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Oggi un giornale locale affronta il tema della siccità. Purtroppo si limita a riportare il parere di un esponente sindacale, senza però entrare dentro al problema. Esso afferma che bisogna trattenere l’acqua in inverno lungo i fiumi. Vorrei ricordare che le oramai famose Casse di espansione del Senio, oltre a proteggere la Bassa Romagna in caso di forti piogge in Appennino, sono progettate anche per contenere acqua – milioni di metri cubi di acqua – per rilasciarla al fiume in estate in caso di necessità.

L’avvio dei lavori per le casse di espansione è di circa venti anni fa. Da circa dieci anni una è completata e sono finanziate le opere di adduzione  casse/fiume per oltre 10 milioni di euro, cifra ingentissima. Da circa cinque anni l’Ente di bacino, che dipende dalla nostra Regione, afferma ogni anno che di lì a qualche mese la Regione avvierà i lavori per completare la seconda cassa e che contemporaneamente potrà partire il bando europeo per l’assegnazione dei lavori di adduzione e che dopo circa un anno potranno partire. Ho messo parecchi circa, perchè non credo competa agli Amici del Senio documentare la precisione, cosa che invece, se lo vorrà, potrà fare la stampa, consultando le fonti.

Mi chiedo a che gioco si stia giocando. Si afferma che i cambiamenti climatici porteranno alla distruzione del pianeta, se non si affronta subito il problema. Si sa, oramai si vede, che la siccità è uno dei primi segnali del tema surriscaldamento e che l’acqua sarà la risorsa decisiva per resistere. L’Emilia e Romagna, fra altro, ha deciso di mettere soldi propri, assieme ai tanti che ha stanziato il Governo, per trattenere in inverno l’acqua del Senio e rilasciarla in estate quando l’agricoltura ne avrà bisogno. Allora la domanda é cosa aspetti la Regione a realizzare quegli invasi, decisi da anni e già finanziati. E’ troppo chiedere una risposta a questa domanda?

Aggiungo che di fronte al tema siccità e surriscaldamento – da cui deriva – ognuno dovrebbe fare la propria parte. E torno al tema delle casse di espansione – di milioni di metri cubi di acqua che la nostra campagna in questi giorni potrebbe avere, se fossero state realizzate – per chiedere perchè nessuno si interessa a questo tema. Perchè non i sindacati di categoria? Perchè non i contadini che potrebbero stimolare un argomento ben più importante dei presunti danni arrecati da quelle poche persone che una volta ogni tanto transitano per una loro carraia? Perchè non le forze politiche che governano la nostra Regione? Perche non le forze di opposizioni le quali mancano così clamorosamente alla loro funzione?

 

 

 

 

 

2015-07-15 10.51.25Da alcune settimane alla diga steccaia di Tebano non scende più un goccio d’acqua. Potenti motori azionano pompe che succhiano acqua per uso irriguo. Fra pochi giorni il fiume Senio sarà una cloaca mele odorante. Ricordiamo che la diga steccaia, costruita in base ad un modello leonardesco e manutentata nei secoli sempre con cura e con gli stessi materiali, comprende un originale e funzionante sistema di risalita dei pesci. Basterebbe questo per garantire che su quello storico manufatto scorresse sempre l’acqua.

Invece no. Ragioni non abbastanza spiegate e non si sa quanto lecite fanno si che il fiume venga depredato di quasi tutta la sua acqua e di fatto portato verso la morte biologica. Questo accade in anni in cui sta crescendo l’attenzione verso i nostri fiumi e si pensa di valorizzarli a beneficio del turismo lento, quindi dell’ambiente e dell’economia dei territori.

L’Associazione Amici del fiume Senio, nel segnalare questa situazione, ricorda che i fiumi e l’acqua sono beni comuni e che come tali vadano tutelati in modo adeguato. Chiediamo che un minimo vitale di acqua continui a scorrere nei fiumi, così come chiesto nella petizione per il Senio firmata al momento da oltre 600 cittadini e inviata alle Amministrazioni comunali. E’ anche necessario che chi di dovere ci dica se attualmente i prelievi d’acqua avvengono nel pieno rispetto delle regole e se chi deve controllare, lo sta facendo e con quali risultati. Non si può più aspettare.

L’Associazione pensa che alle esigenze irrigue della nostra campagna si debba fare fronte con le dovute opere capaci di trattenere l’acqua in inverno, per poi rilasciarla quando occorre nel corso dell’estate. Come, appunto, le casse di espansione la cui realizzazione andrebbe conclusa quanto prima. Accanto a questo, si pone il tema della compatibilità da realizzare fra la tipologia delle produzioni agricole e la reale disponibilità di acqua presente nel territorio.