Iniziano le piogge, torna il tema della sicurezza
Giorni fa abbiamo emesso un comunicato stampa che esprimeva preoccupazione per gli interventi a favore della sicurezza del fiume Senio. Abbiamo paventato ritardi sia per l’entrata in funzione della casse di espansione già pronta da tempo che per quanto riguarda la frana e la manutenzione nel tratto di Castel Bolognese – Faenza.
La stampa e il web locale ne hanno parlato. A loro i nostri interlocutori hanno fornito qualche risposta. Oggi parliamo della manutenzione e della frana di Castel Bolognese.
Il Carlino di sabato, riportando le affermazione del Servizio di Bacino, ci informa che i lavori (100.000 euro) inizieranno ad ottobre. Il ritardo deriva dal fatto che il provvedimento inizialmente classificato di “somma urgenza” è stato derubricato a “normale” e questo ha reso necessario l’affidamento dei lavori tramite una gara di appalto (che personalmente penso sia sempre buona cosa) vinta dalla cooperativa di Ravenna Deltambiente.
Non si è ben capito quali saranno le caratteristiche della manutenzione – posto che siamo in un parco pubblico – e come verrà affrontato il tema della frana.
Ci permettiamo di chiedere che la manutenzione sia fatta con scienza e coscienza. A quanto si può vedere dovranno essere sistemate le sponde dell’alveo; ripulito l’alveo stesso dai tantissimi detriti; tolti gli alberi a contatto o nelle immediate vicinanze del corso dell’acqua. Per il resto delle alberature speriamo si scelga la strada di un taglio selettivo, da gestirsi nel tempo, in modo da mantenere intatte le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del luogo molto apprezzato dai cittadini.
Riguardo la frana, contadini del posto dicono che quella zona è paludosa; sotto ci sono ghiaia e sorgenti. A testimonianza indicano di quando in piena estate in quel luogo si impaludò una trebbiatrice, restandovi, in bilico, per alcuni mesi. Un’altro contadino ritiene che in quell’area sia necessario un’opera di drenaggio del terreno. E’ vero, i contadini non sono geologi, ma conoscono bene la loro terra. Loro pensano che dalla frana possa derivare un pericolo reale. D’altronde proprio lì di fronte nel 1966 l’argine di sinistra cedette a Castel Bolognese venne allagato.
E’ del tutto evidente che l’Autorità del fiume dovrà tranquillizzare i cittadini dicendo cosa si dovrà fare in proprio o come prescrizione per chi gestisce l’area privata interessata dalla frana.
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