Al tempo del coronavirus

Non conosciamo, nè possiamo prevedere la fine di questa storia. Possiamo solo immaginarla interrogando noi stessi e fidandoci di coloro che hanno il compito di trovarne la soluzione possibile. Io mi fido, del Governo, del nostro Sistema Sanitario e della democrazia. Conoscere, essere coinvolti e partecipare sono baluardi per un sistema democratico e questi ce li stanno garantendo.

Certo, per noi – Amici del fiume Senio – che sosteniamo la mobilità lenta, il paesaggio, l’ambiente, essere costretti in casa fa impressione. Lo percepiamo quasi come contro natura. Ieri l’altro, quando il nostro Sindaco ha chiuso l’accesso al Parco fluviale di Castel Bolognese, una delle cose a noi più care e significative, ho sentito come un colpo. Eppure quella misura e tutte le altre prese, che hanno il significato di distanziare le persone, sono state giuste.

Quello che in misura sempre più insistita ci chiedono il Governo, la Regione, i Sindaci e in maniera sempre più drammatica agli operatori della sanità in prima linea a combattere per la vita, è di STARE IN CASA. Con le eccezioni ben note: lavoro protetto, appuntamenti sanitari non derogabili, cause di forza maggiore previo documentazione comprovante. Noi siamo chiamati responsabilmente ad obbedire.

Alla luce di questa situazione anche le nostre iniziative programmate da tempo subiranno lo spostamento ad altra data, quando non la derubricazione. E’ già accaduto: per la “serata insieme” di autofinanziamento; per il Convegno al Momevi del 21 Marzo, spostato al wend del 25 aprile, ma ancora non definitivamente confermato; per la Camminata per Erbe e Alberi a Riolo Terme, spostata in un primo momento al 4 Aprile, ma che quasi sicuramente dovremo ancora rivedere. Così come non siamo sicuramente certi di potere confermare la Camminata da Ponte a Ponte del 18 Aprile.

Forse potremo riaccendere i motori per il Cammino del Senio del 9 e 10 maggio 2020, da Tebano a Rossetta. Ma chi può dirlo? La verità è che ancora non sappiamo quando e come usciremo da questa brutta vicenda. E non sappiamo cosa a quel momento sarà giusto fare o cosa avremo voglia di fare.

Dicono in molti e io ne sono convinto, che molte cose cambieranno. Per necessità, basti pensare all’economia e alla caterva di debiti che lo Stato dovrà contrarre e aggiungere alla montagna accumulata in questi decenni da cicale. E perchè nuovi valori dovranno affermarsi.

Concludo inviando anche a nome di tutti voi un caloroso saluto e un grande grazie agli operatori della nostra sanità e a quanti li supportano nel loro inestimabile lavoro. Una dedizione della quale dovremo ricordarci. A questa categoria dobbiamo accomunare tutti coloro che, in una situazione di grande difficoltà e rischio lavorano producendo beni e servizi che ci consentono di mantenere accesa la fiammella del futuro. E come non ricordarsi del lavoro di coloro che sono chiamati a governare questa situazione. Pensiamo al Governo e al Parlamento, al nostro caro Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle Regioni, a tutti i Sindaci e a tutta l’architettura tecnica e amministrativa dello Stato.

Un pensiero infine alle persone già morte per questa causa e alle proprie famiglie, gridando forte che essere anziani non è una colpa.

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