Per il Senio, incontro con Rontini e Bagnari
Il 3 ottobre scorso abbiamo incontrato i Consiglieri regionali Manuela Rontini e Mirco Bagnari per discutere con loro il tema della valorizzazione del fiume Senio.
Queste le problematiche esposte.
La PROPRIETA’ DELLE GOLENE. In alcuni tratti del Senio, quando vennero arginati non si risolse il tema della proprietà delle nuove golene (il tratto interno fra il piede dell’argine e la riva dell’alveo). Oggi, taluni ne rivendicano la proprietà, senza garantire la manutenzione.
L’ACCESSO AGLI ARGINI. Percorrendo gli argini, ogni tanto ci si imbatte in un cartello della Regione che, sulla base di un Regio Decreto del 1904, pone un divieto di passaggio. Questo non è congruo con il fatto che da sempre gli argini sono percorsi da migliaia di persone – per i più vari motivi – e con l’obbiettivo di valorizzare ai fini turistici i fiumi.
La SICUREZZA. Abbiamo informato del fatto che l’intervento di manutenzione svolto dall’autorità di Bacino recentemente a Castel Bolognese, non ha minimamente riguardato il tema della frana che incombe sul fiume. (A questo proposito abbiamo recentemente posto il problema anche al sindaco di Faenza – la frana proviene dal suo territorio – che, al momento, non ci ha risposto).
L‘ALLACCIO CASSA DI ESPANSIONE. Abbiamo chiesto notizie circa l’avvio dei lavori che, secondo gli impegni, deve avvenire entro il 2016. E che il progetto esecutivo affronti anche il tema del risanamento ambientale dell’area come previsto dalla VIA allegata alla documentazione originaria depositata nel comune di Riolo Terme.
La MANUTENZIONE. Abbiamo informato che a nostro avviso il tratto di fiume compreso fra Ponte del Castello (Castel Bolognese) e la Chiusaccia (Cotignola) è al momento quello a maggiore disagio e meritevole di accurato intervento.
Il PERCORSO NATURALISTICIO e della memoria dalla collina al mare. Abbiamo proposto che la Regione sia parte diligente in causa per giungere alla firma di una convenzione fra i comuni della vallata per la redazione di un progetto preliminare con i crismi per potere partecipare ai bandi di finanziamento regionali ed europei.
Il Consiglieri regionali, che ringraziamo per avere accolto l’invito, hanno preso atto di quanto espresso e si sono impegnati a fornirci delucidazioni.
Al momento registriamo una prima presa di contatto dello staff di Manuela Rontini che ci ha informato di questo.
GOLENE. In Regione conoscono il problema che annovera almeno quattro casistiche.
ACCESSO AGLI ARGINI. Situazione nota. I consigli sono di non parlare di piste ciclabili – che chiamerebbero in ballo il Codice della Strada – e di affrontare il tema della loro gestione da parte dei comuni (ndr – sul modello di quanto fatto da Bagnacavallo per il Lamone e da Castel Bolognese per il tratto di Parco fluviale).
Circa i divieti di passaggio sull’argine posti – talvolta – da privati, la Regione ci dice che sono totalmente inconsistenti in quanto, a differenza degli alvei, gli argini sono sempre e in ogni caso del demanio. Sul caso di Castel Bolognese (la sbarra del Boccaccio) il consiglio che ci viene dato è di fare un esposto all’ARPA.ER e alla Protezione Civile.
CASSE DI ESPANSIONE. Arriva l’impegno di una interrogazione per conoscere la data di avvio dei lavori per l’allaccio. Sul tema del risanamento ambientale sarà ricercata la documentazione allegata alla VIA.
PERCORSO NATURALISTICO E DELLA MEMORIA. Si pensa che il tema della convenzione debba riguardare i comuni. Si contatterà l’Amministrazione di Castel Bolognese, che sul tema ha promosso nel maggio scorso un convegno.
A seguito dell’articolo è giunta una precisazione da parte della mia fonte che pubblico integralmente. Ecco il testo della comunicazione:
“Ti segnalo solo un passaggio che potrebbe risultare poco comprensibile ai lettori:
“Circa i divieti di passaggio sull’argine posti – talvolta – da privati, la Regione ci dice che sono totalmente inconsistenti in quanto, a differenza degli alvei, gli argini sono sempre e in ogni caso del demanio.”
Per evitare fraintendimenti da parte dei lettori, chiarirei meglio quanto ti ho riferito a seguito delle verifiche che ho fatto presso la Protezione Civile (ex servizi tecnici di bacino): i cartelli, ed in particolar modo le sbarre ed i lucchetti volti ad impedire il passaggio sull’argine, se apposti dai privati non sono suffragati da alcun diritto in quanto l’argine è sempre demaniale (diverso il caso delle golene, come hai giustamente scritto, dal momento che possono esservi situazioni diverse). Cosa ben diversa accade quando sono apposti dalla Protezione Civile/Arpae (ex Servizio tecnico di bacino) in quanto la manutenzione che vi viene fatta è solo in funzione del passaggio dei loro mezzi e del loro personale e non garantisce, quindi, il raggiungimento degli standard e dei requisiti minimi di sicurezza per la fruibilità da parte del pubblico (in particolar modo delle biciclette che sono considerate dal codice della strada come veicoli).
Nel complimentarmi per il vostro sito e le tante informazioni interessanti che ho letto, ti porgo i miei saluti.”
Prendo atto della tua opportuna precisazione. Che per altro conferma il fatto che un privato non può mettere sbarre sull’argine. Certamente cosa diversa è per l’Autorità di Bacino che pensa di cautelarsi con dei divieti per il passaggio di veicoli rispetto al fatto che non riesce a garantire adeguata manutenzione. Ma su questo si dovrà vedere. Io penso che un conto siano i veicoli, un altro i pedoni. Come per altro ha stabilito per ben due volte il Tribunale di Ravenna con sentenze che riconoscono ai pedoni il diritto di passaggio come hanno sempre fatto da decenni a questa parte (non ricordo esattamente il termine di legge usato). Ti saluto.