Ricordiamo gli scariolanti del Senio
L’amico Ilario Rasini ci ha inviato una nota che parla dell’opera degli scariolanti nel fiume Senio. Pone un problema che facciamo nostro e che sosterremo fino a quando sarà risolto.
All’intersezione tra il Canale in destra di Reno ed il fiume Senio, nel prospetto di valle della botte a sifone, è posizionata un’epigrafe in marmo dedicata ai costruttori di questa importante opera idraulica inaugurata nel lontano 1912, che simboleggia quella separazione delle acque alte da quelle basse che fu alla base della bonifica della bassa pianura ravennate. Il testo così recita: “I lavoratori della provincia di Ravenna riuniti in cooperative costruirono negli anni 1908-1912. Ripristinata nell’anno 1955 a cura del Consorzio di Bonifica B.P.R.”
Si tratta della più significativa delle quattro epigrafi posizionate a monte e a valle della botte: le altre sono dedicate al Genio Civile di Ravenna, ai Consorzi romagnoli di scolo ed al Ministro dei Lavori Pubblici Ettore Sacchi presente all’inaugurazione.
Com’è inevitabile, il logorio del tempo ha lasciato un segno su quelle testimonianze marmoree: in particolare l’epigrafe dedicata agli scarriolanti ed ai muratori riuniti nelle loro cooperative, allora dirette da Nullo Baldini, risulta ormai illeggibile a distanza e meriterebbe un’accurata manutenzione. La Lega delle Cooperative, erede di quei pionieri della cooperazione, potrebbe farsi carico di finanziare e dare attuazione a questo restauro, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica “Romagna Occidentale”.
Ricordo che nella costruzione del Canale in destra di Reno lavorarono giornalmente 2.000 braccianti e terrazzieri, con punte fino a 5.500, e furono impiegate 510.000 giornate di lavoro; lo spostamento con carriola interessò oltre due milioni di metri cubi di terra. La botte del Senio fu costruita dal 1908 al 1912 ed inaugurata il 5 luglio 1912, anche se i lavori non erano completamente ultimati. Dunque, la smania di inaugurare alla presenza delle autorità, prima della conclusione dei lavori, è un antico vizio italico!
Ilario Rasini
Un’epigrafe ormai illeggibile
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