Tre luglio a Tebano, un territorio si racconta

La nostra intenzione non è quella di offrire uno spettacolo pubblico, bensì quella di mettere in piedi una iniziativa culturale, divertente e con un senso. La cornice formata dal territorio che ci ospita e dalle persone che lo vivono. La tela colorata dalla natura e dal paesaggio, ordita dalle storie e dai ricordi.

Il lume che ci guida è l’esperienza e la collaborazione dell’Arena delle balle di paglia di Cotignola. Uno degli eventi culturali e sociali di maggior rilievo degli ultimi 10 anni nella nostra Regione.

Per definire il teatro dell’evento impiegheremo ciò che la natura e il territorio offrono. Palchi naturali, canne, tronchi, balle, stecchi. E poi luci tenui, che lascino spazio all’immaginario. Che consentano non di vedere, bensì di scrutare quello che ci sta intorno. Vorremmo rendere omaggio ad un ambiente di fiume nell’ottica che le persone se ne innamorino, lentamente.
Ci muoveremo nelle due aree attorno alla diga e all’area della ex pesa. Forse, chi lo desidera, potrà arrivarci con una camminata lungo il fiume e sotto la luna.

Il cuore della serata pensiamo sia l’obbiettivo di produrre coltura ed arte attraverso un territorio che si racconta con diversi strumenti. Immaginiamo una serata che si svolga dalle 18 alle 24, con una organizzazione logistica improntata al criterio della mobilità attiva e contemplativa, quindi: le attività, le istallazioni, la somministrazione dei generi di conforto, le dislocheremo lungo l’intera area.

Al momento, le iniziative ipotizzate sono: “IL PAESAGGIO CI RICORDA… E CI DICE”, una visita guidata da “attori narranti” del luogo con la propensione di mischiare realtà, paradosso, ironia e divertimento. Che tocchi luoghi veri e immaginari, come: Il Santuario con tutto, che abbraccia e accoglie tutti; l’acquedotto partito e mai arrivato; le terme progettate e mai realizzate; la Pocca degli amori, delle feste e … degli affari; la diga di fascine e pali ispirata a studi di Leonardo; la presa del canale della farina e del pane.

Pensiamo anche ad una o più istallazioni che ci raccontino la campagna e ad una rappresentazione musicale o teatrale di qualità e in tema.

Coloro che verranno a trovarci potranno avere (speriamo) sete e fame. Proporremo come bevanda ufficiale il vino. Le etichette da assaggiare saranno di fiume (Tebano e valle). Il cibo ammannito e proposto sarà “da strada”. Nell’area della festa proporremo il divieto di fumare e di ubriacarsi (e anche bere vino, se si guida).

Che senso ha tutto questo? Qualcuno ha detto che con la “cultura non si mangia”. Noi pensiamo che, intanto, nutra l’intelletto. E già questo non è poco ai giorni in cui viviamo. Pensiamo anche che cultura, ambiente e territorio siano volani di sviluppo economico compatibile. Ecco quindi come questa vorremmo fosse riconosciuta una iniziativa del “bene comune”.

Questa proposta ha bisogno di tante persone che ci credano e che si impegnino nella creazione e nel lavoro della sua gestione. Poi occorre qualche denaro. Avremo spese per la sicurezza. Non chiederemo mai ad un artista che vive del suo lavoro di venire da noi a lavorare gratis. Non è dignitoso. E non vogliamo fare pagare biglietti di ingresso. Siamo in piena campagna.

E’ indispensabile che i comuni interessati (Faenza e Castel Bolognese), ma anche le attività economiche e produttive del luogo e anche oltre, si sentano protagonisti. Pensiamo debbano quindi collaborare ed aiutarci in determinati aspetti organizzativi e nella formazione del budget di spesa.

Riusciremo in tutto questo? Con la simpatia, il consenso e la spinta di tutti, pensiamo di potercela fare.

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