Pantaleone

Visitare il Podere Pantaleone è come entrare, letteralmente, in una selva oscura dove la biodiversità si esprime fuori dalle regole del territorio circostante. Pantaleone era un podere di 9 ettari che Pavlena, l’allora capo famiglia, non riuscì più a mandare avanti. Oltre quarant’anni fa, l’allora sindaco Fenati, avviò un percorso che poi i colleghi che gli succedettero portarono a compimento, per la costituzione di un’oasi naturalistica. Dal 2020 è attivo il Centro Visite.

Ora abbiamo 9 ettari di bosco che conservano la flora e la fauna che furono della Romagna. Regione che nel corso dell’ultimo secolo, a seguito di un percorso di profonda antropizzazione, ha perso la complessità delle precedenti caratteristiche ambientali. Avendo scelto di non intervenire nel complesso meccanismo di regolazione della biodiversità, se non con interventi minimi di regolazione e mitigazione, ora la comunità dispone di un habitat di grande interesse ambientale.

Il bosco è attraversato da alcuni sentieri che ne consentono la visita. Visite che solitamente vengono accompagnate da persone competenti e che ben conoscono quell’ambiente. A mio parere, solo in questo modo si può apprezzare la bontà del lavoro svolto e i risultati ottenuti. Pantaleone è diventato meta della visita dei ragazzi che con i loro insegnanti, per mezzo di laboratori guidati, hanno contaminato la natura con la land art. Percorrendo i sentieri capita di imbattersi in opere, discrete e ben integrate col paesaggio, realizzate in genere con materiale di scarto, che viene così riciclato.

Ieri sera eravamo in venticinque, invitati dall’Associazione Amici del Senio, a visitare il Podere. Siamo partiti con un assaggio dei salumi di un’apprezzata bottega di Bagnacavallo, accompagnati da un assaggio di alcuni famosi vini locali. Poi Roberto Fabbri, l’anima del Podere Pantaleone, ci ha accompagnato lungo i meandri del bosco, spiegandoci cose di cui noi persone comuni, restiamo solitamente sorpresi. Ieri sera, ad esempio, sono stato smentito della mia credenza che l’edera sia per gli alberi a cui si avvolge, un parassita. Al rientro al Cento Visite, gli amici del Foto Club di Bagnacavallo – che ringraziamo – ci hanno mostrato un caleidoscopio di bellissime foto della fauna del sito.

Una serata diversa, spesa bene. Con un auspicio, quello che il Pantaleone possa espandersi conquistando altri ettari e che possa diventare esempio per almeno una esperienza di quel tipo in ogni Comune della Romagna e anche oltre. Caso mai pensando per il futuro ad una integrazione col tema dell’acqua da valorizzare e dei fiumi che devono riconquistare territorio.

Ora alcune foto di ieri.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *