Lettera su casse e ciclovie
Buongiorno gentile Domenico, sono Romano Boldrini ex Legambiente Bassa Romagna. Leggere sul Corriere Romagna di domenica 2 aprile dei gravi ritardi nella realizzazione delle casse d’espansione, dopo anni dal flash mob fatto assieme al povero Luigi Rambelli e figlio, viene tanta rabbia in corpo nel vedere la tanta inefficienza con cui vengono gestite cose così importanti. Adesso, come descritto sul giornale, si aggiunge un contenzioso con tempi burocratici molto lunghi e questo porta a pensare che ad enti e politica poco importi delle casse d’espansione per la sicurezza e come riserva d’acqua. La Corte dei Conti potrebbe vedere come sono gestiti i soldi pubblici di questi lavori annosi.
Permettimi un cenno sulla mobilità dolce. Dopo anni che ho pedalato in vari paesi europei, posso dire che i percorsi ciclabili devono “collegare” argini dei fiumi e località e non essere tratti, segmenti a se stanti. Devono essere un continuo senza fermarsi.
Importante per la sicurezza. La pista ciclo pedonale non deve avere cordoli laterali ma essere a raso, senza ghiaia anche spigolosa come d’abitudine fanno i nostri comuni, o mettere asfalto. La soluzione migliore è lo stabilizzato fine che si compatta.
Cordiali saluti (lettera firmata).
Ndr – Pubblichiamo questa lettera che ci pare significativa di uno stato d’animo molto diffuso fra i cittadini attenti a queste problematiche. Segnaliamo due aspetti:
- la continuità dei percorsi ciclabili, essenziale per la loro frequentazione;
- il fondo scorrevole e lo “stabilizzato fine” cui fa riferimento il lettore è senz’altro la soluzione migliore. Il tratto di Castel Bolognese di ciclovia del Senio può costituire un esempio calzante.
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