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Si concretizza mercoledì 22 aprile la terza iniziativa proposta dagli Amici del Senio per Cotignola, assieme a Primola e all’Amministrazione comunale. Dopo la Mostra del Senio esposta durante la sagra della Segavecchia, dopo “Andare per erbe e pic nic lungo il Senio”, ora la proiezione del documentario “Al di qua del fiume: Castel Bolognese nella bufera della guerra 1944/45”.

Non appaia strano che si proietti a Cotignola un film che parla di Castel Bolognese. Il film è si dedicato a Castel Bolognese durante la seconda guerra mondiale, ma in realtà la chiave di lettura è rivolta alle immani tragedie provocate dalla grande guerra e da tutte le guerre, di tutti i tempi e in ogni luogo.

Penso sia molto positivo che le diverse comunità si incontrino e che i sentimenti si mescolino. Un motivo, come in questo caso, può essere la celebrazione della fine di una guerra atroce. Un domani questo potrà certamente avvenire anche per altri scopi comuni come, ad esempio, la valorizzazione del fiume che le unisce. A questo gli Amici del Senio puntano, per questo continueranno a battersi.

Ricordo infine che, quasi a consolidare un rapporto di stima reciproca e di collaborazione fattiva, il 15 maggio sarà proiettato a Castel Bolognese il film: Cotignola città dei Giusti.

Vi aspettiamo tutti il 22 aprile – alle ore 20,30 – alla chiesa del Suffragio di Cotignola.

Il grande falò ad uno dei trebbi

Il grande falò ad uno dei trebbi

Nonostante si cerchi di accreditare la cultura dei messaggini, dei tweet, dei partiti personali e degli uomini soli al comando, la grande partecipazione registrata ieri sera ai trebbi delle 300 case, dimostra come le persone abbiano ancora tanta voglia di ritrovarsi, di stare insieme e di parlarsi. Dobbiamo dire grazie all’iniziativa di Primola che ce lo ha fatto riscoprire.

Non è quindi un dato ineluttabile quello di cui tanto si parla, delle persone chiuse la sera in casa e delle piazze vuote. Forse c’è un problema di contesto e di proposta, azzeccati i quali le comunità possono rimettersi in circolo.

Un tempo i trebbi avevano una funzione di socializzazione, di mutuo soccorso e della trasmissione orale della storia e del sapere, oltre a quella del ristoro dopo giornate di faticoso lavoro. Oggi le condizioni sono mutate, grazie soprattutto all’esplosione dei nuovi mezzi di comunicazione. Questo è positivo per la nostra cultura personale, ma ci fa anche correre il rischio di isolarci in noi stessi.

Allora la parola chiave da riscoprire è: partecipazione. I trebbi ci dicono questo. Offrire di partecipare a progetti a cui ognuno può portare qualcosa di se stesso, di vero e di tangibile, può essere la leva per tornare a fare uscire le persone di casa.

I trebbi ci dicono che i luoghi della partecipazione possono essere i più disparati: dalle case, ai circoli, alle parrocchie, ai mulini, alle sedi di attività. Ma possono diventarlo anche le piazze, le nostre tante piazze di paese che ci dispiace vedere così vuote.

Bisognerebbe però attrezzarle e qui mi permetto di sostenere l’idea di costruire in tutte le piazze uno o più ambiti colloquiali composti da panchine disposte a cerchio con verde che ne caratterizzi in parte la riservatezza, piccoli tavoli, prese di corrente e Wifi, casomai coperte.

E chissà che dopo le 300 case, non ci si possa inventare 300 piazze.

 

Domenica 12 aprile, gli Amici del Senio offrono una bella camminata, distensiva e liberatrice dei brutti pensieri. Ammireremo dall’alto, ma con i piedi ben piantati in terra, il bel paesaggio delle nostre campagne.

Andremo alla scoperta del luogo dove settant’anni fa i soldati neo-zelandesi ruppero il fronte del Senio. Dopo pochi giorni l’Italia era liberata dal nazi-fascismo.

Con il supporto di un socio che di storia ne sa, potremo immaginare il debito di riconoscenza che portiamo a quei giovani soldati giunti dall’altra parte del mondo per liberarci dal fardello dei nostri storici errori.

Vi aspettiamo tutti.

Misticanza del Senio

Misticanza del Senio

Bel pomeriggio, oggi sul fiume a Solarolo. Gigliola e Ruth hanno proposto di andare a riconoscere le buone erbe. Come ogni aula che si rispetti, non poteva essere numerosa più tanto e molte persone non hanno potuto partecipare. Ci dispiace, ma ci saranno nuove occasioni.

Il dato che ancora una volta stupisce è constatare quante persone vorrebbero avvicinarsi al loro fiume. E la gioia dei bambini, correre e giocare spensieratamente, rotolarsi nell’erba e sporcarsi di natura.

Gigliola e Ruth, sono state molto brave. Hanno preparato le dispense per illustrare un numero limitato di erbe, presupponendo nuove puntate, e ad esse hanno accoppiato ricette per come assaggiarle. Ma quel che veramente ha sorpreso è che le ricette non sono rimaste solo sulla carta. Alla fine i partecipanti hanno potuto gustare tartine, frittate, torte, crescentine e un’ottima misticanza preparate con quelle erbe. Veramente straordinario, se poi a tutto ciò aggiungiamo vino e prodotti che alcuni cittadini solarolesi ci hanno donato.
Non vorrei pensaste a piaggeria, ma quei mangiari erano veramente ottimi, caratterizzati da sapori fini e da odori gradevolissimi, quali quelli che possono sprigionare le viole e i petali di margherita e di calendula.

Alla fine le persone presenti hanno mostrato di avere apprezzato questa iniziativa e ci hanno incoraggiato a proseguire, iscrivendosi all’Associazione Amici del fiume Senio, firmando la petizione per la valorizzazione del fiume, offrendo contributi volontari. Certo, anche indignandosi per come quel tratto di fiume è stato maltrattato da quella che alcuni chiamano manutenzione.

[highlight]Oggi il fiume era ricco di erbe.[/highlight] Tutto è andato bene. Nessuno si è fatto male. Ma non vi dico quanta è stata l’indignazione di tante persone presenti nel constatare gli orrori di una manutenzione che ara gli argini e che tritura ogni forma di vegetazione, lasciando sul campo tutti i detriti e centinaia di tronchi appuntiti, come spade. Molti hanno fotografato e denunciato quella situazione nei network sociali. Alcuni hanno parlato e proposto di mettere in campo una denuncia pubblica.

Domani metterò le foto di quel paesaggio (che si potrebbe anche pensare di conservare come opera di land art, tanto è paradossale) e informerò il Sindaco. Poi vedremo se quel “lavoro” sarà migliorato e reso accettabile. Altrimenti dovremo parlarne.

IMG_1547Ieri sera abbiamo presentato ad Alfonsine l’associazione Amici del fiume Senio e il suo programma. Hanno accolto l’invito una trentina di persone rappresentanti di Enti, Associazioni e cittadini. Fra tutte le gradite presenze quelle del sindaco Mauro Venturi e di Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea.

Ancora una volta abbiamo avuto la prova di quanto sia vasto l’interesse dei cittadini verso il nostro fiume.

La discussione è stata ricca di spunti. Si è passati dal tema della sicurezza per la funzione idraulica del Senio a quello della sua piena agibilità per le attività di svago dei cittadini. Con al centro sempre l’aspetto della sua valorizzazione come risorsa ambientale, con possibili effetti benefici per l’economia dei territori.

Giuseppe Masetti ha posto l’accento sulla caratteristica principale del fiume Senio, che lo rende diverso dagli altri fiumi: l’aspetto storico. Le gravi vicissitudini dell’ultima fase della seconda Guerra mondiale, hanno visto il Senio testimone di una lotta cruenta che investì i soldati di venti nazioni, i combattenti partigiani e centinaia di migliaia di civili che pagarono un altissimo tributo.

Il tema della raccolta della memoria che ruota attorno al Senio e alla sua valle, diventa quindi centrale, assieme al compito di preservarla e tramandarla. Ma perché essa resti indelebile, occorre collegarla ai territori ove i fatti si sono svolti. Da qui l’esigenza di rendere visibili e fruibili i luoghi di quella storia, attraverso una serie di misure come un percorso ciclo-pedonale sull’argine, apposita segnaletica indicativa e rievocativa e altre misure.

Per rendere organica l’iniziativa di valorizzazione del Senio, occorre che un dei dodici comuni toccati dal fiume, assuma il ruolo di capofila per la definizione dei progetti. E’ questo l’obbiettivo immediato che come associazione ci poniamo.

Mauro Venturi non si è sottratto a questo interrogativo, riconoscendolo giusto e opportuno, rimandandone – crediamo giustamente – la risposta, al confronto con gli altri comuni. Che però sarebbe necessario – per molte ragioni – avvenisse in tempi molto brevi. Il Sindaco ha poi ricordato la funzione positiva dell’Associazione e in generale della partecipazione su questi temi, assieme all’auspicio che anche l’Autorità di Bacino si apra ulteriormente al confronto con tutti.

Tebano (Faenza) - Il paesaggio e la pittura

Tebano (Faenza) – Il paesaggio e la pittura

Stasera alle diciannove, ci troviamo a Tebano presso le vecchie scuole elementari, per organizzare una iniziativa che vorrebbe coinvolgere quel piccolo territorio.

A promuoverla sono gli Amici del Senio, il Polo di Tebano e la Parrocchia di S. Pietro. Sono state invitate tutte le famiglie della frazione.

Tebano è una bella località della valle del Senio. Assieme al suo fiume, vorremmo valorizzarla. Vorremmo metterne in primo piano il paesaggio che la circonda e il suo valore ambientale, gli aspetti storici, culturali e le sue pregiate produzioni agricole.

Ci piacerebbe che Tebano diventasse una stazione importante del percorso ciclo-pedo-equestre che vorremmo realizzare lungo il Senio, dalla collina al mare.

Allora, l’idea è quella di promuovere il 16 e 17 maggio due giorni di iniziative che invitino tante persone a recarsi a Tebano per conoscere i suoi “valori” e per parlarne.

Speriamo che i tebanesi vogliano darci una mano per l’individuazione delle iniziative e per la gestione nel Tebano day.

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La freccia della foto indica il bel chiostro del palazzo municipale di Castel Bolognese, dove domenica 9 novembre, in occasione della Sagra del Bracciatello e del vino Novello, verrà esposta la mostra: Il percorso del Senio tra memoria e natura, un fiume di ricordi.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Amici del fiume Senio, con la collaborazione della Pro Loco di Castel Bolognese, dell’Amministrazione comunale e degli Amici di Felisio.
Nella mostra, oltre ai paesaggi e alla natura, si vuole ricordare attraverso le foto storiche, quello che il Senio ha rappresentato per la popolazione che ha vissuto le sofferenze e i sacrifici dell’ultimo conflitto mondiale.
Con questa iniziativa, gli Amici del Senio desiderano rendere omaggio al nostro fiume, che vorremmo sicuro e che tornasse ad essere delle comunità.
L’Associazione pensa che esso rappresenti un luogo fortemente identitario per le popolazioni. Le ragioni principali consistono nel valore storico legato alle vicissitudini della seconda guerra mondiale; nel fatto che si mostra come un corridoio ecologico-ambientale di notevole valore ed interesse e che è meta ricercata per le attività del tempo libero di molte persone.

Il primo obbiettivo concreto che gli Amici del Senio si propongono, è la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale/ambientale, sopra l’argine del fiume Senio, dalla collina al mare, con l’intenzione di valorizzare il tal modo il paesaggio e gli interessi culturali, ambientali ed economici vicini al fiume.

Invito tutti i lettori a venirci a trovare, domenica prossima, a Castel Bolognese. L’occasione, oltre che a vedere la Mostra, sarà quella di partecipare ad una bella Sagra autunnale della quale potete vedere qui il programma http://prolococastello.xoom.it/aaa12/proloco/brazadel2014.pdf

Naturalmente, se vi capita di venire al mattino, a mezzogiorno, potrete gustare i buoni piatti dello stand gastronomico, oppure la cucina dei nostri ristoratori.
Se pensate di venire in camper, nessun problema. Potrete parcheggiare nei posti dedicati nell’ampio parcheggio della zona sportiva, in via Donati. Arrivederci.

La Pressapoco Band al concertino della Pocca

La Pressapoco Band al concertino della Pocca

Ieri pomeriggio, è stato veramente bello vedere scorrazzare, accompagnati dai genitori, tanti bambini lungo l’argine del fiume Senio. Poi attorno al tempietto della vecchia fonte della Pocca e ancora, nel cortile di Cà san Giovanni.

Tante persone, almeno centocinquanta, quelle coinvolte. Una giornata di puro divertimento all’insegna della semplicità e del contatto con la natura e il paesaggio. Quello delle nostre belle colline, che vorremmo tanto fosse conservato e valorizzato. E’ stato poi un vero piacere constatare la presenza di tanti amici non di Castel Bolognese, a testimonianza di come esista una attrattiva del fiume e del suo ambiente.

Oggi della vecchia fonte della Pocca rimane poco: un piccolo manufatto in cemento, circondato e coperto da una folta vegetazione. Si nota la piccola discesa che portava alla cannella dell’acqua, purtroppo da tempo scomparsa causa i lavori di una cava. Di lato il fiume, però senza la “passerella”, davanti parte della vecchia collina con la sua vegetazione autoctona.

Molti cittadini hanno partecipato per ritrovare un “loro luogo”, un ambiente ricco di ricordi e a loro caro.  Ascoltando le loro conversazioni, si è capito come quel luogo rappresenti parte dell’identità di Castel Bolognese e di tanti suoi abitanti. Allora in diversi ci siamo chiesti perchè disperdere questo valore, alla prova dei fatti non dimenticato? Metterlo irrimediabilmente fra le cose perse. Non abbiamo trovato una risposta, ma dovremo parlarne, certamente allargando la partecipazione alle istituzioni della nostra città.

Realisticamente cosa si può fare? Almeno due cose: collocare l’antica fonte della Pocca nel quadro delle cose belle e visitabili presenti nella zona Tebano – Biancanigo – Vernelli, un’area di grande valore ambientale e paesaggistico. Penso alle due chiese parrocchiali, al Parco fluviale di Castello, alla Diga steccaia, alla derivazione del Canale dei Mulini, al Polo tecnologico, alla fonte della Pocca, al Parco geologico della ex cava Falcona. Poi offrirle alla fruizione del pubblico con un progetto unitario, tenuto assieme da un percorso turistico ciclo pedonale.

Riguardo la Fonte, intanto si potrebbe decidere di fermare il decadimento. Curando con lavoro volontario la vegetazione che la circonda e il piccolo manufatto. Poi sognare di rimettere la “passerella” per attraversare il fiume e di ricercare nuovamente la piccola falda dell’acqua solfurea. E chissà che i sogni non diventino realtà.

 

sn4Domani, tanti cittadini di Castel Bolognese e oltre, torneranno con gli Amici del fiume Senio alla Pocca. Partiremo alle 14 da Biancanigo e a piedi, sopra l’argine del fiume, arriveremo a Tebano. Poi, a sinistra, verso Cà san Giovanni, in meno di dieci minuti saremo a quel che resta della Pocca. Per chi non lo sapesse, la Pocca era una piccola fonte di acqua solforosa, accudita dal contadini del luogo fin dall’inizio del secolo scorso. Col tempo la fecero diventare un apprezzato luogo di scampagnate. Il posto divenne molto conosciuto negli anni grazie ad una ricca e folta trama di incontri, fino ad alimentare una piccola economia di fiume.
Oggi resta poco di quel fascino di un tempo, ma non è detto che in futuro possa tornare a rivivere.
Come è sempre capitato, con la fiumana, il “boschetto” si è allagato. E’ stato così anche sabato scorso e questo ci ha fatto propendere per una piccola variazione nel programma della giornata di domani. Il punto è che il limo portato dall’acqua, già oggi asciutto, non consente l’esercizio dei balli dei Pressapocoband. Allora abbiamo deciso, dopo la visita alla Pocca, di portarci nel bellissimo prato dell’agriturismo di Cà san Giovanni è lì chiacchierare, ascoltare qualche fatto di fiume, ballare con i Pressapocoband e fare il rinfresco “cun la gulpè” oppure con le torte degli Amici del Senio e dell’Associazione genitori, ecc. .
Ancora due cose per introdurre l’atmosfera. L’ambientazione sarà di tipo agreste. Saremo in campagna, cammineremo sull’erba, per piccoli tratti alta, incontreremo una natura viva. A Cà san Giovanni troveremo un vero agriturismo, con tutti gli animali da cortile e l’ambiente di una casa contadina. Molto bello.
L’invito però che vi rivolgo è quello di ammirare il paesaggio che incontreremo. Lo merita veramente. Vivendoci ogni giorno, siamo portati ad essere indifferenti, ma se facciamo mente locale, se l’approccio sarà quello di esplorarlo, ci accorgeremo che quel territorio è uno dei più belli della Romagna… e anche oltre. Poi mi direte.

Gita Solarolo (22)

Ieri, per il fiume Senio, è stata una magnifica giornata, con tanti eventi sulle sue rive.
Al mattino ho visitato nello splendido scenario di Tebano il Vendemmia day promosso dal Polo di Tebano (nei prossimi giorni vi dirò cosa è questo Polo). Ebbene, hanno pensato di organizzare un concorso per pittura ad acquerello, ponendo gli artisti al cospetto dello splendido scenario naturale che coccola Tebano.

Vedendo gli artisti all’opera, mi sono ricordato quando, a metà degli anni cinquanta, nella campagna di Lugo dove abitavo, vedevo passare persone con sulla bicicletta il cavalletto, le tele e una cassetta. Dopo poco le cercavo. A volte trovavo qualcuno di loro col pennello in mano, davanti ad un albero, ad un campo di grano con i papaveri, ad un canale ed era grande la sorpresa quando li vedevo, non più in abiti normali, ma con sopra una fluente tonaca ed un grande cappello mosso in testa. Come i pittori dei secoli passati. Chissà quale significato aveva per loro quella finzione.
Chiuso l’angolo dei ricordi, debbo dire che questa iniziativa e tutte quelle di contorno nella giornata, mi hanno ancora un volta convinto che quel “luogo” a cavallo del Senio, è uno dei più belli della Romagna.

Nel pomeriggio ho partecipato alla Gita al fiume a Solarolo. Organizzata dal gruppo locale dell’Associazione degli Amici del Senio. D’accordo, era una splendida giornata di sole, ma mai mi sarei aspettato tante persone. Giovani famiglie con tanti bambini, persone anziane ammaliate dai ricordi del loro fiume, tutti i contadini che confinano col fiume e i titolari delle piccole attività poste nelle vicinanze (un birrificio, una cantina di vini pregiati, un Agriturismo). Amici di Cotignola e altre persone curiose di riscoprire un contatto con la natura che stiamo perdendo.

Nel corso del lento peregrinare sopra l’argine e in golena, abbiamo visto le tane dell’istrice, l’airone cinerino; abbiamo saputo della presenza dei caprioli e dei cinghiali. Siamo stati a contatto con una natura selvaggia, certamente da disboscare, ma non da fare sparire. Abbiamo visto i bambini scorrazzare e divertirsi; chiedere di questo e di quello. Abbiamo sentito mamme proporsi di celebrare il quei luoghi il prossimo compleanno del loro figlio. Al termine ci siamo fermati in una golena, dove, piccoli eventi, ci hanno fatto rivivere le feste nelle aie contadine di alcuni decenni fa.

E allora:
– assaporare la salsiccia arrostita in una “tasca” di piadina romagnola – tutto acquistato sul posto – (una pietanza buona in se, ma con valore doppio, al solo ricordo di una famosa, allusiva, poesia dialettale di Tonino Guerra);
– assaggiare gli splendidi vini prodotti nelle “Terre” di Mazzolano, a Riolo Terme, con vendita diretta dall’azienda agricola Graziani, in via Benedetta, 1 – a Solarolo, proprio sotto l’argine del Senio (sito www.poderetorremazzolano.it);
– bere a garganella la Braghira, ottima birra artigianale della campagna romagnola, offerta da Marco Tamba del birrificio Mata (sito www.birrificiolamata.it), operativo a poche centinaia di metri di distanza;
– sorridere con la musica, le cante e le stornellate degli amici dei Traccia Verde;
– sentire i ricordi di com’era il fiume e di come con l’ausilio di una “passerella” si raggiungesse in un baleno la Palaza;
– ascoltare un signore che sa tutto, ma proprio tutto, della seconda guerra mondiale;
– essere in gentile compagnia dei gestori di un Agriturismo del luogo (La Compagnia (sito www.lacompagniabb.it) che, anche il solo fatto di essere attratti e presenti alla Gita sul fiume, li rende distinguibile e dà un senso particolare alla loro bella attività;
ci ha reso felici, fino ad accorgerci che, nel frattempo s’era fatto quasi buio.

Ma non è tutto. Certamente contenti del bel pomeriggio trascorso, senza la nevrosi dei tempi moderni, questi nostri concittadini, hanno riconosciuto il lavoro dell’Associazione Amici del Senio, donando volontariamente alcune centinaia di euro, che ci consentiranno di andare avanti con le iniziative. Ventidue di loro hanno anche pensato di iscriversi all’Associazione, per dargli peso ed autorevolezza. Grazie di tutto.

Concludo dicendo che questa bella giornata, consumatasi in poche ore, è stata preparata da lungo tempo. Da giugno, il gruppo di Solarolo degli amici del Senio, ha lavorato agli aspetti organizzativi. Ruth, Carlotta e Andrea sono stati i motori, alimentati dal carburante dei loro familiari e da altre persone. Grazie anche alla Pro Loco, per la collaborazione.

Per ultimo, un ringraziamento non formale all’amministrazione comunale di Solarolo, che ha tenuto a battesimo la nostra associazione e che ci ha sostenuto fin dal primo momento. Sa già quello che gli chiederemo: un percorso ciclopedonale fino alla chiesa di Felisio. Pensate, come sarebbe bello andare in bici (o a piedi) fino a Felisio e incamminarsi lungo l’argine del fiume, per poi tornare a Solarolo per le stradine di campagna. Certo, non oggi – conosciamo le difficoltà economiche – ma lasciateci coltivare il sogno della speranza. E chissà che… .