Granarolo, borgo di alberi, ricco di storia e di creatività

La passione che gli amici di Granarolo stanno mettendo per realizzare un Museo diffuso che ricordi la propria storia, è stata premiata. Ieri mattina, 20 ottobre, un bel pubblico di oltre sessanta persone ha camminato per le vie del Borgo, focalizzando il proprio interesse sui punti e sui luoghi che essi ritengono significativi da ricordare.

Dal vecchio Macello del porco che si vuole fare rivivere sotto nuove spoglie, al Mulino che meriterebbe di essere rivalorizzato, alla mostra di antichi attrezzi agricoli che sarebbe bello fosse posta nel circolo virtuoso di simili raccolte presenti lungo il Senio, alla bottega da fabbro di Bedeschi, museo di se stessa e bella così com’è. Poi la Maddalena Venturi, donna di inizio novecento, severa e moderna, dipintrice dei plaustri che fecero per un secolo una delle attività principali di Granarolo.

Poi c’è tanto altro per il Museo diffuso. C’è il contesto molto particolare e di vera attualità, di un ambiente del territorio, ricco come non si vede da alcuna altra parte, di alberi. Tanti alberi, di qualità diverse, frutto in particolare di un’iniziativa di Francesco Gamberini, persona che ricordo avere conosciuto, il quale, assieme ad altri granarolesi, promosse un progetto di valorizzazione ambientale del canale Naviglio basato sul piantare alberi, sostenuto dalla messa in opera di un ampio vivaio di piante autoctone.

Oggi quella del verde e delle alberature in essere, costituisce a mio parere, l’attrazione più importante per Granarolo, capace di fare da validissimo contenitore all’idea di Museo all’aperto. Cose che stanno bene insieme, che si integrano e che costituiscono una vera attrazione natural-storico-culturale, capace di potere attrarre quel particolare tipo di turismo che si nutre di quelle storie. Direi che manca piccola un’area camper.

Come Amici del Senio siamo felici di sostenere le iniziative di questo borgo, vicino al Senio. Se mai riusciremo a fare comprendere l’utilità culturale, sociale ed economica della ciclabile del Senio dalla collina al mare – che potrebbe integrarsi bene con quella del Canale Naviglio – Granarolo sarebbe sicuramente indicata come una delle visite di maggiore interesse.

Granarolo, la sua gente sanguigna e ironica, che ha dovuto difendersi nei secoli fra le dispute dei vari pretendenti, che vive un rapporto di vigile attenzione con la capitale Faenza da cui, a volte, alcuni dicono, riceve anche dispettucci, ha le carte in regola per diventare uno dei più bei borghi di pianura della Romagna.

In questa occasione il Senio non ha potuto trovare collocazione – certo, i granarolesi stretti fra Senio e Lamone e cavalcando il Canale, debbono ben tenere i piedi ben saldi nelle diverse staffe – ma presto avremo un’altra occasione per fare la parte del Senio. Sarà il 20 dicembre, quando, assieme al Quartiere, presenteremo nella Biblioteca il nostro libro E la vita scorre sul fiume. E allora, forza Granarolo!

Alcune foto della manifestazione di ieri.

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