Fiume non arginato e torrenti, dove i problemi aumentano

Giovedì scorso, con alcuni cittadini di Isola – abbiamo incontrato la sindaca di Riolo Terme. Federica Malavolti, per esaminare alcuni problemi di fiume che avevamo segnalato a lei, come prima cittadina, visto che dall’Autorità del fiume, da tempo, non riceviamo riscontri.

Onestamente debbo dire che l’incontro è servito a conoscere meglio la situazione disastrata del fiume in quel territorio, ma non ha prodotto risultati concreti. La ragione è semplice e la Sindaca l’ha manifestata, col sorriso sulle labbra, ad inizio riunione: “avete sbagliato indirizzo”, ci ha detto.

Avevamo segnalato due situazioni del tratto di fiume, prima dell’abitato del piccolo borgo, dove occorre abbassare la golena di sx, inopinatamente rialzata dopo lavori di alcuni anni fa e correggere un’anomalia spondale in riva dx, dopo la chiusa di monte. La prima imperfezione alza il livello dell’acqua e aiuta la tracimazione e la seconda la butta contro l’argine di sx, erodendolo e ponendolo in crisi.

La Sindaca, che conosceva il problema, ha tirato garbatamente in ballo l’Autorità del fiume e la difficoltà che anch’essa trova nell’avere un confronto adeguato. Poi l’aspetto che deriva dal fatto che, nei tratti non arginati, le sponde del fiume sono di proprietà dei privati (Regio Decreto del 1904, Statuto Albertino).

Continuando, ci ha esposto un’amara novità, che non tutti conoscono. Nel tratto di sua pertinenza, dalla Vena del Gesso a Cuffiano, il corso del fiume si trova in una condizione disastrosa. Massicce erosioni spondali; chiuse e briglie che non svolgono più la loro funzione; modifiche del corso del letto del fiume e del suo livello, sia in altezza che in profondità; vegetazione pericolante e tantissima altra oggi spiaggiata e domani, se arriva la fiumana, flottante e senza controllo; reticolo secondario in crisi; ponti divelti; vie di comunicazione di montagna interrotte; strade minacciate dalle erosioni.

Se il quadro delineato lo affianchiamo a quello presentato da un cittadino di Casola Valsenio, lunedì sera a Castel Bolognese, abbiamo la vista desolante e difficile di una realtà che chiede di essere governata e che non può essere lasciata alla sbando.

Un passo indietro, per dire che il cittadino di Casola aveva esposto con chiarezza la non sostenibilità della situazione propria della collina e montagna dove le frane, l’incuria, il taglio eccessivo della vegetazione in alcuni tratti, la completa rottura del sistema di regimazione delle acque, porta a scaricare i suoi effetti dentro al fiume che li distribuisce localmente, ma che poi li riversa tutti e decuplicati, perchè sommati a quelli raccolti durante il corso, a valle.

Tutto ciò conferma che la conoscenza e la gestione dei fiumi deve iniziare da monte. Che non deve riguardare prevalentemente l’ambito dove i fiumi e i torrenti scorrono, ma che deve partire dal governo del territorio che costituisce l’impluvio dove la pioggia viene raccolta. Questo richiama la gestione dei boschi e della vegetazione, riguarda l’arte del sapere coltivare i terreni con scienza e coscienza. E non solo in base alla logica del profitto.

Tutti oramai affermano che all’acqua e ai fiumi va dato maggiore spazio. Che devono essere più liberi di scorrere dove la natura li porta. Ecco quindi come la loro gestione, in collina e montagna dove non ci sono argini, non può essere posta in capo ai privati cittadini. Occorre un governo pubblico fatto di nuove leggi, decreti, regolamenti. L’Emilia-Romagna adotterà anch’essa le “servitù di allagamento” che dovranno derivare da un coinvolgimento del mondo rurale. Il confronto, ha detto il Presidente, è partito. Confidiamo si concluda in fretta e che sia efficace.

Tornando a dove siamo partiti, ovvero alle segnalazioni fatte per aiutare il borgo di Isola, ciò che alla fine abbiamo capito è questo:

  • occorre che l’Autorità del fiume si doti di maggiore capacità di ascolto e sia più presente sul fiume e nel contatto con le Amministrazioni comunali, gli enti intermedi e i cittadini;
  • la conoscenza e l’analisi del fiume e dei suoi apporti deve essere più approfondita, ed estesa a tutto il Bacino;
  • il governo dell’acqua, a partire dalle casse di espansione, dalle aree di laminazione e di ogni sua variante occorre sia completamente in mano pubblica;
  • noi di pianura, se pure alluvionati, abbiamo il dovere di accogliere e dare voce al grido di dolore della collina e della montagna. Se guardiamo al passato, possiamo ben dire che fa parte di noi stessi.

Per quanto riguarda i problemi di Isola torneremo a sottoporli all’Autorità del fiume, sperando questa volta di essere almeno ascoltati. Debbo ricordare che abbiamo ri-proposto il tema della tanta plastica che ha inondato il Senio, da dopo la Vena dei Gessi, a valle. Ci siamo dichiarati disponibili ad un’azione di volontariato per la pulizia possibile. La Sindaca si è impegnata a riprendere l’argomento.

Sui temi che più in generale riguardano collina e montagna, opereremo perchè siano maggiormente posti in luce, e trattati in una logica ferrea di unità del fiume, dalla sorgente alla foce.

Studieremo e metteremo in campo iniziative di sensibilizzazione che coinvolgano i cittadini. Bisogna fare presto.

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