Raccolta storico didattica Novecento e Ciclo via del Senio
Incipit. Se facciamo la “ciclo via del Senio” e portiamo a frequentarla migliaia di persone amanti del turismo lento, possiamo pensare di mettere a sistema tutte le cose belle che gli stanno attorno.
Dopo la proposta che abbiamo avanzato il 29 settembre scorso di intitolare la via Tebano “Strada del foliage” ci permettiamo di suggerire una nuova idea: quella di riconoscere e di dare una funzione e un futuro alla bellissima “Raccolta storico didattica Novecento” di Gigi Franzoni. Si può dire che la raccolta di Gigi, mostri il suo secondo lavoro di una vita. La montagna di oggetti raccolti con passione certosina e presentati in bell’ordine, parlano della campagna, del lavoro contadino e del Novecento. Va detto, ad onor del vero, che la mostra è qualcosa in più di una semplice raccolta, dal momento che comprende in bella evidenza particolari istallazioni di Gigi che testimoniano la sua vena artistica non comune.
Nessuno di noi sa fare una valutazione critica della complessità di questo Museo, possiamo solo dire che ha certamente un valore culturale e storico che non va disperso. Ma perchè ciò non accada occorre trovargli una collocazione razionale dentro un ragionamento più ampio di valorizzazione di questo lavoro, sapendo che in altre parti del territorio locale ci sono altre esperienze di questa natura. E che in tutta Italia queste esperienze benemerite sono ampiamente diffuse.
Non ci troviamo quindi di fronte a qualcosa di eccezionalmente raro e in quanto tale bramato da una moltitudine di persone. Se così è, la possibilità di vita di queste esperienze va vista ancorata al territorio ove sono sorte e dove possono trovare il loro valore se messe a sistema fra loro e con le altre peculiarità di cui il nostro territorio è certamente ricco.
Ma come definire l’area di riferimento? Un’idea potrebbe essere quella di ancorarci nella ricerca alla dimensione della valle del Senio: dalla montagna alla collina, alla valle, finanche a mare. Il fiume Senio può essere il nume ispiratore di un progetto di messa a sistema di tutte le esperienze storico sociali culturali economiche nate dal basso, nel territorio. Il fiume è una risorsa. Ogni fiume, quindi anche il Senio, fornisce una identità al territorio e agli abitanti che gli vivono intorno. Lo dimostra la partecipazione di rilievo e il consenso alle centinaia di iniziative che in questi anni abbiamo creato attorno al Senio.
Come ogni fiume, il Senio è anche una via di comunicazione. E’ un corridoio ecologico quindi, percorso fondamentale per la natura e l’ambiente; è stato percorso nei secoli da una moltitudine di persone che per le varie ragioni si sono spostate, sono emigrate, hanno comunicato fra loro. Il Senio ha poi la caratteristica, che condivide con altri fiumi, ma non con tutti, di essere arginato e come tale, per tutta la fascia di pianura, di consentire alle persone che lo percorrono di potersi elevare per 8-10 metri sopra il piano di campagna rispondendo così ad un’aspirazione emozionale che è di tutti: quella di potere guardare lontano.
Queste considerazioni portano a dire che se si favorisce l’utilizzo del fiume come via di comunicazione – certamente a piedi e in bicicletta – si consente alle persone che lo percorrono di avvicinarsi al territorio e alle proprie peculiarità, ai propri punti di interesse. Si crea così la premessa per una messa a sistema delle singole realtà di ogni comparto. Potrei citare la ristorazione, le cantine, i birrifici, il km zero, l’artigianato, i B&B e tutte le esperienze museali legate al territorio; quelle importanti già in essere come il Museo alla Resistenza di Alfonsine a quelle minori da valorizzare come Novecento di Gigi Franzoni e altre esistenti. Potrei aggiungere: i centri di ricerca viti vinicola, le zone naturalistiche presenti, i parchi della Vena dei Gessi e del Delta, la strada del foliage di Tebano, il molino Scodellino, la Diga steccaia, le chiese di campagna, ecc., ecc., ecc..
Come favorire la comunicazione sfruttando la risorsa fiume? La risposta sta nell’idea e nella proposta della “Ciclo via del Senio”, ovvero, di un percorso attrezzato, non invasivo e ricavato tenendo conto delle peculiarità del territorio. Un percorso che parta dalla sorgente del Senio, sotto la Sambuca – a questo proposito ricordo che il comune di Palazzuolo ha appena ottenuto il finanziamento per un sentiero fino alla sorgente; che prosegua da Palazzuolo a Tebano per sentieri, carraie, stradelli e strade vicine al corso dell’acqua. Per poi continuare sopra l’argine, fino al Reno, sul modello di quanto realizzato e sta sviluppando il comune di Castel Bolognese.
Conclusione. Se facciamo la “ciclo via del Senio” e portiamo a frequentarla migliaia di persone amanti del turismo lento, possiamo pensare di mettere a sistema tutte le cose belle che gli stanno attorno. Miglioreremo la qualità della vita di tutti.
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