Fiumi, non gira nulla
Riguardo i fiumi e il tema della sicurezza, possiamo dire di essere in una fase di stallo. Questo deve preoccuparci.
Lunedì scorso, con tutti i Comitati di alluvionati, ho partecipato ad un incontro in Regione con il Presidente e diversi Assessori. La riunione è stata lunga e defatigante e conclusa in uno sfogatoio abbastanza frustrante. Alla meglio è servita ad “elaborare un lutto”. La ragione di tutto ciò è che purtroppo c’era poco da dire perchè, come ha detto autorevolmente qualcuno “non gira nulla”. E di questo, purtroppo, grande parte delle ragioni vanno ricercate nella difficoltà/volontà del Governo a trovare le ingenti risorse che servono. La realtà dei fatti ci dice che i soldi stanziati sono pochi e che quei pochi che ci sono non sono tutti spesi per le difficoltà insite nei meccanismi escogitati per darli alle persone, famiglie e imprese danneggiate.
Per restare all’aspetto finanziario, oltre al tema dei rimborsi, esiste quello delle risorse che occorreranno – finiti i lavori di somma urgenza – per ridefinire il corso dei fiumi con le opere per il governo dell’acqua che potrà cadere fuori misura. I temi sono quelli di cui si parla da tempo: ponti da ricostruire, casse di espansione e di laminazione, briglie e invasi, arretramenti degli argini, tracimazioni e allagamenti controllati. Ebbene, stando alla situazione odierna, prepariamoci pure a tempi lunghi e lunghissimi. La sicurezza che tutti cerchiamo, il diritto a non spaventarci se cade un poco di pioggia non sono dietro l’angolo. Purtroppo.
Quello che è stato detto lunedì, ve lo racconto in pillole, tenuto conto che la discussione di organico ha avuto ben poco.
Ci sarà un contributo per i beni mobili colpiti dall’alluvione. La Regione, sostenuta dai protagonisti del Patto per il Lavoro e per il Clima, ha presentato a Figliuolo e al Governo una lunga serie di proposte di modifica alle norme attualmente in vigore, per semplificarle e per estenderne l’efficacia. Fra queste è stato riproposto il tema dei rimborso per i beni mobili, fino ad ora esclusi. Su questo punto il Presidente ha espresso ottimismo, si pensa che la proposta verrà accolta.
Donazioni. All’Emilia e Romagna sono giunti fino ad ora dalla solidarietà popolare circa 48 milioni. Molti sono già stati destinati. Fra questi 18,5 milioni sono stati devoluti al sostegno dei danni agli autoveicoli. Le domande al momento sono 5.590. Ad ora sono state liquidate quelle presentate fino al 31 ottobre (1.771). Si sta lavorando il numero più consistente di domande presentate in novembre (2.691).
E’ aperta la discussione per l’allocazione degli ultimi 15 milioni. Un terzo andranno alle Imprese, due terzi alle famiglie e cittadini. I Comitati hanno avanzato le loro proposte, saranno ascoltati i comuni e tutti i soggetti sensibili. Si fa largo l’ipotesi di un contributo al sostegno dei costi per le perizie e di un intervento a supporto di chi si dota di sistemi di protezione (paratie, valvole, ecc.).
Il futuro dei nostri fiumi. Si lavora ad un piano madre per la ricostruzione, al centro la difesa delle città. Sono state esposte alcune idee basilari che indico non in ordine di importanza:
- Non saranno rialzati gli argini;
- si interverrà sui ponti, ove possibile;
- saranno pianificati gli interventi per il controllo della vegetazione e degli animali fossori;
- saranno abbassate ove possibile le golene per recuperare volumi per l’acqua;
- ci saranno arretramenti arginali e, ove compatibile, un loro adeguamento strutturale per la tracimazione controllata;
- saranno portati a termine i lavori delle casse di espansione e di laminazione già programmate e ne saranno fatte delle nuove secondo le esigenze, nel quadro di una visione di bacino;
- ci sarà adeguata attenzione al tema delle frane;
- saranno possibili delocalizzazioni;
- sarà posta attenzione al tema del drenaggio delle acque di pioggia. Tradotto: rivisitazione e adeguamento delle fogne, maggiore cura alla rete scolante, una nuova politica urbanistica più attenta al tema delle alluvioni;
- verso monte potranno essere consentiti piccoli argini privati a protezione dei campi.
Pnrr. Sono previsti da questa fonte 1,2 miliardi da spendere entro giugno 2026. Il tema è scottante. Il limite temporale imposto vorrebbe che fosse già pronta una adeguata progettazione di opere. Così non è. Allora la Regione pensa di appoggiarsi a grandi strutture che in minor tempo possono mettere in campo progetti. Come i gestori di reti (tipo Hera) che trattano le fognature – acque di pioggia -, l’Anas e le Fs sul tema dei ponti.
Nel corso della riunione c’è stato ampio spazio per i rappresentati dei Comitati che hanno presentato le loro doglianze. Il tema maggiormente toccato è stato quello della sicurezza, dei tanti lavori che vanno a rilento, del fatto che le Autorità tecniche non informano abbastanza.
C’è ancora un’ultima cosa che vorrei ricordare. Nella fase finale della discussione, quella delle doglianze, sono ricomparsi temi riconducibili all’ambientalismo. Le zone protette, gli alberi, gli istrici, i tassi, i lupi, le nutrie, la nidificazione degli uccelli. Abolire, abbattere, uccidere le parole trapelate o sottintese. Nel modo di trattare questo argomento ho colto in molti ironia e sarcasmo che giudico fuori luogo. Senza che questo sia stato contrastato dall’altra parte del tavolo. Anzi, in qualche espressione a me è parso che addirittura si sia tenuto bordone. Capisco tutto, ma avere trattato in tal modo questo tema, mi ha lasciato l’amaro in bocca.
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