Il parco fluviale di Castel Bolognese. Parte seconda

Castel Bolognese - Il Parco fluviale del Senio

Castel Bolognese – Il Parco fluviale del Senio

Ieri ho scritto questo http://domenicosportelli.eu/2015/01/il-parco-fluviale-di-castel-bolognese-parte-prima/ , oggi aggiungo una considerazione e concludo con una proposta.

La considerazione vi propongo di svilupparla insieme. Proviamo ad esercitarci in un calcolo. Poniamo che almeno centocinquanta persone al giorno percorrano a passo svelto il parco, partendo a piedi dalla loro abitazione. Circa centocinquanta persone al giorno (ma alcuni dicono di più) significano circa 60.000 passaggi all’anno. Quindi circa 300.000 chilometri percorsi. Chiediamoci quante calorie sono state bruciate e a quanti quintali di grasso corporeo corrispondono.  Infine proviamo ad immaginare a quanto risulti il risparmio economico per le medicine, gli esami e giorni di degenza in meno a carico dei castellani. Con ogni probabilità la cifra risparmiata dal Sistema Sanitario è di molto superiore al costo di una adeguata manutenzione del fiume. Questo è un esempio che ci porta a dire come il fiume e la sua bellezza siano risorse da cullare.

La proposta è che le amministrazioni comunali bagnate dal Senio si parlino anche su questo tema; poi che studino e realizzino il progetto di un percorso ciclo pedonale lungo il corso del fiume, dalla collina al mare. Non partiamo da zero. I tratti del fiume che toccano alcune città – Palazzuolo, Casola, Riolo – sono già attrezzati in questo senso; Castel Bolognese ha un bel tratto già funzionante; altre amministrazioni comunali stanno muovendo primi e secondi passi lungo questa direzione; il tratto lungo il Reno, da dove confluisce il Senio, fino al mare, è già operante.

La strada quindi è tracciata. Occorrerà vedere dove passare nei tatti non arginati, ma sono certo che le vie secondarie vicine all’alveo del fiume consentono di rispondere al problema. Contemporaneamente ogni comune potrebbe censire ciò che di bello ha e pensare a come renderlo appetibile a coloro che passeranno a piedi o in bici lungo l’argine. Stesso discorso per le attività legate all’ospitalità e all’enogastronomia, che possono senz’altro trovare in questo progetto nuove occasioni di lavoro e sviluppo.

Occorre la forza della volontà. Certo, ci vogliono anche risorse finanziarie che, mi permetto di dire, già ci sono a livello europeo e quasi certamente ci saranno a livello nazionale e regionale. Non dimentichiamo che la nostra Regione dispone di un ponderoso studio che valorizza l’idea di un percorso della Memoria lungo tutto l’arco della linea Gotica (e che non c’è linea Gotica senza fiume Senio). Uno studio che ha già smosso finanziamenti andati appannaggio di quei territori che già avevano idee e progetti. Bisogna fare presto. Sono tanti i “fiumi” che si stanno muovendo, spero che il Senio non voglia restare col cerino del rimpianto in mano.

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