La nostra proposta per le casse di espansione del Senio

Tebano - La presa del Canale dei Mulini

Tebano – La presa del Canale dei Mulini

Il ministro all’Ambiente Galletti, ha assicurato i finanziamenti per l’avvio, quest’anno, dei lavori di collegamento delle casse di espansione al fiume. Si tratta di una questione annosa, dalla quale però dipende una maggiore sicurezza per il Senio. Sapete che occorreranno tante risorse: si parte da 8,5 milioni di euro. Ciò che noi chiediamo è che con quei soldi si faccia anche il possibile per riparare i danni ambientali prodotti da quelle cave di inerti – poi diventate casse di espansione – come per altro ipotizzato nel progetto originario dell’opera.

La proposta che avanziamo è quella che l’area destinata ad ospitare le tre casse di espansione del Senio sia restituita ai cittadini – nei limiti delle tutele della sicurezza – come luogo salutistico e culturale.

Ne deriva la richiesta che il progetto di collegamento delle casse al fiume comprenda una adeguata opera di rinaturalizzazione dell’intera area. Luogo che potrà così diventare una importante zona umida e naturalistica, incastonata nell’incantevole paesaggio agricolo e collinare della valle che le contiene.

L’intera area potrà essere in tal modo fruita per ammirare e studiare la flora e la fauna, per attività sportive e di svago, o anche solo per essere contemplata, sviluppando l’idea del turismo lento e dei luoghi.

Pensiamo che il “progetto casse” debba essere visto come elemento di una rete che si collega al Parco regionale della Vena dei gessi e come punto di forza del collegamento fra il Parco suddetto e il Parco del Delta per mezzo di un percorso ciclo-pedonale realizzato sopra l’argine del fiume Senio. Per poi integrarsi con i progetti definiti per il fiume Lamone.

In definitiva, la zona delle casse potrebbe diventare un Sito ambientale di Interesse Comunitario che aggiunge valore ai percorsi ciclopedonali del Lamone e del Senio, nella prospettiva che si congiungano a monte lungo la catena della Vena dei gessi e che vedano come sbocchi naturali la valle del Delta e il mare.

Una siffatta “connessione slow” sarebbe sicuramente appetibile a livello europeo per tutti quei cittadini che fanno della natura e del paesaggio, della particolare vivibilità dei piccoli centri e dell’enogastronomia di qualità i riferimenti guida per le proprie vacanze.

A sostegno di questa impostazione abbiamo redatto un documento che abbiamo presentato in una Conferenza stampa tenuta l’1 marzo scorso a Faenza presso la sede del CEAS della Romagna faentina. Documento scritto con la collaborazione di un’Amica paesaggista: Valentina Giannerini.

Domani pubblicheremo integralmente il lavoro.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *