Parchi fluviali e mobilità dolce da riattivare.
Amici del Senio, crediamo sia giunto il momento di tornare a parlare dei Parchi fluviali e di mobilità dolce lungo i fiumi. Per intenderci, parliamo dei parchi fluviali di Palazzuolo sul Senio, di Casola Valsenio, di Riolo Terme e di Castel Bolognese. Ma anche delle aree tutelate di Cotignola – in corrispondenza dell’Arena delle balle di Paglia e di Alfonsine là dove il Senio si getta nel Reno.
La tragedia dell’alluvione e delle frane ha lasciato pesantissimi segni anche su queste opere pubbliche certamente gradite ai cittadini dei luoghi e fonte di attrazione per il tempo libero di tante altre persone. Al pari di tutte le opere pubbliche, pur con una scansione temporale che deve tenere conto delle priorità che ogni Amministrazione Comunale indicherà, quelle opere, a nostro parere, devono essere completamente riattivate, avendo certamente riguardo al tema della sicurezza. Non abbiamo notizie da tutti, ma siamo certi che ogni comune avrà fatto i passi necessari nei confronti del Commissario straordinario e della Regione per ottenere i giusti ristori.
Riattivare i parchi fluviali e in generale favorire la mobilità dolce – a piedi, in bicicletta, a cavallo – presuppone innanzitutto che siano mantenuti puliti gli argini con adeguata gestione delle piante e con sfalci periodici – almeno due all’anno – con continuità nel tempo. Come si è ben detto dopo l’alluvione, solo una adeguata pulizia degli argini può consentire il controllo dei fossori (istrici, tassi, volpi, nutrie). Ecco come la pulizia di argini e rive risulti essere funzionale sia al tema della sicurezza che a quello della mobilità dolce. Si può dire siano le due facce della stessa medaglia.
Su questo tema ci aspettiamo che Autorità del fiume e Comuni facciano sapere ai cittadini come pensano di procedere.
Ps – Ultimamente, dopo le elezioni comunali ed europee, ho ascoltato amici dire che la delusione della politica li aveva portati all’astensione dal voto. Parlo di persone coinvolte nelle vicende delle alluvioni del maggio 2023. In genere queste persone dicono di non comprendere la razionalità delle scelte di intervento che si sono fatte e che si fanno. Altra questione, quella degli indennizzi: molti, troppi, certamente la maggioranza dei cittadini considerano le istanze da presentare farraginose, incomprensibili, senza la certezza del risultato e foriere di guai futuri al punto di scegliere di non presentarle. Tutto questo significa una cosa sola: il rapporto con troppi cittadini si è deteriorato e questo è un male. I cittadini vanno coinvolti, ascoltati, a volte anche sopportati. Vanno informati sempre e resi edotti con precisione di ciò che il pubblico (Autorità del fiume, Enti locali, Commissario) vanno facendo. Ci vuole tempo? Anche questo è un costo? Va bene, ma va fatto. Non c’è nulla che costi di più che la perdita della fiducia e l’abbandono dei cardini della democrazia come, appunto, il diritto e l’esercizio del voto.
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