non basta. La gestione deve essere complessiva e deve riguardare l’intero bacino, nel caso del Senio dalla Sambuca al Reno.

Ricordo che il Senio accoglie innumerevoli rii e fossi e alcuni torrenti di rilievo fra i quali, nel comune di Palazzuolo: a sx il Rio di Campanara, il Fosso di Mantigno, il Fosso di Visano, il Rio Granarolo e il Rio S.Apollinare; a dx il Fosso Lozzole, il Fosso di Salecchio; il Rio Cesari e il Rio Intirata. Dopo i Confini gli affluenti di maggior rilievo sono: a sx il rio Mercatale, il rio Cestina; a dx il torrente Sintria. L’ultimo tributo di acqua al Senio è il rio Celle che viene raccolto al Ponte del Castello.

Il comunicato della Regione e del comune di Castel Bolognese dell’1 giugno, parla di impegni relativi al tratto di fiume da Riolo Terme al Ponte del Castello. Azioni importanti che è opportuno svolgere in fretta. Ma dobbiamo dire che purtroppo non basta. Le foto che pubblico si riferiscono al Senio sopra Riolo – poco prima della frazione di Isola – e al torrente Sintria a nord di Zattaglia. Come potete vedere enormi quantità di alberi secchi e sradicati e frane piccole e grandi preannunciano futuri guai certi, quando pioverà forte su in montagna e in collina. E’ certo che il corso tumultuoso dell’acqua porterà a valle quei detriti, creando tappi, intasando ponti e favorendo le frane di riva, premessa delle rotte degli argini.

Da tutto questo deriva l’importanza di recuperare il termine bacino idrografico e di ragionare, quando si parla di gestione dei fiumi, a partire da quella dimensione.

 

La chiesa di Monte Mauro

La chiesa di Monte Mauro

Il torrente Sintria è il maggiore tributario d’acqua del fiume Senio. Scorre lungo l’omonima valle e, come il Senio, taglia la famosa vena carsica del gesso. Dopo il piccolo borgo di Zattaglia lambisce Monte Mauro, il punto più elevato del contrafforte.

Ieri mattina siamo saliti al Monte da quel versante. Il protrarsi dell’autunno – innaturale e denso di incognite – ci ha permesso di ammirare il paesaggio in tutto il suo sfarzo stagionale. Ci hanno fatto compagnia il sole, il tepore, i colori, ma anche – giunti in cima – l’orribile coltre di smog che sovrasta la pianura Padana.

Gli Itinerari del Senio

Salita a Monte Mauro (A e R)

Chilometri 9 ca. Dislivello in salita m. 350 ca. Tempo 3 ore – con comodo.

Si parte dallo stradello (lungo tratto asfaltato) che sale a destra circa un km prima di Zattaglia. Giunti quasi sul crinale, all’altezza dell’Agriturismo Rio Raggio, tenere la destra. Al bivio successivo ancora a destra e si arriva in breve alla chiesa dalla quale in cinque minuti si sale in cima al monte dal quale si domina un panorama che nelle giornate chiare consente di vedere la costa.

Alcune foto descrivono meglio delle parole il bel paesaggio che si può ammirare.

Mentre salivo riflettevo su quanto il fiume Senio sia intimamente connesso alla vena del gesso. Fra l’altro raccoglie le cristalline acque dei suoi torrentelli carsici. Ho letto che si vorrebbero promuovere gli amici del Parco della Vena del Gesso. Mi pare una buona idea. Amici della Vena del Gesso e Amici del Senio potrebbero essere buoni fratelli e, assieme, legare collina e Vena alla magnifica pianura della Bassa Romagna, uniti dal babbo Senio, a volte brontolone e minaccioso, ma solo perchè chiede quella cura e quel rispetto che da decenni gli vengono negati.