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Domani 29 dicembre alle 10,30 – in Santa Maria della Misericordia di Castel Bolognese (via Emilia Interna) – presenteremo l’idea targata Amici del Senio del “Giro delle 7 chiese di campagna”.

Il giro è di 26,5 chilometri. Sei di essi sono sull’argine del fiume, da Tebano al Ponte del Castello. Gli altri su strada e stradelli. Dalla piana del fiume, toccherà il monte Querzola, cima Coppi di Castel Bolognese.

Pensiamo che dal momento in cui i fiumi dovranno integrarsi maggiormente con i territori, acquisendo maggiori spazi, poterli vivere in una visione integrata con l’ambiente che li circonda, sia buona cosa.

Il Giro si potrà compiere a piedi e in bicicletta. Occorrerà fare attenzione al tema della sicurezza, ma sarà certamente una risposta alla richiesta dello sviluppo della “mobilità dolce” che viene da parte di tanti cittadini.

Lo sviluppo di questa idea potrà essere utile anche all’economia del territorio, che verrà così ad essere maggiormente conosciuta e valorizzata. Naturalmente, per passare dall’idea alla realtà occorrerà l’impegno dell’Amministrazione comunale per i compiti di propria competenza. Confidiamo che non mancheranno.

Amici del Senio, crediamo sia giunto il momento di tornare a parlare dei Parchi fluviali e di mobilità dolce lungo i fiumi. Per intenderci, parliamo dei parchi fluviali di Palazzuolo sul Senio, di Casola Valsenio, di Riolo Terme e di Castel Bolognese. Ma anche delle aree tutelate di Cotignola – in corrispondenza dell’Arena delle balle di Paglia e di Alfonsine là dove il Senio si getta nel Reno.

La tragedia dell’alluvione e delle frane ha lasciato pesantissimi segni anche su queste opere pubbliche certamente gradite ai cittadini dei luoghi e fonte di attrazione per il tempo libero di tante altre persone. Al pari di tutte le opere pubbliche, pur con una scansione temporale che deve tenere conto delle priorità che ogni Amministrazione Comunale indicherà, quelle opere, a nostro parere, devono essere completamente riattivate, avendo certamente riguardo al tema della sicurezza. Non abbiamo notizie da tutti, ma siamo certi che ogni comune avrà fatto i passi necessari nei confronti del Commissario straordinario e della Regione per ottenere i giusti ristori.

Riattivare i parchi fluviali e in generale favorire la mobilità dolce – a piedi, in bicicletta, a cavallo – presuppone innanzitutto che siano mantenuti puliti gli argini con adeguata gestione delle piante e con sfalci periodici – almeno due all’anno – con continuità nel tempo. Come si è ben detto dopo l’alluvione, solo una adeguata pulizia degli argini può consentire il controllo dei fossori (istrici, tassi, volpi, nutrie). Ecco come la pulizia di argini e rive risulti essere funzionale sia al tema della sicurezza che a quello della mobilità dolce. Si può dire siano le due facce della stessa medaglia.

Su questo tema ci aspettiamo che Autorità del fiume e Comuni facciano sapere ai cittadini come pensano di procedere.

PsUltimamente, dopo le elezioni comunali ed europee, ho ascoltato amici dire che la delusione della politica li aveva portati all’astensione dal voto. Parlo di persone coinvolte nelle vicende delle alluvioni del maggio 2023. In genere queste persone dicono di non comprendere la razionalità delle scelte di intervento che si sono fatte e che si fanno. Altra questione, quella degli indennizzi: molti, troppi, certamente la maggioranza dei cittadini considerano le istanze da presentare farraginose, incomprensibili, senza la certezza del risultato e foriere di guai futuri al punto di scegliere di non presentarle. Tutto questo significa una cosa sola: il rapporto con troppi cittadini si è deteriorato e questo è un male. I cittadini vanno coinvolti, ascoltati, a volte anche sopportati. Vanno informati sempre e resi edotti con precisione di ciò che il pubblico (Autorità del fiume, Enti locali, Commissario) vanno facendo. Ci vuole tempo? Anche questo è un costo? Va bene, ma va fatto. Non c’è nulla che costi di più che la perdita della fiducia e l’abbandono dei cardini della democrazia come, appunto, il diritto e l’esercizio del voto.