Report da San Potito

Quello che non ti aspetti. Tre iniziative a San Potito, tutte ben riuscite. Sempre con il Senio come protagonista. Il nostro gancio sono stati gli Amici di San Potito, un’associazione locale guidata da persone volitive, con voglia di fare. Lo dobbiamo a loro, se abbiamo potuto presentarci e portare le nostre idee di fiume.

Prima, un incontro con i cittadini. Nella sala della Parrocchia, il 1o marzo. Tante persone, nessuna sedia vuota. Abbiamo parlato di fiume, dei ricordi, per dare corpo all’idea di una memoria collettiva da conservare. Poi della proposta del percorso ciclo pedonale. Sono intervenute tante persone. Ho imparato che San Potito ha una storia che parte attorno all’anno mille. Che il territorio è segnato da simboli del passato. Alcune persone si erano preparate e scritto il loro racconto di fiume. Abbiamo saputo delle atrocità della guerra e del fiume come risorsa e occasione di svago, incontro e divertimento. Alcuni hanno dichiarato di essere sorpresi dalla nostra caparbietà e ci hanno augurato di essere ascoltati. Alla fine della serata diverse persone si sono iscritte agli Amici del Senio e tante hanno firmato la nostra petizione. Ci siamo ripromessi di tornare a vederci.

Il secondo appuntamento è stato il 9 aprile con il riconoscimento e la raccolta delle erbe sul fiume. Ancora ricordi e racconti. Abbiamo incontrato l’ambasciatore indiano e consorte, lì per celebrare il sacrificio di suoi giovani concittadini per ridarci la libertà. Poi la visita di un “macero” di una volta, su cui torneremo. Ci siamo trovati nel Geoparco di Ermete Bartoli in mezzo ai reperti fossili e a migliaia di minerali da tutto il mondo (dove si arriva con mezzi che non sia l’aereo, ad Ermete non piace volare). Una cosa, questo parco che se uno non vede, non crede. Alla fine una bella discussione su fiume e percorso ciclo-pedonale che vorremmo e la gioia del centesimo iscritto quest’anno – in soli quattro mesi – all’Associazione degli Amici del Senio.

Infine la Mostra del Senio nei giorni a cavallo del 25 Aprile. Decine di visitatori, nella sede del Centro Civico. Sono stati i giorni del ricordo di una guerra vissuta fra gli orrori dei nazi-fascisti e le bombe degli Alleati. Senza dimenticare da quale parte stavano ragione e torto. La mostra è stata l’occasione per distribuire “Il mio fiume”, i ricordi di Nina Zanotti e Paolo Visani.

Siccome il nostro modo di operare assomiglia ad un incubatoio delle idee, quando troviamo terreno fertile, rilanciamo. Ed è così che, assieme agli Amici di San Potito, abbiamo abbozzato due proposte per l’autunno. Mettere accanto al “macero” un cartello che possa essere visto dai camminatori sul Senio, che ricordi e tramandi la conoscenza dell’antica funzione di quei laghetti. Promuovere una serata nel cortile del Centro Civico per parlare ancora dei ricordi della guerra, distribuire “Il mio fiume” e casomai vedere il film l’Agnese va a morire, un drammatico film sull’epopea partigiana girato in quei luoghi, Senio compreso. Poi una mia personale proposta. Nel cortile del Centro civico vive un bellissimo, secolare, ippocastano. Mai potato. Mi piacerebbe trovare il modo per eleggerlo quella sera albero monumentale della nostra regione.

Non mi resta che ringraziare Claudia e Valeria, Amiche di San Potito, per la collaborazione fornita e tante altre persone attive del luogo che hanno interloquito con passione al tema del fiume e della sua valorizzazione.

 

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