Come se nulla fosse
Con azioni rapide ed esemplari, continua la particolare manutenzione dell’alveo e delle rive del Senio costituita in ampie zone dalla rasatura e frantumazione di ogni tipo di vegetazione. Pare si voglia fare del Senio un lungo budello, quasi come una grondaia, pensando forse di poterlo, un domani, cementificare. Come Amici del Senio pensiamo si tratti di un’azione discutibile, secondo molti punti di vista tecnici settoriali, come dimostrato anche dalle innumerevoli linee guida per la manutenzione dei corsi d’acqua, definiti da Provincie e Regioni.
Si tratta di una scelta che non tiene conto in alcun modo dei tanti dubbi espressi in diverse sedi istituzionali e politiche a livello locale che parlano di “riduzione della vegetazione interna agli argini”, di opere di manutenzione che “mantengano in equilibrio gli aspetti ambientali ed ecologici con la necessaria sicurezza”, della necessità di “una gestione intelligente e informata delle indispensabili operazioni di sfalcio e pulizia dell’alveo”.
Quel particolare tipo di manutenzione non tiene conto della “complessità” del fiume alla quale occorrerebbe corrispondere con modalità di manutenzione ben studiate, calibrate e rispettose, appunto, della complessità. Non esiste studio geologico che non metta in risalto il ruolo di una manutenzione equilibrata dei corsi d’acqua e la funzione importante che hanno il manto erboso e la vegetazione arborea. Tutto questo allo scopo di preservare la delicata stabilità delle rive, degli alvei e del letto del fiume e nell’azione per regolare il flusso delle acque, le quali, secondo i dettami canonici, andrebbero rallentate (per quanto possibile) a monte e lasciate defluire liberamente in pianura, verso la foce.
Mi chiedo quindi, nel caso del Senio, che senso abbia, pensare di velocizzare fortemente l’acqua a monte e a “piè di monte” (dal Ponte del Castello in su verso la sorgente) e dirsi preoccupati della fragilità degli argini a valle (Cotignola).
Con tutto ciò non vogliamo dire che gli alberi in eccesso o pericolosi non vadano tagliati. Ci mancherebbe altro. Anzi, segnaliamo che nel tratto corrispondente al parco fluviale di Castel Bolognese occorre celermente intervenire per recuperare quelli abbattuti che ostruiscono il corso dell’acqua, quelli già erosi dall’acqua e pendenti, quelli secchi. Ed eventualmente quelli che riducono la portata del fiume nei punti in cui gli argini si restringono.
Come Associazione Amici del fiume Senio, ci permettiamo pertanto di segnalare quelle che a noi paiono incongruità certe. Compreso la particolare scelta di abbattere la vegetazione lasciandone gran parte di essa frantumata sul posto, quasi come fosse un’azione di pacciamatura. Ben sapendo che alla prima “fiumana” quella legna andrà ad ostruire (pericolosamente) i ponti a valle (come già dimostrato) e nella migliore delle ipotesi andrà a “spiaggiarsi” a Marina Romea e a Porto Corsini. Con la conseguenza che qualcun altro dovrà spendere soldi pubblici per ripulire: giusto quelli che lo stesso pubblico ha “risparmiato” in una manutenzione errata.
Mentre assistiamo al ripetersi di questi fatti, continuiamo a chiederci come sia possibile che l’ Autorità pubblica preposta, che dipende dalla Regione, continui a rifiutare un confronto, o anche solo ad attuare “una gestione informata”, con diversi portatori di interesse, fra i quali gli Amici del fiume Senio. Saremo anche sporchi e cattivi, il che però è tutto da dimostrare, ma non crediamo che una istituzione pubblica possa rifiutare il confronto con i cittadini organizzati. Confidiamo quindi, che, almeno questo corno del problema, sia tolto rapidamente di mezzo e si possa dare corso ad una tranquilla interlocuzione che, ne sono quasi certo, potrebbe portare buoni risultati per tutti.
ps – Dalla foto in testa si nota come siano state almeno risparmiate le querce secolari poste fra la riva sx del fiume e la riva della cassa di espansione. E sei piccoli pioppi che fiancheggiano la strada. Speriamo si tratti di un gesto di buona volontà prodromo di ulteriori progressi.
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