La Sintria e Zattaglia, tanti lavori fatti e molti ancora da fare

Nei giorni scorsi ho messo su facebook una foto del torrente Sintria, a Zattaglia.  Quel post ha registrato fino ad ora 378 condivisioni. Mai capitato. Non so dire quante persone lo abbiano visto, ma certamente migliaia. A seguito di questi numeri la stampa locale ha parlato della Sintria e di Zattaglia. E’ quello che ci prefiggevamo mettendo quella foto.

A taluni è parso che il commento a corredo della foto ” … pare essere paese dimenticato da tutti. Non si vede nessuno al lavoro” sia stato ingeneroso. Mi è stato offerto di capire meglio la situazione e il colloquio con un dirigente del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale – che ringrazio – me lo ha permesso. Ho ricevuto informazione che mi pare utile condividere.

La Sintria è l’affluente più importante del fiume Senio. Nasce nell’Appennino toscano e scorre lungo un valle parallela a quella del fiume Senio, fino a Villa Vezzano dove si getta nel Senio. Fra mercoledì e giovedì 18 e 19 settembre – in circa 30 ore – a Zattaglia sono caduti 380 millimetri di pioggia. Una quantità enorme che, mescolata alla terra rimossa, è diventata fango ed ha travolto tutto, fino ad arrivare nel Senio.

Va detto che lungo la Sintria non c’è un sensore che avvisi di ciò che sta accadendo e questo è un problema a cui porre rimedio in fretta. Il Sindaco di Castel Bolognese l’ha giustamente rilevato.

La competenza sulla gestione dei rii è del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale. A questa struttura è stata estesa dalla Regione, con un accordo quadro, la competenza sui 206 rii che portano acqua a Lamone, Senio e Santerno. Circa il torrente Sintria la manutenzione è affidata al Consorzio fino a Zattaglia, dopo passa all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale che per brevità chiamerò Autorità del fiume. Per quanto riguarda il Senio la gestione della sua parte Toscana è stata anch’essa affidata al Consorzio con sede a Faenza, mentre da Misileo alla foce è posta in capo all’Autorità del fiume.

L’asta della Sintria e buona parte dei tanti rii affluenti è stata ripulita prima delle piogge della scorsa settimana in virtù di un progetto di manutenzione del 2023 – dopo la catastrofe di allora – i cui lavori dovranno terminare nel 2025. I lavori effettuati – si è trattato di centinaia di interventi – hanno riguardato l’asportazione della vegetazione fluttuante e la riapertura delle canalizzazioni minori. Nel corso dei lavori fatti ultimamente, sono stati asportati 50.000 quintali di legname.

Mentre era in fase di completamento il lavoro del piano 2023 – 2025, è intervenuta la pioggia in quantità enorme della scorsa settimana. Relativamente a questa, lungo la Sintria, sono stati fatti i lavori di massima urgenza. Va detto come la furia dell’acqua abbia “scoperto” altri problemi come gli abusi edilizi e la presenza di tanto amianto nel territorio.

Occorre riconoscere che molto lavoro è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare e che il disagio dei cittadini è palese, così come lo sono sfiducia e rassegnazione. E questo è un problema a cui occorre dare risposte celeri. Occorre completare il piano della catastrofe del 2023 a cui si aggiungono i danni della scorsa settimana. Questo per riportare la situazione al preesistente, diciamo alla normalità delle realtà consolidata.

Ma questo non basta. Oramai abbiamo visto che la dinamica delle piogge attuali fa dire a tutti che a fiumi, torrenti e rii va dato maggiore spazio, a scapito a volte, purtroppo, dell’uso agricolo di alcuni terreni, ovviamente facendo i “conti” con i proprietari. Per questo occorrono i Progetti speciali di Figliulo – che tardano a materializzarsi – e tanti, tanti finanziamenti, fin dalla prossima legge di Bilancio statale, quella legge che Giorgetti ha appena detto che dovrà prevedere “sacrifici per tutti”.

Al problema della gestione dell’acqua si aggiunge quello drammatico delle frane e della viabilità in collina e montagna. L’impressione è che occorra partire dalla riscoperta del lavoro di una volta dei Bacini Montani, ridisegnando il territorio in funzione della dinamica dei prevedibili eventi atmosferici. Sui temi della viabilità e delle frane combinate con le delocalizzazioni, non si può ancora ritardare, se si vogliono mantenere in vita colline e montagne.

Infine il tema più generale dell’aiuto alla popolazione colpita. Non credo alla promessa del 100 per cento. Ma quello che si è deciso e si deciderà di dare, occorre darlo, rimuovendo perciò le difficoltà normative che fino ad ora lo hanno purtroppo impedito.

Di seguito alcune foto della Sintria dopo l’evento del 18 e 19 settembre. Le prime due sono relative al ponte di Zattaglia, le altre al corso del torrente (e alla bellezza del paesaggio che lo circonda).

 

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