Pane e tristezza
Sono contento nel dire che non possiamo più accettare prenotazioni per la giornata del pane di domenica prossima. Siamo ospiti di una famiglia che gestisce un agriturismo con radici nel biologico. La storica casa è ampia, ma gli spazi a disposizione sono per forza contenuti.
Sarà un bell’incontro, denso di significati. La favola del pane, il paesaggio delle colline che ci circondano, una famiglia che ci ospita col sorriso sulle labbra.
Sono però triste nel sapere che in queste ore, a Roma, è in atto una deportazione di bambini, donne e uomini che hanno il solo torto di essere poveri, di essere nati in luoghi più svantaggiati dei nostri e di avere un colore della pelle diverso dal nostro.
Bisogna fare qualcosa.
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