Tutto il resto è noia

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L’ottima riuscita delle iniziative di sabato e domenica scorsi, testimoniano che c’è del giusto in quanto andiamo dicendo da anni. Il concetto di fondo ruota attorno all’idea che il fiume sia uno strumento insostituibile per uno stile di vita sano e che rappresenti il vettore naturale per una economia sostenibile. In tempi in cui cresce l’angoscia per la sorte del pianeta – sconvolgimenti climatici, fame, rifiuti, l’acqua che sta mancando – nel nostro piccolo le iniziative che promuoviamo, nascono nel solco di dare risposte a quei temi. Penso sia questa una delle chiavi del loro gradimento.

Questa volta abbiamo parlato delle buone erbe e dei buoni frutti che sono fuori dall’attuale mercato dei consumi, ma che per millenni hanno rappresentato risorse insostituibili per il genere umano. Ci siamo chiesti se non sia il caso di recuperare conoscenze, valori, modalità di vita e di consumo da affiancare e competere con quelli in vigore oggi. Abbiamo posto il tema e ci siamo accorti che tante persone sono apparse interessate. Sono stati con noi in questi giorni operatori della salute, produttori agricoli, esercenti di attività che vivono in simbiosi con questi argomenti come i B&B e gli Agriturismi, produttori innovativi delle nostre campagne che già hanno sviluppato sensibilità verso questi argomenti e che ci chiedono di andare avanti. Si complimentano e ci incoraggiano.

Fra le diverse cose di cui abbiamo avuto conferma sì è ancora evidenziato il tema della mobilità lungo il fiume. Creare le condizioni affinchè migliaia di persone possano comodamente passeggiare o andare in bici sopra gli argini del fiume è una richiesta che si coglie sempre più chiaramente e che attende risposte, oramai non più eludibili da parte dei nostri comuni e dalla Regione. Le sommità degli argini sono strade naturali già esistenti, solo da impiegare. Basta solo mantenerle pulite e scorrevoli quanto serve. E’ facile capire che se portiamo migliaia di persone sopra gli argini queste saranno inevitabilmente attratte da quanto di interessante e di bello c’è attorno, a partire dal lavoro dei contadini che crea paesaggio. E se sono attratte è facile anche pensare come questo possa originare una ricaduta economica da ascrivere al concetto di sviluppo di una economia sostenibile.

Ecco dove sta la risposta a quell’operatore B&B di Faenza che sabato, dopo avermi detto di avere accolto giovani toscani a passeggio sul Senio, lungo la via Gotica, ed essersi molto meravigliato del loro interesse, mi chiedeva perchè quel tipo di turismo non fosse maggiormente promosso e incentivato dai nostri comuni.

Gli ostacoli che si frappongono a questa visione delle cose sono tanti, troppi. In genere si tratta di piccoli interessi categoriali di parte, della preoccupazione di pararsi le terga in ogni modo, di problemi burocratici non risolti nei decenni, spesso per pigrizia o inavvedutezza. Oramai li conosciamo bene. Quello che bisogna fare è assumerli, valutarli e risolverli, senza dovere patire altri ritardi. Tutto il resto, come diceva il “Califfo”, è noia.

 

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