I fiumi sono corridoi ecologici

Dopo oltre tre mesi dalle rotte dei 23 fiumi emiliano-romagnoli, quando il dramma emotivo è stato dai più razionalizzato, nel momento in cui i lavori di ripristino sono stati avviati, è il caso di riprendere un argomento su cui molte persone hanno banalizzato in modo improprio, causando, fra altro, danno alla civica educazione. Avere affermato che i fiumi non sono “corridoi ecologici” è equivalso a dire una bugia. Si è così compiuta un’opera diseducativa, particolarmente verso i giovani che, di questi tempi, hanno il dovere di essere educati correttamente alle tematiche ambientali. L’affermazione è ancora più grave se a gridarla ai quattro venti, usando il megafono di organi di informazione compiacenti, sono persone di governo e amministratori influenti, come purtroppo è accaduto.

Cos’è un corridoio ecologico? E’ un elemento del territorio che unisce due o più habitat naturali. Una sorta di canale utile allo spostamento di animali, di semi delle piante e di spore fra zone diverse, consentendo così lo scambio genetico tra le popolazioni. Perchè un fiume è un corridoio ecologico? Perchè unisce territori ad alto tasso di naturalità – quindi ricchi di biodiversità – come la montagna, a territori fortemente antropizzati – dove la biodiversità è stata fortemente abbattuta – come quelli di pianura (planiziali) che vengono così rinaturalizzati.

I fiumi sono corridoi ecologici perfetti potendo offrire alla fauna  nella sua vegetazione ripariale e golenale, protezione, acqua e cibo, quindi possibilità di sostentamento, di riparo e di spostamento, finendo così per entrare nella catena alimentare come prede o predatori di altre specie.
Anche le piante beneficiano del fiume, potendo contare su una migliore dispersione del proprio seme grazie all’acqua, al vento e agli stessi animali, trovando la possibilità di colonizzare nuovi ambienti e favorendo quindi la presenza di insetti e dei loro predatori.

Naturalmente, solo gli stolti possono pensare che il fiume possa essere un bosco incolto e solo biodiversità. Tutti sanno che il compito dei fiumi è portare l’acqua al mare in modo ordinato e per quanto possibile sicuro, proteggendo le città, le aree produttive e la campagna. Fa parte di un equilibrio fra vita e natura che l’uomo ha realizzato nei secoli che va mantenuto e migliorato. Sapendo però che il fiume è una figura complessa con funzioni molteplici. Una di queste è la tutela della biodiversità. Sicurezza e biodiversità devono trovare il giusto punto di equilibrio.

I lavori per mettere in sicurezza i nostri fiumi sono appena partiti. Sono in ritardo perchè mancano i finanziamenti, ma manca anche una adeguata progettazione dovuta, oltre che alla carenza di soldi, al depauperamento che si è fatto nei decenni scorsi del personale negli uffici preposti. Si nota qua e la qualche esempio di quella che impropriamente viene chiamata “pulizia” quando invece sarà necessario parlare di gestione dei fiumi, ben sapendo che si tratta di figura complessa, dalle diverse funzioni e che tutto deve tenersi.

I fiumi sono luoghi dove la ruota della biodiversità – fondamentale per la vita del pianeta – è in continuo movimento ed è per questo che è necessario battersi perchè la loro naturalità sia preservata nell’interesse di noi tutti.

Dalla lettura dei tanti resoconti che si fanno dei vari incontri con il commissario straordinario Figliuolo e col presidente Bonaccini le parole ecologia e biodiversità non vengono mai citate. Da nessuno. Si potevano capire la fase iniziale dopo la tragedia, lo sconforto che ha regnato, le preoccupazioni primordiali della popolazione. Ma adesso che è giunto il tempo della riflessione e della riprogettazione del futuro dei nostri fiumi, è arrivato il momento di recuperare il tema dell’ecologia legata ad essi.

Qualcuno dirà: ma tu che ne sai? Ho letto. Da tempo leggo i temi ambientali. In questo caso ho approfondito l’argomento su documenti dell’ISPRA, organo tecnico-scientifico del ministero dell’Ambiente. Una fonte governativa.

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