Nella manutenzione del Senio si tenga conto delle linee guida regionali
Abbiamo appreso in questi giorni dalla stampa la notizia di investimenti messi in campo per la manutenzione del fiume Senio. Si tratta, se ho ben capito, di tratti nel percorso di pianura, verso la foce. A questi dovrebbero aggiungersi quelli stanziati per la zona della frana in quel di Castel Bolognese.
Gli Amici del Senio, visto lo stato in cui versa la manutenzione del fiume, sono contenti che questo doveroso intervento avvenga. Segnalano l’opportunità che la manutenzione del Senio esca dalla emergenzialità e diventi un elemento naturale e costante della programmazione. Chiedono che la manutenzione tenga conto della complessità del fiume e che siano rispettate le (cliccare per leggere il testo integrale) LINEE GUIDA REGIONALI PER LA RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI CORSI D’ACQUA NATURALI DELL’EMILIA ROMAGNA. Data la ponderosità, di seguito riportiamo integralmente alcune scelte che ci stanno a cuore, fra le tante espresse.
Chiediamo naturalmente che chi di dovere svolga gli opportuni controlli.
“Gli interventi in materia di difesa del suolo devono essere progettati e realizzati anche in funzione della salvaguardia e della promozione della qualità dell’ambiente. Quando
l’intervento prevede la costruzione di opere, è necessario adottare metodi di realizzazione tali da non compromettere in modo irreversibile le funzioni biologiche dell’ecosistema in cui vengono inserite e da arrecare il minimo danno possibile alle comunità vegetali ed animali presenti, rispettando contestualmente i valori
paesaggistici dell’ambiente fluviale, vallivo e litoraneo.
Nel momento della progettazione preliminare, devono essere esaminate diverse soluzioni, tenendo conto nella valutazione costi-benefici anche dei costi e dei benefici
di tipo ambientale, ed optando per la soluzione che realizza il miglior grado di integrazione tra i diversi obiettivi.
La progettazione degli interventi dovrà assumere quali aspetti vincolanti la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell’alveo fluviale ed il rispetto delle
aree di naturale espansione e relative zone umide collegate.
Le associazioni vegetali ripariali, oltre a costituire un importante valore ecologico e fungere da agenti di una notevole attività di depurazione delle acque, possono essere
considerate come la più naturale delle difese idrauliche, efficaci per la limitazione dell’erosione e per il rallentamento della corrente nelle zone d’alveo non soggette ad
invaso permanente.
Risulta quindi evidente la necessità di mantenere, al di fuori dell’alveo normalmente attivo, la vegetazione esistente, limitando gli abbattimenti agli esemplari di alto fusto
morti, pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero essere facilmente scalzati ed asportati in caso di piena. La necessità di abbattere le piante di maggior diametro
deve essere valutata nelle diverse zone d’intervento, in funzione delle sezioni idrauliche disponibili, sulla base di opportune verifiche documentate, che facciano
riferimento a precise condizioni di piena con prefissati tempi di ritorno.
Le devegetazioni spinte vanno assolutamente evitate, mentre deve essere avviata una manutenzione regolare, che preveda in generale un trattamento della vegetazione
presente, tale da renderla non pericolosa dal punto di vista della sicurezza idraulica; ciò si ottiene di norma con tagli selettivi e diradamenti mirati, mantenendo le
associazioni vegetali in condizioni “giovanili”, con massima tendenza alla flessibilità ed alla resistenza alle sollecitazioni della corrente, limitando in sintesi la crescita di
tronchi di diametro rilevante e favorendo invece le formazioni arbustive a macchia irregolare.”
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