Il problema dei ponti e l’equità che cerchiamo

Nelle passate settimane, dopo l’evento del 18 e 19 settembre, la stampa locale ha fornito informazioni circa il tema dei ponti dei nostri fiumi ritenuti pericolosi.

Abbiamo saputo che il ponte sul fiume Santerno di Sant’Agata (ferroviario) verrà demolito, mentre su quelli delle Grazie di Faenza (stradale) e di Boncellino (ferroviario), entrambi sul fiume Lamone, si interverrà. Queste sono buone notizie circa le quali resta da vedere la questione dell’effettivo finanziamento completo delle opere e i tempi di realizzazione. Speriamo bene.

Da quanto appare dalla stampa non si capisce però come la questione dei ponti nei nostri fiumi si stia affrontando con la struttura Commissariale. Sulla base di quali valutazioni di base e se si tratti di valutazioni omogenee almeno per i fiumi investiti dalla catastrofe del maggio 2023.

Ad esempio. Sono decenni che sento affermare che il ponte della via Emilia a Castel Bolognese è inadeguato. Fra l’altro nemmeno si può vedere in che condizione sia, visto che da un lato è presidiato da cani feroci che impediscono di avvicinarsi. Questo ponte come è considerato dal Commissario?

Aggiungo. Nei giorni scorsi mi è capitato di vedere foto del ponte sulla ferrovia Faenza – Lavezzola a Cotignola e di avere notato come sia completamente compreso sotto la sommità degli argini. Pare quindi che possa limitare il passaggio delle fiumane. La cosa che pare certa dalla foto è che giovedì 19 settembre ha fatto da tappo al passaggio di una enorme quantità di legname. Parlano le foto, che purtroppo non hanno avuto l’audience di quelle di Boncellino. E anche questo andrebbe capito.

Le foto che vedete sono state scattate intorno alle 7.20 di giovedì 19, circa un’ora e mezzo dopo la rottura del Senio avvenuta qualche centinaia di metri a monte. Le due foto del ponte evidenziano quanta legna si sia ammassata, le altre testimoniano il danno all’argine destro sul lato esterno dovuto alla tracimazione. I tecnici intervenuti avrebbero detto agli abitanti che ancora dieci minuti e l’argine avrebbe rotto da quella parte. Sarebbe interessante sapere se potrebbe esserci stata una relazione fra il ponte che ha fatto da tappo e le esondazioni – con successiva rottura. Va detto che il fiume ha tracimato anche in diversi punti successivi a questo ponte a testimonianza di come il Senio nei paraggi di Cotignola rappresenti una reale emergenza sulla quale i tecnici dovranno pronunciarsi.

Tornando ai ponti mostro alcune altre foto che lasciano sorpresi non poco.

Quello della foto è il ponte sul Senio a Felisio (Solarolo). Ponte ricostruito alcuni anni fa dalla provincia di Ravenna interamente dentro la luce del fiume, tale da diminuirne la portata di quanto? Forse del 20 per cento? Difficile capire quale possa essere stata la ragione di quella scelta. Ma la domanda è: adesso cosa si fa?

E’ questo il ponte a monte del quale il fiume è stato rasato come un biliardo, come potete vedere dalle foto. Forse per velocizzare il passaggio dell’acqua al fine di non incocciare sul ponte? Non sappiamo. Pare però evidente dalle tracce lasciate dall’acqua che in quel punto è passata alcuni metri sotto il livello arginale. Mentre dopo qualche chilometro – verso Cotignola – è tracimata in molti punti, originando la rottura che poi ha allagato parte di Cotignola e Lugo.

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