L’idea di un Parco Fluviale a Solarolo

Sabato scorso abbiamo camminato a piedi quello che potrebbe essere il percorso del Parco fluviale di Solarolo. Purtroppo c’è stata poca partecipazione dovuta (forse) al primo caldo, alla voglia di mare e anche al fatto che nel Paese erano concomitanti eventi di maggiore interesse.

Tuttavia chi ha potuto partecipare ha potuto constatare come l’idea possa stare in piedi. Il modello di Parco fluviale che si propone si accosta a quello di Castel Bolognese, che tanto successo ha riscosso: un percorso, minimamente attrezzato, che, partendo dal paese, arrivi al fiume, ne percorra un bel tratto (nel caso di Solarolo quasi due chilometri) poi torni al paese, percorrendo belle e poco trafficate stradine di campagna. In tutto 7,2 chilometri per circa due ore di tempo.

Il percorso fatto sabato è questo: Partenza da piazza del Popolo; per ciclabile carraie e un breve tratto di provinciale, si arriva a Felisio; si percorre l’argine sx del Senio fino a prima dell’Autostrada; per carraia si scende in via Corona, la si percorre in direzione Solarolo; si prosegue per via Buratella; poi via Casanola (verso nord) fino a via Sganga; si percorre via Sganga fino all’incrocio; si prosegue e dx e si percorre la carraia della canaletta verso la piscina. Siamo a Solarolo.

I punti che richiedono attenzione sono il breve tratto di provinciale verso Felisio e il breve tratto di via Casanola, fra via Buratella e via Sganga.  La cima dell’argine del Senio è ben rasata, grazie ad un bravo contadino che se ne assume l’onere. Via Buratella e via Sganga sono molto belle. Intanto per la stranezza dei loro nomi e poi perchè siamo al cospetto di una rigogliosa campagna che ci offre una natura piena di colori.

A ben guardare, si tratta di un percorso, quello indicato, che ci parla di storia e di cultura, quindi interessante anche sotto l’aspetto pedagogico. Una chiesetta contadina, almeno tre monumenti che ci ricordano l’ultima guerra, un atelier di pittura e chissà quante altre cose interessanti da scoprire. E poi l’arte del lavoro dei contadini, la cura con cui vengono coltivati i giardinetti con prevalenza di piante e fiori dei tempi delle nostre nonne.

Adesso l’invito ai cittadini di Solarolo è quello di “provare” questo percorso. Qual’ora possa piacere, il passo successivo potrebbe essere quello di sottoporre l’idea all’Amministrazione comunale.

Foto: uno dei tanti bei giardini che si incontrano lungo il percorso indicato.

 

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