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Racconto di Roberto Torricelli. Quinta tappa, 9 giugno 2019.

Sant’Alberto – Casal Borsetti

Ultimo giorno della camminata per l’acqua. Il sole e il caldo continuano a non mancare. Roberto e Giampaolo Ossani hanno deciso di seguire il gruppo in bicicletta, Roberto con la scusa di fare alcune riprese con la GO-PRO montata sulla bici.

Fatta colazione in un bar al centro di Sant’Alberto si raggiunge il traghetto ed alle ore 9 si attraversa il fiume Reno, facendo dal traghetto il primo rito della giornata: “lancio delle gocce di luce” nelle acque del Reno.

Saliti sull’argine sinistro, argine che separa le acque delle Valli di Comacchio da quelle del Reno, dirigendosi verso valle, si gode il bellissimo paesaggio delle valli e dei tanti uccelli che la frequentano come i fenicotteri, i cavalieri d’Italia e le garzette.

Alla penisola di “Bosco Forte” si incontrano anche i cavalli in libertà su questa lingua di terra che finisce in mezzo alle valli. Non meno interessanti e spettacolari da ammirare le fioriture di erbe selvatiche, gli allevamenti di anguille e i canneti.

Alle ore 10,40 circa si giunge alle lapidi che ricordano il passaggio e rifugio di Giuseppe Garibaldi il 5 agosto del 1849 inseguito dall’esercito austriaco e i “Garibaldini” della 28° brigata “Mario Gordini” del gennaio-aprile 1945 che qui combatterono contro i tedeschi.

Con la vista in lontananza delle chiuse del Reno, si effettua un nuovo rito delle “gocce di luce” con lancio in parte nelle valli di Comacchio ed in parte nel fiume Reno.

Il sole e il caldo si fanno sentire essendo un tragitto completamente al sole, ombre non se ne vedono; qualcuno apre l’ombrello per ripararsi dal sole o per propiziare qualche nuvola e semmai anche un po’ di pioggia; ma il tentativo non funziona e si prosegue sotto un caldo quasi insopportabile.

Giunti a mezzogiorno all’osteria “PO’ DI PRIMARO” all’ombra di grandi alberi si pranza al sacco con le vivande portate con il pulmino da Domenico Sportelli (presidente degli Amici del fiume Senio).

Finito il pranzo, seduti in un grande cerchio, dopo alcuni riti sciamanici,

si chiede a ognuno dei partecipanti  di raccontare le sensazioni che ha vissuto con questa esperienza: parole dette da tutti molto belle, in particolare quelle di Alberto, che vale la pena riportare almeno in parte: “…… Sono stato bene in armonia, ….. ho sentito che ogni giorno crescevamo, che salivamo sempre più in alto ….. ringrazio tutti perché torno a casa con la voglia di continuare, di continuare in questa direzione, quando ogni tanto ti viene la voglia di dire basta! Qui non ce la possiamo fare, non cela faremo, ma invece mi fate sentire la voglia: no! ce la faremo, ce la faremo, riusciremo a trovare questa coerenza che dall’acqua si diffonda a tutto, soprattutto ai nostri cuori”.

Ripreso il cammino salendo sul ponte della strada “Romea” per attraversare il Reno e percorso la carraia dei “bilancioni”, che corre in destra Reno, si arriva finalmente a Casal Borsetti. Qui, battendo i tamburi e cantando, vengono distribuiti dépliant per le strade del paese e sulla spiaggia piena di bagnanti , invitando la gente a seguire il gruppo per la cerimonia finale, effettuata in simultanea in tutto il mondo, per celebrare l’ “ACQUA VIVA”.

Giunti, come previsto, alle 17,30 sulla spiaggia libera di fronte al Residence Mare e Pineta, contornati da numerosi bagnanti attratti dalla bellissima atmosfera creatasi  con la musica e i tamburi, si è regalata  energia positiva all’acqua con riti e lancio di gocce di luce nel mare.

La cerimonia si è conclusa con abbracci e saluti fra tutti, partecipanti  e bagnanti, e si è ritornati a casa con la voglia di ritrovarsi il prossimo anno con un’altra camminata per l’acqua.

Ndr – Si conclude così il racconto della Camminata per l’acqua 2019 lungo il fiume Senio. Resta l’impegno degli Amici del Senio di completare il percorso con le tre tappe mancanti, appena possibile. 

Racconto di Roberto Torricelli. Quarta tappa, 8 giugno 2019.

Tebano, Rossetta, Alfonsine, Sant’Alberto

Alla 4^ tappa è previsto un trasferimento in auto da Tebano ad Alfonsine, per poi proseguire a piedi fino a Sant’Alberto, dato che il percorso fatto tutto a piedi sarebbe troppo lungo e reso difficile dalla non pulizia della sommità dell’argine. La partenza viene anticipata di circa 30 minuti per le previsioni meteo, che danno sole e caldo per tutto il giorno, ed in particolare per fame.

Arrivati alle ore 8,20 al bar della piscina di Rossetta, il gruppo effettua  un’abbondante e buona colazione a base di paste, brioche, cappuccini… .

Roberto sostituisce Silvio e affianca Alberto nella guida del gruppo. Saliti sull’argine destro del Senio ci si incammina alla volta di Alfonsine godendo, dalla sommità dell’argine, qui sopraelevato rispetto al piano di campagna di circa 12 metri, dell’arte ordinata delle coltivazioni prevalentemente a frutteti che i bravi agricoltori sanno condurre.

Arrivati ad Alfonsine alle ore 9,40, fatto il lancio gocce energizzate dal nuovo ponte in legno pedonale ciclabile nel centro paese,

battendo i tamburi e cantando il proprio inno “camminiamo camminiamo, per l’acqua pura camminiamo, camminiamo camminiamo, per il mondo camminiamo, l’acqua impura trasformiamo, e il suo spirito lodiamo, ….” il gruppo giunge in piazza Gramsci, la piazza principale di Alfonsine con il maestoso monumento “il trionfo della resistenza”. Monumento dello scultore e ceramista Angelo Biancini che realizzò fra il 1970 e il 1973 a testimonianza dell’impegno della popolazione nella lotta di liberazione nell’ultimo conflitto mondiale.

Qui si effettua una breve sosta, con illustrazione del programma della giornata.

Si riprende la camminata sull’argine destro del Senio al ponte della strada statale Adriatica, facendo una nuova brevissima sosta al monumento della “Linea Gotica”,

si prosegue per un breve tratto sulla strada asfaltata destra Senio, si sale di nuovo sull’argine e sotto un sole cocente alle ore 12,20 si arriva alla botte a sifone dell’attraversamento del Canale Destra Reno sotto il Senio.

Finite, per il caldo, le scorte di acqua potabile, grazie alla gentilezza di una famiglia residente nelle vicinanze che mette a disposizione un rubinetto di acqua potabile nel suo cortile, il gruppo riesce a dissetarsi e a riempire le borracce.

Alle ore 12,45 si effettua un nuovo lancio delle gocce di luce nel Canale Destra Reno

e, saliti sull’argine del Senio percorrendo una strada bianca ghiaiata, si raggiunge il punto in cui il Senio sfocia nel fiume Reno.

Percorso un breve tratto sulla sommità dell’argine destro del fiume Reno,  si scende alla “casa dell’Agnese” una tipica casa colonica della fine dell’Ottocento che nel 1975 fu scelta dal regista Giuliano Montaldo per la realizzazione del film L’Agnese va a morire. Ora in estate è cornice di suggestivi spettacoli teatrali.

Viene consumato il pranzo al sacco e si effettua un sosta di riposo, con visita anche dell’attigua “Casa del Diavolo”, così chiamata per la particolarità della scala interna. Le alzate di detta scala hanno altezze diverse di gradino in gradino per cui se si scende in fretta e senza prestare attenzione si cade e si ruzzola al piano terra.

Alle ore 15,40 il gruppo riprende il cammino sull’argine del fiume

arrivando alle ore 17,15 al traghetto di Sant’Alberto, dove si esegue l’ultimo rito della giornata, con lancio delle gocce di luce nel fiume Reno.

Entrati nel centro di Sant’Alberto, ci si dirige alla sede della Pro-Loco.  Sistemate le tende per il pernottamento e fatta una confortevole doccia, ci si reca per la cena al vicino circolo tennis, ove si mangiano sia pasti a base di carne sia vegetariani, con un’ottima organizzazione.

Dopo cena si ascolta un’interessante conferenza del professor Paolo Belletti (presidente dell’Associazione Amici di Olindo Guerrini), che illustra la storia dello scrittore e poeta Olindo Guerrini – Stecchetti,  che in Sant’Alberto ha abitato.

 

 

 

Racconto di Silvio Marchi. Terza tappa, 7 giugno 2019.

1^ parte: Borgo Rivola – Riolo Terme

Dopo l’’ottima cena preparata dalle cuoche della Pro Loco di Borgo Rivola, sotto la direzione della Presidente Ardelia Pulti, il gruppo si ritrova alle 9,15 circa davanti al bar “Quelli che…”. Dopo aver fatto colazione, imboccato un tratto di strada di fronte al bar, ci si avvia lungo la sponda sinistra del Senio, arrivando dopo circa 500 mt. al ponte vicino alla cava. Ci si ferma per circa 10 minuti ad ascoltare le parole di Hubert, che spiega le motivazioni della camminata e il senso delle cerimonie, con musica dei tamburi, purificazione con penne indiane bagnate nell’acqua e lancio finale delle gocce di luce nell’acqua del fiume.

Si prosegue sulla sinistra del fiume lungo i campi che lo costeggiano entrando dopo circa 500 mt. nella zona delle serre di Borgo Rivola, una distesa di tunnel di cellophan per la produzione di vari tipi di ortaggi e, dopo circa 1 km. si attraversa il fiume passando su un ponte di tubi e si cammina su una strada sterrata in mezzo ai campi per ulteriori 500 mt. . In corrispondenza di un punto in cui la strada fa una esse, adiacente ad una grande casa, incontriamo una grande quercia centenaria, e il gruppo si ferma a contemplarla in un momento di raccoglimento, accompagnati dalla musica di un flauto tradizionale dei nativi americani, suonato da Lucilla.  Si riparte in direzione Riolo Terme lungo una  strada asfaltata, ma poco frequentata da auto e, arrivati ad un bivio, ci si ferma ad osservare uno stagno asciutto, un’opera costruita dal Parco della vena del gesso per la conservazione e la riproduzione di anfibi autoctoni, ma abbandonata e in disuso. Ripreso il cammino, dopo circa 1,5 Km. si arriva alla diga adiacente al ponte della Casolana prima di Riolo Terme e ci si ferma per una cerimonia, scendendo vicino all’acqua su una spiaggetta di sabbia e sassi, sulla destra del fiume. Finita la cerimonia, su invito di Prem Antonino, divisi in piccoli gruppi, ci si dedica a costruire con sabbia e sassi delle piccole opere di fantasia, a suggello del momento di ispirazione collettiva.

Si riprende il cammino lasciando il fiume e avviandosi lungo un percorso ciclo pedonale che porta in direzione delle terme di Riolo Terme, che vengono raggiunte dopo circa 1 Km.. Entrati nel parco delle terme, ci si ferma per circa 10 minuti a rifocillarsi da alcune fontane e, successivamente, ci si avvia  in ordine sparso verso il centro della cittadina. Radunato di nuovo il gruppo nella piazza, si decide di percorrere in corteo il corso principale, cantando l’inno della camminata e suonando i tamburi. Arrivati verso le 12,30  nei pressi delle scuole elementari, dove si sta svolgendo nel giardino esterno la festa di fine anno scolastico, ha luogo un bellissimo momento di incontro. I canti e i suoni del gruppo attirano l’attenzione dei bambini e dei loro genitori e/o parenti, coinvolgendoli nel richiamo a curarsi dell’acqua e dell’ambiente. Lasciata la zona della scuola, si ritorna indietro e si arriva davanti al palazzo comunale. Anche qui il gruppo si ferma e intona il suo canto per l’acqua, perché sia sentito e fatto proprio dagli amministratori. Ripreso il cammino, ci si dirige verso il parco fluviale e la baracchina chiamata TimOrso per il pranzo. Luigi, proprietario della baracchina, ha preparato un buffet vegetariano molto buono che tutti gustano volentieri.

2^ parte Riolo Terme-Tebano

Terminato il pranzo, verso le 14,00, si riprende il cammino per la seconda parte della tappa, in direzione Tebano. Si rimane sulla sponda sinistra del fiume, sotto l’argine e vicino all’acqua per circa 1 Km. Poi ci si inoltra per i campi sempre costeggiando il fiume. Arrivati all’incrocio con un’altra carraia che va verso destra, la si imbocca costeggiando una vecchia casa colonica, si attraversa il fiume su un ponte di tubi e si prosegue. Dopo circa 300 mt. si incontra un’altra casa colonica, molto grande, anch’essa disabitata, ma che a suo tempo ospitava molte famiglie, con al proprio interno un grande cortile. Proseguendo lungo una carraia in salita per altri 300 mt., si arriva in un parco molto bello, il parco di Villa Schiavio. Composto da una zona piena di alberi secolari, tra cui alcune sequoie e cedri giganteschi, con all’interno le rovine della villa padronale (fatta saltare durante la II guerra), una chiesa consacrata, una fontana di acqua sorgiva, una vecchia ghiacciaia  e una grande casa colonica, simile a quella precedente, ma ristrutturata, e una zona in cui è presente un lago, che fungeva da grande piscina ed era percorso anche da piccole barche, il parco ha provocato grandi emozioni nel gruppo e lo si è dovuto lasciare malvolentieri.

Ritornati sui propri passi, appena riattraversato il ponte di tubi, si imbocca un sentiero in mezzo alla vegetazione sulla sponda  sinistra del fiume, che si deve percorrere in fila indiana, perché abbastanza stretto, ma ombreggiato. Si prosegue per circa 500 mt. sul bordo del fiume, superando alcuni fossi, tra cui uno su un ponticello di tronchi costruito dagli esploratori del Senio, si  incontrano alcuni orti e, nei pressi di una casa, si imbocca una carraia che sale verso una strada che, costeggiando sulla destra un piccolo canale e la sponda del bacino di una cassa di espansione ancora in costruzione, dopo circa 500 mt., arriva di nuovo vicino al fiume, al termine della cassa di espansione.  Salendo su un breve ma impegnativo pendio, ci si inoltra su un sentiero simile al precedente, in mezzo alla vegetazione. Dopo circa 500-600 mt. il sentiero sbuca in una carraia adiacente un campo, che si percorre per ulteriori 500-600 mt., fino a sbucare vicino alla cosiddetta discesa delle Casacce, sulla Casolana. Superato un grosso fosso, rasentando il guard-rail e costeggiando per circa 100 mt. la strada, si imbocca una nuova carraia di fianco a una casa e si ritorna vicino al fiume. Costeggiando i campi, si percorrono le carraie avendo il fiume sempre sulla destra e, dopo circa 3 Km., si arriva nei pressi della presa del Canale dei Mulini e subito dopo alla  Diga Steccaia di Tebano.

Dopo una dovuta sosta al manufatto che aveva ispirato i progetti di Leonardo durante la sua permanenza in Romagna, in breve il gruppo raggiunge la strada provinciale che porta a Tebano e attraversato il ponte arriva negli spazi fra la ormai desueta pesa e  la vecchia scuola. Lì, montate le tende da parte di chi pernotterà sul posto, i volontari dell’associazione Amici del fiume Senio preparano una gustosa cena, dopo la quale la giornata si conclude in allegria con i balli della nostra tradizione contadina.

Racconto di Silvio Marchi. Seconda tappa, 6 giugno 2019.

1^ parte: Palazzuolo-Misileo.

Ritrovo alle 8,30 a Palazzuolo in Piazza Alpi dei partecipanti, si aggiunge Berta, la cucciola di Valentina. Espletate da parte degli amici di “Vivi consapevole in Romagna” le pratiche di iscrizione, si parte con alla guida Alberto e Silvio, stando ai bordi della Casolana per circa 500 metri, per poi scendere su Via delle Acque  verso il fiume e costeggiarlo sulla sponda sinistra, prima su una strada asfaltata fino alla fine della zona artigianale e poi su una strada sterrata per ulteriori 500 metri. Superata la zona del depuratore e arrivati ad un ponte su tubi, ci si ferma per una cerimonia e si gettano nell’acqua le gocce di luce. Poi si attraversa il fiume e si inizia a salire su una strada asfaltata, distanziandosi dal fiume, non essendo possibile costeggiarlo. Percorsi circa 1,5 Km, si incrocia un sentiero CAI, lo si imbocca e si scende verso Badia di Susinana.

Dopo circa 1,5 Km, dopo aver incrociato il Rio Cesari, si arriva all’abbazia di Badia di Susinana, fondata nel 1050. L’abbazia è attualmente abitata da una sola suora benedettina, suor Maria Teresa, che accoglie con grande simpatia i camminatori e li accompagna nella visita della piccola chiesa. Terminata la visita e salutata una grande quercia adiacente all’Abbazia,  ci si avvia verso la sede dell’azienda agrituristica Badia di Susinana, attraversando un ponte sul rio Cesari, affluente di destra  del Senio. Arrivati all’azienda agrituristica, costeggiando a sinistra la foresteria, ci si avvia su una strada sterrata verso il Laghetto delle Ari, lontano circa 500 mt. Arrivati al laghetto, lo si lascia scendendo a sinistra in mezzo alla vegetazione in direzione del fiume e si prosegue un po’ su una carraia e un po’ tra la vegetazione, fino ad arrivare ad un grande ciliegio sulla propria destra.

Di fronte al ciliegio, a sinistra, si imbocca un sentiero che porta verso un grande fosso. Dopo circa 200 mt, arrivati sulla sua sponda, si inizia a scendere fino al bordo del fosso e si attraversa su un guado costruito da noi con grosse lastre. Si prosegue sulla sponda destra del fosso fino ad arrivare alla congiunzione col Senio e, in mezzo alla vegetazione, superando a volte tronchi caduti sul sentiero, dopo circa 300 mt, si risale sulla sponda destra e si arriva in un campo. Attraversato il campo, dopo circa 300 mt, si incontra un altro fosso, che si supera agevolmente dopo essere saliti verso l’alto e si sbuca in un altro campo. Attraversato anche questo andando verso l’alto, si incontra una strada asfaltata. Dopo averla percorsa per circa 500 mt, si arriva ad un ponte sul fiume, lo si attraversa e si sale verso la Casolana. Arrivati sulla Casolana, la si percorre  per circa 200 mt e si arriva a Misileo, al ristorante-pizzeria “Da Lore” alle 13 circa, dove il gruppo si ferma per il pranzo.

2^ parte: Casola Valsenio-Borgo Rivola.

Dopo che gli autisti sono stati condotti a Palazzuolo col pulmino e sono tornati a Misileo, si pranza e, finito il pranzo,  ci si trasferisce con le auto a Casola Valsenio. Parcheggiate le auto, si dà vita ad un vivace corteo con canti e tamburi per la via principale e ci si avvia lungo la Casolana verso la zona della piscina. Dalla Casolana si imbocca  prima via Storta e poi via Gramsci a sinistra e la si percorre per circa 500 mt fino al suo termine. A quel punto si imbocca una strada sterrata che diventa poco dopo una carraia e ci si inoltra nei campi che costeggiano il fiume. Percorsi circa 1,5 Km tra i campi, con il fiume sulla destra non avvicinabile per le sponde troppo scoscese, arrivati ad una strada sterrata la si imbocca risalendo verso la Casolana, prima della quale ci immette a destra verso la sponda di un fosso, si passa in mezzo alla vegetazione e lo si attraversa, ritornando su una carraia.

Percorso circa un Km, si imbocca una strada sterrata adiacente ad una casa e si sale arrivando all’abbazia di Vallesenio. Lasciata l’Abbazia sulla destra, si segue una carraia che fiancheggia la Casolana fino ad arrivare nei pressi della zona industriale. Dopo essere entrati nel campo lungo i filari, dopo circa 100 mt si gira a sinistra fiancheggiando sulla destra un capannone e sbucando sulla strada che serve la zona industriale. Si percorre sulla pista ciclo pedonale tutta la zona industriale, finita la quale si gira a destra, fiancheggiando le ultime fabbriche e si arriva poco prima del fiume e di una piccola centrale elettrica ad una bellissima quercia centenaria. Il gruppo si ferma per ammirarla, qualcuno la abbraccia  e, dopo averla salutata, ci si avvia lungo la strada asfaltata, per poi, dopo circa 200 mt, imboccare di nuovo una carraia a destra e inoltrarsi nei campi, avendo il fiume sulla destra, ma non potendo avvicinarlo, causa le sponde molto alte e scoscese.

Attraverso i campi, percorsi altri 1,5 km circa, si arriva nei pressi del Ponte dei Montroni, posto sulla Casolana. Attraversata la Casolana, prima del ponte, si scende su una strada laterale che passa sotto il ponte e, dopo circa 500 mt, prima di un agriturismo, si imbocca una carraia a sinistra in direzione della cava del Monte Tondo. Percorso circa 1 Km tra i campi, prima del ponte della cava, si incontra il fiume, che si riesce ad avvicinare su una bella spiaggetta. Il gruppo si ferma e celebra una cerimonia in onore dell’acqua, lanciando nel fiume tante gocce di luce.

Si riparte in direzione di Borgo Rivola, imboccando, prima del ponte della cava, un sentiero che costeggia a sinistra il fiume, all’ombra di una fitta e fresca vegetazione. Dopo  circa 600 mt, finito il sentiero, si sale lungo uno stradello ghiaiato e si arriva sulla Casolana, a Borgo Rivola, nei pressi della sede della Pro Loco, dove il gruppo cenerà e verrà ospitato per la notte. Sono circa  le 18,30.

Racconto di Silvio Marchi. Prima tappa, 5 giugno 2019.

Ritrovo a Palazzuolo in Piazza Alpi dei partecipanti. Espletate da parte degli amici di “Vivi consapevole in Romagna” le pratiche di iscrizione, si parte in auto verso Quadalto. A Quadalto, parcheggiate le auto, alle ore 10,15 circa, si avvia ufficialmente la camminata sotto la guida di Piero, un palazzuolese buon conoscitore dei sentieri della zona, supportato da Alberto e Silvio degli Amici del Senio.

Siamo una ventina di partecipanti, più due cani, Lola, la border collie di Silvio e Frodo, il pastore australiano di Alberto. Sono con noi anche gli sciamani di “Lowe shaman way”, guidati da Prem Antonino, che celebreranno i loro riti, ripresi dalla tradizione degli indiani americani, con i loro tamburi i loro corni e le loro penne d’aquila.

Detto che il fiume Senio si forma per la confluenza di più torrenti e che quello principale pare essere il Rio Aghezzola, si segue la strada statale verso la Sambuca sulla sponda orografica destra del suddetto Rio e, dopo  circa 1 Km, si gira a destra sulla strada verso Piedimonte.

Arrivati a Piedimonte dopo circa 1 Km e passati tramite un ponticello  sulla sinistra orografica  del Rio Aghezzola, si prosegue su una strada inizialmente ghiaiata e successivamente sterrata,. Al primo guado il gruppo si ferma per una cerimonia in onore dell’acqua, gettando le prime gocce di luce nel torrente Aghezzola.

Passato un secondo guado si arriva alla casa di Green Energy, dove vengono solitamente ospitati gruppi di ragazzi, che sperimentano per alcuni giorni la vita tra i boschi, seguiti da animatori e guide esperte. Attraversato il fiume su un ponticello, si prosegue incontrando un altro guado, che alcuni attraversano su un tronco sospeso, altri passando su sassi.

Da quel punto inizia un percorso in salita su una mulattiera fatta di sassi per circa 1 Km.

Entrati in mezzo alla vegetazione, dopo un ulteriore Km, si arriva nei pressi di Cà Aghezzola, che si decide di visitare solo al ritorno. Rimanendo in alto rispetto al corso d’acqua, si prosegue per un ulteriore Km, si scende nei pressi del rio, attraversando un fosso che vi si immette. Il gruppo, però, si è sfilacciato e una parte di esso decide di proseguire lungo il letto del rio, per arrivare alla cascata principale. Il resto del gruppo,  con in testa Piero, essendosi dato l’obiettivo di arrivare alla sorgente nei pressi di Cà Buraccia e, solo al ritorno, arrivare alla cascata principale, inizia a salire nuovamente, superando anche alcune pendenze di roccia impegnative.

Scesi di nuovo vicino all’acqua, si attraversano a più riprese diversi guadi non particolarmente difficili e alcune cascatelle e, dopo circa 2 Km, si arriva a Cà Buraccia, dove si trova l’ultima polla d’acqua perenne. Sono circa le 14,00 e ci si ferma per il pranzo al sacco e per alcune foto. Poi si decide di salire sulla riva sinistra, abbastanza scoscesa, per visitare i ruderi della vecchia postazione militare di Cà Buraccia, risalenti al XIV-XV secolo.

Si parte per il ritorno seguendo lo stesso percorso dell’andata, per andare ad incontrare l’altra parte del gruppo alla  grande cascata. Dopo essersi ricongiunti, si effettua tutti insieme una bella cerimonia e, al termine, si decide per il rientro attraverso un percorso parzialmente modificato. Arrivati al fosso attraversato all’andata, invece di salire verso l’alto, si prosegue lungo il rio guadandolo più volte, fino ad arrivare ad una struttura in pietra, che originariamente era una testa di ponte. A quel punto, sulla sponda orografica sinistra del rio, si prende una vecchia mulattiera, in gran parte  con il fondo lastricato, che conduce a Cà Aghezzola.

Arrivati a Cà Aghezzola, una vecchia costruzione con il tetto rifatto e in parte in ristrutturazione, adibita a punto di ristoro per i camminatori,  ci si ferma a riposare e a rifocillarsi, prima di iniziare l’ultima parte del percorso di ritorno.  Passata Piedimonte e ritornati sulla statale della Sambuca, una parte del gruppo di testa decide di scendere alla Presia, un’area molto bella  dove il torrente fa una cascata e forma una bella pozza d’acqua, molto frequentata dai bagnanti. Poco alla volta quasi tutto il gruppo si riunisce ed alcuni decidono di fare il bagno, dopo di che si decide di guadare e di tornare a Quadalto percorrendo una strada ghiaiata alla sinistra orografica. Alle 18 circa, dopo quasi 6 ore di camminata, il gruppo arriva al Bar di Quadalto, dove ritrova Franco, il titolare, che ci aveva seguito e fotografato per una parte del percorso.

Rientrati con le auto a Palazzuolo, dopo aver sistemato le tende per la notte, espletati i bisogni corporali e rinfrescati con una doccia nei servizi della zona sportiva, il ritrovo è per la cena presso il tendone della Pro Loco.

Cena vegetariana gradevole accompagnata da buon vino, due calci ad un pallone un po’ sgonfio ,dove Lola ha modo di esprimere le sue qualità calcistiche, tante chiacchiere per ripercorrere i vari momenti della camminata odierna e appuntamento al giorno dopo per la seconda giornata Palazzuolo-Misileo alla mattina e Casola-Borgo Rivola nel pomeriggio, dopo trasferimento in pulmino.